“La porta è la negazione del muro. Quando non si vogliono stabilire rapporti con gli altri si alzano barriere, muri. Quando, invece, il desiderio spinge ad andare verso il prossimo, si aprono porte anche dove sembra difficile farlo. Quando Dio ha voluto aprire una possibilità perché il cielo e la terra fossero in comunicazione diretta, ha creato Maria, la porta del cielo. Sono contento di chiudere questo triennio con un convegno nel quale la figura di Maria è al centro. I nostri discorsi ecclesiali, omelie – relazioni – riflessioni, si chiudono sempre con un affidamento alla Madonna. Però, perché relegare Maria sempre alla fine? Per una volta la poniamo al centro della nostra riflessione, per imparare dal suo cuore che cosa vuol dire: amare”.
Con queste parole, il presidente dell’Associazione italiana di pastorale sanitaria, Giovanni Cervellera, ha aperto il XXXII convegno nazionale che si tiene fino a giovedì alla Domus Pacis di Santa Maria degli Angeli e che ha come tema “Maria, balsamo di misericordia per le ferite dell’umanità”. Secondo Cervellera, “il tono ‘dolce’ di questa immagine – Maria che ci ama e ci cura come un balsamo di misericordia – rievoca le carezze della mamma, la tenerezza dell’ambiente familiare, la bontà di un nucleo a volte difficile da rintracciare in mezzo alla sofferenza a cui siamo abituati quotidianamente”.
Proprio per questo, “perché c’è una carenza di affetto, è necessario riportarne una buona quantità al letto dei malati, nelle stanze fredde di certe strutture, nei cuori indifferenti di molti operatori che hanno perso il senso del loro lavoro, nelle nostre liturgie, nelle nostre preghiere, nei nostri saluti stereotipati, nelle nostre relazioni strumentali, nei nostri desideri spesso troppo interessati”.
Tornando al tema di Maria “porta del Cielo”, il presidente Aipas ha sottolineato che tale invocazione alla Vergine “significa che vogliamo vivere facendo di tutto per essere porta del cielo. La porta è il vuoto nel muro, è trasparente, facilita il passaggio; quella del cielo, poi, non ha neppure il pedaggio, perché c’è chi ha pagato una volta per tutte”.
“È vero che Gesù ci ha detto che la porta del cielo è stretta, ma Maria ha fatto in modo che il Figlio allargasse a dismisura gli stipiti della misericordia”, ha affermato. “Nei nostri ambienti, porta è: silenzio, più che parola invadente; dolcezza del tratto, più che durezza di giudizio; accoglienza, più che rigidità delle regole; armonia, più che sottolineatura delle dissonanze; fede coraggiosa, più che rifugio consolatorio: costruzione di ponti, più che delimitazione di confini; ascolto, più che parola, perché l’ascolto è parola. Maria è sempre in ascolto del Figlio, la Parola, e il suo essere ‘porta’ permette alla Parola di entrare nel mondo”.