Daily meditation on the Gospel

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Chi ascolta voi ascolta me

Meditazione della Parola di Dio di venerdì 30 settembre 2016 – XXVI settimana del Tempo Ordinario

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Lettura
La prima lettura è tratta dal primo lungo discorso di Dio a Giobbe. Il Signore, attraverso domande incalzanti, pone il suo interlocutore davanti ad un creato bello e armonioso per fargli prendere consapevolezza della sua creaturalità e fragilità. Le dure parole di Gesù si collocano all’interno del discorso missionario: per comprenderle pienamente è necessario leggerle all’interno di questo contesto.
Meditazione
Gesù ha appena inviato nelle città in cui sta per recarsi settantadue discepoli, dando loro precise indicazioni. Tra queste, c’è l’invito a uscire dalla città che non li accoglierà, e a scuotere anche la polvere di quel luogo dai loro piedi, senza però smettere di ricordare ai suoi abitanti che il regno di Dio è vicino. Gesù termina rivelando che Sòdoma sarà trattata meno duramente di quella città. A questo punto si inseriscono le parole riportate nel Vangelo di oggi. Il termine “guai” rimanda agli oracoli con i quali i profeti cercavano di scuotere il popolo, perché si convertisse. Questo è anche lo scopo delle parole di Gesù contro le città di Corazìn, Betsàida e Cafàrnao. Dietro la parola “prodigi” c’è un termine greco utilizzato per indicare la “potenza” dello Spirito con cui Gesù comanda agli spiriti cattivi e opera guarigioni (Lc 4,36; 5,17; 6,19); un potere che dona ai Dodici (Lc 9,1). In mezzo alle città a cui Gesù si rivolge sono avvenuti prodigi, cioè gesti di guarigione, eppure tutto questo non ha portato i cittadini a convertirsi, a cambiare modo di vedere le cose. Davanti a questo, possiamo chiederci se siamo consapevoli delle meraviglie che il Signore compie nelle nostre vite, o se invece continuiamo a pensare di essere il centro della nostra esistenza, che quello che abbiamo è solo frutto delle nostre forze. Se siamo consapevoli dell’agire di Dio nella nostra vita, lasciamo che il suo amore ci modelli e, piano piano, converta il nostro cuore e la nostra mente? Un’altra provocazione ci raggiunge dalle ultime parole di Gesù. Affermando che chi ascolta i settantadue, e non solo i Dodici, ascolta lui, Gesù parla ad ogni credente, portandoci a diventare consapevoli della responsabilità che abbiamo. Che tipo di testimonianza diamo della nostra relazione con Gesù? Le nostre parole e i nostri gesti lasciano trasparire la sua voce? Nella preghiera, mettiamo davanti al Signore la nostra situazione e chiediamo a lui la grazia di poterlo meglio lodare e servire nella e con la nostra vita.
Preghiera:
«Meravigliose sono per me le tue opere, le riconosce pienamente l’anima mia» (Sal 139,14): chiedo al Signore la grazia di poter vedere e gustare le opere che compie nella mia vita.
Azione:
Guardo a ciò che il Signore ha compiuto nella mia vita per scoprire il “suo stile”, il suo modo di agire, e gli chiedo di essere mosso dai suoi stessi desideri.
***
Meditazione a cura di Marzia Blarasin, tratta dal mensile
Messa Meditazione, per gentile concessione di EdizioniART. Per abbonamenti: info@edizioniart.it.

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ZENIT Staff

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