Un caloroso e intensissimo momento di incontro tra Oriente ed Occidente all’insegna della preghiera per una delle comunità più profondamente ferite dalla guerra in corso in Medio Oriente.
Nessun discorso in senso stretto durante la terza tappa del viaggio di papa Francesco in Georgia ma un accorata invocazione a Dio, in quella che è stata la prima storica visita di un Vescovo di Roma ad una comunità assiro-caldea.
Il Santo Padre è giunto presso la chiesa di San Simone a Tbilisi, intorno poco dopo le 18 ora locale. Ad accoglierlo il parroco e il Patriarca di Babilonia dei Caldei, Louis Raphael I Sako.
L’ingresso del Pontefice è avvenuto con una processione verso la Cappella del Santissimo tra i fedeli della diaspora assiro-caldea. Dopo alcuni minuti di suggestivi canti della tradizione caldea, è seguita una preghiera in aramaico.
Il Papa ha quindi recitato in italiano la propria preghiera, concentrata sul patimento di una “chiesa di periferia”, dalla storia plurimillenaria, il sangue dei cui membri va a corredimere l’umanità assieme a Cristo in croce, con la Vergine Maria, Sua Madre, piangente ai suoi piedi.
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Di seguito la preghiera recitata dal Santo Padre:
Signore Gesù,
adoriamo la tua croce,
che ci libera dal peccato, origine di ogni divisione e di ogni male;
annunciamo la tua risurrezione,
che riscatta l’uomo dalla schiavitù del fallimento e della morte;
attendiamo la tua venuta nella gloria,
che porta a compimento il tuo regno di giustizia, di gioia e di pace.
Signore Gesù,
per la tua gloriosa passione,
vinci la durezza dei cuori, prigionieri dell’odio e dell’egoismo;
per la potenza della tua risurrezione,
strappa dalla loro condizione le vittime dell’ingiustizia e della sopraffazione;
per la fedeltà della tua venuta,
confondi la cultura della morte e fa’ risplendere il trionfo della vita.
Signore Gesù,
unisci alla tua croce le sofferenze di tante vittime innocenti:
i bambini, gli anziani, i cristiani perseguitati;
avvolgi con la luce della Pasqua chi è ferito nel profondo:
le persone abusate, private della libertà e della dignità;
fa’ sperimentare la stabilità del tuo regno a chi vive nell’incertezza:
gli esuli, i profughi, chi ha smarrito il gusto della vita.
Signore Gesù,
stendi l’ombra della tua croce sui popoli in guerra:
imparino la via della riconciliazione, del dialogo e del perdono;
fa’ gustare la gioia della tua risurrezione ai popoli sfiniti dalle bombe:
solleva dalla devastazione l’Iraq e la Siria;
riunisci sotto la tua dolce regalità i tuoi figli dispersi:
sostieni i cristiani della diaspora e dona loro l’unità della fede e dell’amore.
Vergine Maria, regina della pace,
tu che sei stata ai piedi della croce,
ottieni dal tuo Figlio il perdono dei nostri peccati;
tu che non hai mai dubitato della vittoria della risurrezione,
sostieni la nostra fede e la nostra speranza;
tu che siedi regina nella gloria,
insegnaci la regalità del servizio e la gloria dell’amore .
Amen.
Servizio Fotografico © L'Osservatore Romano
“Signore Gesù, solleva dalla devastazione l’Iraq e la Siria”
La prima volta di un Papa in una chiesa assiro-caldea. Francesco prega per i ‘cristiani della diaspora’ a San Simone a Tbilisi