Venerdì 30 settembre, alle ore 18, sarà presentata a Roma, presso la Chiesa di Santa Maria dell’Orto (via Anicia 10, Trastevere), la raccolta di poesie di Rosario Giuffrè, intitolata Le ragioni del macigno – Il tavolo della poesia (2016, dei Merangoli Editrice).
“Le ragioni del macigno – scrive Stefano Calabrese, docente di semiotica presso l’Università di Modena e Reggio Emilia, nell’introduzione al volume – raccoglie poesie che l’autore ha composto tra il 1992 e il 2015 nelle città in cui ha soggiornato o vissuto – da Reggio Calabria a Roma, da Parigi a Siviglia – rinunciando per scelta convinta a gabbie strofiche o prosodiche precostituite”.
“Versi liberi – continua Calabrese – le cui aree argomentative sono plurime: l’esilità liquida del tempo, la paesaggistica commisurata alle neuro-sfere, le calcificazioni indotte dagli eccessi di individualismo, la denuncia del disinteresse dell’opinione pubblica e delle istituzioni verso le situazioni di conflitto in atto, la contraddittorietà dei processi di invecchiamento, le pulsazioni di un ricordo autobiografico, l’armonia mozzafiato del divino…”.
Le parole di Calabrese mettono efficacemente in luce la versatilità contenutistica e compositiva di testi di Giuffrè e la complessità del suo animo di uomo e di artista, che – com’è scritto nel risguardo di copertina – “usa le armi che meglio conosce: la penna e la matita”.
Autore di ampia produzione architettonica e scientifica, orientata allo sviluppo sostenibile e alla cultura ambientale, Rosario Giuffrè è professore emerito universitario, avendo percorso l’intero cursus honorem didattico e scientifico, anche con riconoscimenti internazionali. Ha curato, con passione professionale unita alla sua fede di credente, il patrimonio culturale della diocesi romana ed è, attualmente, membro della Commissione diocesana per l’arte sacra e i beni culturali presso il Vicariato di Roma.
Le ragioni del macigno è la sua prima raccolta poetica pubblicata. Nella linea dei grandi artisti che – come scrive nella postfazione il giornalista di ZENIT, Massimo Nardi – “nella longevità, hanno dato il meglio di se stessi. Goya, Picasso, Monet, Tiziano, Renoir sono i primi nomi che vengono in mente. Giuseppe Verdi mise in scena l’Otello all’età di 74 anni. Oscar Niemeyer, l’architetto che progettò la città di Brasilia, fu attivo fino al momento della morte, sopraggiunta all’età di 105 anni”.
In questa raccolta di poesie dal titolo incisivo, Rosario Giuffrè accompagna il lettore in un percorso che si snoda tra parole e disegni. Frammenti di vita, momenti “fermati” e stati d’animo espressi anche attraverso l’uso di una punteggiatura insolita, provocatrice, frutto di autentica pulsione interiore sostenuta dalla fede.
Interverranno all’incontro esponenti della Chiesa e i due autori dell’introduzione e della postfazione al volume. Il coordinamento sarà affidato alla giornalista Annamaria Barbato Ricci, già capo ufficio stampa alla Presidenza del Consiglio dei Ministri e membro dello staff di Presidenza dell’UNICEF.
Architettura e poesia: il binomio creativo di Rosario Giuffrè
Sarà presentata a Roma la prima raccolta poetica del noto architetto, membro della Commissione diocesana per l’arte sacra presso il Vicariato di Roma