Vivere con fede significa accorgersi dei doni del Signore

Commento alla lettura del Vangelo della XXVIII Domenica del Tempo Ordinario

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Il Signore dona le Sue Grazie a tutti gli uomini, come fa Gesù che nel Vangelo di questa domenica, guarisce tutti i lebbrosi : ma sono pochi quelli che le riconoscono, che se ne accorgono. Solo uno dei dieci infatti torna a ringraziare.
Quanti di noi lo ringraziamo per tanti doni che diamo per scontati, anzi spesso che pretendiamo di avere: la salute, una famiglia, il lavoro, l’intelligenza, essere nati dove non si soffre la fame, la sete…siamo così alienati che pensiamo che questo dipenda solo da noi.
Vivere con fede significa innanzitutto accorgersi dei doni che il Signore ci ha concesso, molti senza meriti. Vuol dire avere un cuore riconoscente, grato a Lui. Il cristiano ha questi occhi, e ogni giorno vede che il Signore pensa a Lui, lo difende, lo aiuta, sempre!
Perché questo è tanto importante? Perché Dio vuole essere ringraziato? È importante perché vuol dire cha abbiamo scoperto l’amore di Dio nella nostra vita, e così diveniamo capaci di restituirlo, di amare. Perché il conflitto fonda­mentale dentro di noi è che sappiamo che l’a­more è la verità, ma viviamo ogni giorno nell’incapacità di metterlo in pratica. Solo quando scopriamo questo amore, il nostro cuore e la nostra vita cambiano: non lo cerchiamo più negli altri, nelle cose, nel realizzarci, ma cominciamo a donarlo, ad amare come Cisto ci ama.
Altrimenti, anche se preghiamo o andiamo in chiesa tutti i giorni, siamo egoisti, non riusciamo a fare il bene che vorremmo fare, malgrado tanti sforzi. Tutto deve essere al servizio del nostro Ego: i figli, gli affetti, il lavoro, gli altri..
Questo ci provoca un’insoddisfazione, una sofferenza pro­fonda, perché mai queste cose ci daranno l’Amore di cui abbiamo realmente bisogno.
Scoprire questo Amore totale e gratuito di Dio per noi fa sì che possiamo amare l’altro oltre le nostre forze, al di là dei nostri sforzi, perché questa è l’esperienza del cristiano: quando si è abbandonato a Dio, invece di mormorare o maledire, quando ha con­fidato solo nel Padre, come ha fatto Cristo, e ha accettato di non condurre lui la storia, Dio ha potuto agire concretamente.
Affida a Cristo la sofferenza di oggi, questa specie di “lebbra” che sembra isolarti dagli altri, che sembra schiacciarti.
Scoprirai allora che Dio non ti abbandona, come è avvenuto al popolo uscito dall’Egitto quando il mare gli chiudeva la strada davanti e il faraone gli veniva dietro per ucciderlo.
Il mare si è aperto ed è passato all’altra riva!
Questa è l’esperienza cristiana, con un cuore grato per il Signore Gesù che ci ha aperto questa strada di Salvezza.

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Antonio Interguglielmi

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