“Sto parlando con i sacerdoti, in modo che nel più breve tempo possibile, alcune parrocchie possano essere attrezzate come luoghi di accoglienza per gli haitiani, e necessario infatti accoglierli in luoghi degni”. Lo ha detto in una nota – ripresa dall’agenzia Fides – l’arcivescovo di Tijuana, mons. Francisco Moreno Barron, spiegando che tutto ciò richiede un grande sforzo organizzativo dal momento che non si hanno risorse adeguate.
Tuttavia, ha affermato il presule, “penso che se si apre il cuore, tutto il resto, anche improvvisato, si farà molto bene”. Ci vorrà comunque un certo tempo perché si sta lavorando in fretta sul progetto, perché “l’arcidiocesi stessa deve prendersi le proprie responsabilità seriamente di fronte a queste pressanti esigenze”.
Secondo i dati raccolti da Fides, sono 8mila gli haitiani arrivati negli ultimi 4 mesi a Tijuana, città messicana di frontiera con gli Stati Uniti, in attesa di ottenere un visto umanitario per entrare negli Usa. I recenti cambiamenti della politica migratoria statunitense hanno però bloccato i tentativi di questo gruppo.
“Il Messico può passare alla storia per la sua vocazione umanitaria e può dare un esempio di come tratta i migranti in una situazione come quella che si sta verificando in questo momento, questa situazione ci mette sulla scena mondiale in modo notevole” ha detto mons. Moreno Barron. E ha concluso: “In questo momento non possiamo permettere o tollerare il razzismo, siamo una società inclusiva”.