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Vedrete il cielo aperto

Meditazione della Parola di Dio di giovedì 2 settembre 2016 – XXVI settimana del Tempo Ordinario

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Lettura
La liturgia di oggi propone due prime letture tra cui scegliere. La prima, tratta dal libro di Daniele, presenta la figura di uno simile ad un figlio dell’uomo, con cui Gesù, nel Vangelo, si identifica. La seconda, invece, tratta dal libro dell’Apocalisse, descrive l’arcangelo Michele e i suoi angeli mentre sconfiggono il drago e i suoi angeli.
Meditazione
Il titolo di Figlio dell’uomo, che Gesù si attribuisce, rimanda al testo di Daniele 7 in cui si afferma che a uno simile ad un figlio d’uomo furono dati “un potere eterno, la gloria e un regno che non sarà mai distrutto”. Nelle parole di Gesù ci viene svelato in cosa consiste questo potere eterno. A Natanaèle, che lo riconosce come Figlio di Dio, re di Israele, Gesù annuncia che vedrà cose più grandi e descrive queste cose più grandi, che non sono destinate solo agli occhi di Natanaèle, ma di un voi di cui facciamo parte anche noi: «vedrete il cielo aperto e gli angeli di Dio salire e scendere sopra il Figlio dell’uomo». Per comprendere l’immagine è importante tenere presente il sogno avuto dal patriarca Giacobbe, descritto in Gen 28,12. Egli vede una scala poggiata a terra, la cui cima tocca il cielo, e gli angeli di Dio che salgono e scendono su di essa. Svegliato, Giacobbe riconosce che il Signore è presente in quel luogo, che quel luogo è la casa di Dio e la porta del cielo (Gen 28,16-17). Nelle parole di Gesù, il cielo è ormai aperto per sempre, niente e nessuno potrà più chiuderlo, e gli angeli salgono e scendono non più su una scala, ma sul Figlio dell’uomo. È lui ormai il luogo in cui Dio è presente in modo definitivo, la casa di Dio e la porta del cielo, è lui il luogo in cui abbiamo la certezza di fare esperienza di Dio. È questo il potere eterno che viene dato al Figlio dell’uomo: il potere di mettere in relazione l’uomo con Dio, di garantire che il cielo non si chiuderà mai più, ma ci sarà sempre una comunicazione diretta tra gli uomini e Dio. All’interno di questa realtà va collocata l’azione degli Arcangeli di cui oggi celebriamo la festa. Michele, protettore e difensore degli uomini, Gabriele, colui che porta gli annunci di Dio, e Raffaele, colui che guarisce e sana gli uomini.
Preghiera
«Rendo grazia al tuo nome per il tuo amore e la tua fedeltà: hai reso la tua promessa più grande del tuo nome» (Sal 138,2): ringrazio il Signore perché con il suo amore e la sua fedeltà continua a prendersi cura di noi uomini.
Azione
In questa giornata, cercherà di essere “messaggero di Dio” per le persone che incontrerò.
 
Meditazione a cura di Marzia Blarasin, tratta dal mensile Messa Meditazione, per gentile concessione di EdizioniART. Per abbonamenti: info@edizioniart.it.   

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ZENIT Staff

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