Era un periodo della vita in cui tutto, ma proprio tutto s’era accordato per andarmi sfacciatamente storto. Vedi la tua salute precaria e altalenante tra un ospedale e l’altro, tra le varie cure e i medici non sempre d’accordo tra loro.
Risultato: si ha l’impressione di entrare in una specie di tunnel. Chiaramente non vedi più l’uscita; per di più viene a mancarti la fiducia sufficiente per una speranza, per un sorriso.
Con l’animo piombato cedo all’invito di provare un’ulteriore, ennesima visita da uno specialista “toccasana”.
Il posto prenotato in treno è proprio di fronte ad una mamma che tiene in braccio il figlio di pochi mesi. Mi colpisce la sua tenerezza, l’amorevole cura e le mille attenzioni per il suo tesoro. “Guai – sembra dire a tutti – guai a chi me lo tocca o vuol fargli del male. Lo può avvicinare e toccare solo chi lo ama…come lo amo io”.
“Può Dio – mi sono subito chiesto – Dio, che è il mio papà onnipotente, avere meno cura, meno attenzione per me e per te? Può permettere che qualcuno o qualcosa mi sfiori se non è certezza del suo amore per me?”
Ciao da p. Andrea
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Father and son - Pexels
Guai a chi lo tocca
Può Dio permettere che qualcuno o qualcosa mi sfiori se non è certezza del suo amore per me?