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Papa in Caucaso. "Cattolici e ortodossi ricorderanno un uomo libero"

Mons. Giuseppe Pasotto, amministratore apostolico del Caucaso commenta la recente visita del Pontefice in Georgia e Azerbaigian

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“È stata una visita intensa. In tanti ci siamo detti: ‘Ma che bello che è stato!’. Sono stati belli gli input che ci ha dato il Papa. Il mio compito sarà riprendere un po’ tutto per non lasciarli perdere, ma anzi per andarci un po’ più dentro”. Mons. Giuseppe Pasotto, amministratore apostolico del Caucaso, commenta con entusiasmo la visita del Papa in Georgia e Azerbaigian conclusa ieri.
La presenza del Santo Padre, dichiara il presule ai microfoni della Radio Vaticana, ha lasciato tanta gioia nella piccola comunità cattolica dell’area, ma ha anche suscitato un generale sentimento di rispetto e stima, un’opportunità per rilanciare il dialogo in una terra spesso ferita da conflitti.
In particolare mons. Pasotto plaude alle parole del Pontefice sulla famiglia e sulla donna. “La donna georgiana è molto forte”, spiega, “è proprio quella che mantiene la società; e mi piace che (il Papa) abbia valorizzato questa figura, nella società ma anche nella Chiesa. Questo ci farà un po’ lavorare sul tema della donna. E poi ha parlato anche sulla famiglia: è stato molto chiaro sulle divisioni in famiglia, sul divorzio, su chi ne fa le spese, sul gender, cioè tutti temi che per noi sono importanti, perché anche in vista del Sinodo abbiamo lavorato molto – siamo una piccola Chiesa – ma abbiamo lavorato molto bene”.
Riguardo ai temi ecumenici affrontati dal Papa durante i tre giorni di viaggio, l’arcivescovo afferma che Francesco “ha dato i fondamenti del cammino ecumenico che, credo, sono novità, più che per noi che ci siamo dentro da tanto tempo, per la Chiesa ortodossa”. Racconta poi di essersi trovato con alcuni vescovi ortodossi al termine della giornata e che “loro erano molto contenti. Mi dicevano: ‘Dobbiamo in qualche modo fare qualche passo in più’. Questo ha fatto bene anche se ci sono state delle dimostrazioni contro il Papa; però anche quelle il Papa le ha vissute molto serenamente”.
“A un certo momento – ha raccontato Pasotto – ero in macchina con lui quando abbiamo incontrato questa gente e lui diceva: ‘Beh, hanno bisogno proprio di una benedizione’, ha tirato giù il finestrino e ha detto: ‘Li saluto perché sono nostri fratelli’. E ha cominciato a benedire. Con molta serenità diceva: ‘Fate piccoli passi, non preoccupatevi: piccoli passi, piccoli passi’. E credo che sarà questo il compito che abbiamo noi”.
A tal proposito, l’amministratore apostolico del Caucaso spiega che ai fedeli consegnerà l’immagine di Chiesa tratteggiata dal Santo Padre “come la casa della consolazione e della carità, che non si chiude nel pessimismo, che guarda al di là delle difficoltà, che non si abitua alle cose che vanno così come devono andare, che si spende per fare un passo verso la fratellanza, l’amore disinteressato”.
“La consolazione non toglie i problemi, ma ci dà la forza di vivere i problemi”, ha detto il Pontefice. “Quando parlava di ‘piccolo gregge’ – evidenzia mons. Pasotto – ci ha quasi messi sulle sue spalle, ci ha detto praticamente che bisogna, anche se siamo piccoli, guardando a Santa Teresa di Lisieux, che ci facciamo piccoli per far spazio a Dio e per far spazio all’altro. E forse la nostra Chiesa, proprio perché è piccola, può camminare su questa via”.
La visita del Vescovo di Roma sarà dunque un seme per l’area del Caucaso. Ai fedeli come pure alla Chiesa ortodossa rimarrà soprattutto un’immagine, conclude l’amministratore apostolico: “Un Papa sereno, che ‘perde tempo’ con i bambini, con la gente… Un uomo libero”.

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ZENIT Staff

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