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Vegliò: "In un'Europa egoista, non è umano né cristiano respingere migranti"

Il presidente del Pontificio Consiglio dei Migranti commenta con i giornalisti il Messaggio del Papa per la Giornata Mondiale del Rifugiato

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“In un’Europa molto egoista, non è umano né cristiano respingere i migranti”. Lo ha affermato il cardinale Antonio Maria Vegliò, presidente del dissolvendo Pontificio Consiglio della pastorale dei migranti e degli itineranti, che ha commentato oggi in Sala Stampa vaticana il Messaggio del Papa per la 103esima Giornata Mondiale del Migrante e del Rifugiato.
Interpellato dai giornalisti su alcune vicende di attualità come le espressioni di xenofobia in Francia, anche interne al mondo cattolico, che hanno visto il sorgere di proteste e campagne anti-migranti, il porporato ha affermato: “Non è possibile accogliere tutti i migranti, ma questo non può significare chiusura. La verità è che a tutti dà fastidio avere un altro accanto, il migrante è qualcosa che disturba la nostra vita dorata, ma non è umano né cristiano respingerli. I migranti sono persone come tutti gli altri”.
Quanto agli Stati Uniti, nel pieno della corsa elettorale per le presidenziali, il cardinale ha spiegato che “la Chiesa non entra nel dibattito”, tuttavia “bisogna trovare un equilibrio tra rispetto dell’identità e rispetto dei diritti”. E questa “è una scelta delicata”.
Ampliando lo sguardo all’intero fenomeno migratorio “in espansione su scala mondiale”, il capo Dicastero ha fornito alcuni dati: “Più della metà dei rifugiati nel mondo ha meno di 18 anni, mentre 50 milioni di bambini stanno vivendo la tragedia della migrazione e 28 milioni sono stati costretti a fuggire per i conflitti”. In pratica, “un bambino ogni 200 nel mondo è un rifugiato”.
È impressionante, ha fatto notare il porporato, che fra le oltre 65 milioni di persone in fuga da guerre e violazioni dei diritti umani, “i bambini siano la metà e il loro numero è in crescita”. Per questo il Papa ha voluto dedicare proprio ai più piccoli il suo Messaggio, sottolineandone “la vulnerabilità in quanto essi sono tre volte indifesi perché minori, perché stranieri, perché inermi”.
Ogni anno, ha denunciato Vegliò, “migliaia di loro fanno richiesta di asilo (nel 2015 oltre 100mila in 68 Stati ndr) ma pochi riescono a ottenere lo status di rifugiati e molti diventano ‘invisibili’, senza protezione né diritti e facili prede della criminalità”. A ciò si aggiunge il fatto che tantissimi minorenni “viaggiano da soli o sono separati dai loro genitori durante il tragitto o nei centri di accoglienza”. Sempre nel 2015, “circa 10mila minori non accompagnati sono scomparsi dopo il loro arrivo in Europa”.
Il cardinale ha anche riferito che “meno del 50% dei bambini rifugiati ha accesso alla scuola primaria e solo il 22% degli adolescenti rifugiati è iscritto a scuole secondarie”; meno dell’1% può accedere poi ad un’istruzione universitaria.

Vegliò ha risposto infine ad una domanda di ZENIT sul nuovo Dicastero per il Servizio dello sviluppo umano integrale che avvierà i lavori dal 1° gennaio 2017, inglobando anche il suo Pontificio Consiglio, dove sarà presente una sezione dedicata ai migranti guidata direttamente dal Papa. “Sono soddisfatto di questa scelta. Io sono emerito già un po’, avendo 79 anni, il Santo Padre ha voluto tenermi per altri quattro anni… Ora sono contento che il Papa si occuperà personalmente della questione delle migrazioni, un segno dell’attenzione che riserva a questo tema fondamentale”.

[S.C.]

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ZENIT Staff

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