Street of Jérémie (Haiti)

Wikimedia - Bruno Le Bansais

Haiti. Allarme dei Camilliani: "Tanti bambini a rischio colera"

Appello di padre Robert Daudier, responsabile delle missioni nell’isola, a rispondere alle prime necessità della popolazione colpita dall’uragano

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“La cittadina di Jeremie è andata praticamente distrutta e totalmente allagata. La popolazione è allo stremo, senza acqua potabile, cibo e medicine. Il Centro ospedaliero Saint Camille specializzato per la cura delle lesioni cutanee gravi e per le ustioni, in fase di costruzione, è stato in parte danneggiato, soprattutto il tetto”.
Sono i drammatici aggiornamenti sulla situazione ad Haiti dopo l’uragano Matthew forniti all’agenzia Fides da padre Antonio Menengon, responsabile di Madian Orizzonti Onlus, associazione che opera in Italia e nelle missioni Camilliane all’estero. “La nostra missione, in particolare il vecchio Seminario è stato in parte distrutto, i magazzini allagati”, spiega il sacerdote.
Al suo tragico aggiornamento aggiunge pure il messaggio di padre Robert Daudier, responsabile della missione di Haiti, il quale ha dichiarato che “oltre ad aver devastato la città e causato centinaia di morti, il passaggio di Matthew ha provocato la morte di quasi tutto il bestiame, sradicato alberi, allagato campi, devastato le colture. La popolazione, che è rurale e contadina, non ha più nessun mezzo di sussistenza. Il colera ha già iniziato a mietere vittime”.
Padre Robert lancia il suo appello per la raccolta di generi alimentari, farmaci e risorse economiche per rispondere alle prime necessità della popolazione. “Tanti sono i bambini che non ce l’hanno fatta e sono morti durante la furia dell’uragano, tanti altri moriranno a causa del colera per mancanza di acqua potabile”, afferma il religioso.
“La loro vita ci appartiene, sono nostri figli, sono i figli sfortunati di un’umanità che è sempre più divisa e che cerca comunque un riscatto morale. Il bene che facciamo loro lo facciamo innanzi tutto a noi stessi perché – conclude padre Robert – ogni volta che salviamo anche solo una vita umana diamo senso e salviamo la nostra stessa vita”.

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ZENIT Staff

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