Daily meditation on the Gospel

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Il più piccolo è grande

Meditazione della Parola di Dio di lunedì 26 settembre 2016 – XXVI settimana del Tempo Ordinario

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Lettura
Il libro di Giobbe ci presenta Satana alla corte di Dio, mentre pone l’accento su quello che è l’elemento essenziale nella relazione tra Dio e l’uomo: la gratuità. Giobbe ama Dio per nulla, cioè nella gratuità, o solo perché il Signore lo ricolma delle sue benedizioni? Nel Vangelo si intrecciano due temi: come identificare chi è più grande nella comunità e come accogliere Gesù.
Meditazione
Gesù ha appena annunciato ai suoi discepoli che il Figlio dell’uomo sarà consegnato nelle mani degli uomini. Essi non comprendono le sue parole e hanno paura di interrogarlo a riguardo. Così, non parlando con Gesù, si mettono a discutere su chi tra loro è il più grande. È interessante che l’evangelista non dice che Gesù ha sentito il loro discorso, ma che conosce il “dialogo del loro cuore”. Il “cuore”, nella Bibbia, è il luogo del discernimento, della volontà, dell’intelletto: al centro di tutto questo c’è, per i discepoli, il tema della grandezza all’interno della comunità. Questa necessità di scoprire chi è il più grande nella comunità è così radicata nel cuore dei discepoli, che Gesù ne parla un’altra volta nel contesto dell’Ultima Cena (Lc 22,24-27): anche questa volta, il tema emerge sullo sfondo del Signore che dona la sua vita. Gesù svela che il più piccolo tra loro è il più grande: ma in cosa si radica questo capovolgimento di prospettiva? La causa è celata nel cuore di Dio, perché lui sceglie di dare il suo regno al “piccolo gregge” (Lc 12,32), regno in cui i più piccoli sono più grandi di Giovanni, il più grande tra i nati di donna (Lc 7,28). Il “piccolo gregge” è quello dei discepoli di Gesù ed è tra di loro che vanno cercati i piccoli che sono grandi. Come identificarli ci viene svelato proprio durante l’Ultima Cena, in cui Gesù identifica il più grande con colui che serve, dal momento che lui stesso “sta in mezzo ai suoi come colui che serve”. Le parole di Gesù desiderano modificare i nostri occhi, perché diventino capaci di guardare in modo diverso la realtà. Per fare questo ci mostra i “gusti” del Padre e ci svela come corrispondere ai suoi desideri: vivendo la nostra quotidianità in un continuo stato di servizio, “incarnando” in questo modo la scelta interiore di considerarci sempre “i minori”.
Preghiera:
«Tutti siano chiamati semplicemente frati minori. E l’uno lavi i piedi all’altro» (Fonti Francescane 23): lasciandomi provocare dalle parole di san Francesco d’Assisi, chiedo al Signore la grazia di vivere da “minore” scegliendo di “lavare i piedi” alle persone che incontro.
Azione:
In questa giornata, cercherò di vivere come “colui che serve”.
***
Meditazione a cura di Marzia Blarasin, tratta dal mensile Messa Meditazione, per gentile concessione di EdizioniART. Per abbonamenti: info@edizioniart.it.

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ZENIT Staff

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