La Colombia è ancora sotto i riflettori, grazie al Nobel per la Pace. Il prestigioso premio è stato infatti assegnato al presidente Juan Manuel Santos, per aver concluso, pochi giorni fa, gli accordi con le FARC, sebbene il referendum popolare successivo abbia visto la vittoria del ‘no’ alla trattativa.
Nella motivazione, il Comitato per il Premio Nobel ha menzionato “anche il popolo colombiano che non ha mai gettato la spugna” e “tutte le parti che hanno contribuito al processo di pace”. Con riferimento all’esito negativo della consultazione referendaria, il Comitato sottolinea come “aver detto no al processo di pace non significa necessariamente che il processo sia morto”.
L’assegnazione, si precisa, rispetta comunque “il processo democratico e il voto”, con l’auspicio che “che si apra questo dialogo alle diverse parti della società colombiane e che il processo sia portato avanti”.
Il presidente Santos, si legge ancora, è stato premiato “per i suoi sforzi tenaci per mettere fine a una guerra civile andata avanti più di 50 anni”, quindi l’assegnazione del Nobel incoraggia “un processo più che un risultato”.
Per la presidente del Comitato per il Nobel, Kaci Kullman Five, si tratta di “un riconoscimento al lavoro del presidente e anche un forte incoraggiamento a tutte le forze implicate nel processo perché vadano avanti”.
Particolarmente folta, quest’anno, la lista delle nomination per il Nobel alla Pace, con oltre 300 candidati tra persone e organizzazioni. Tra le altre nomination spicca quella di papa Francesco.
Nobel per la Pace al presidente della Colombia
Juan Manuel Santos premiato per aver concluso gli accordo con le FARC