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Santa Sede pubblica lo Statuto della Segreteria per la Comunicazione

Approvato ad experimentum per tre anni, assume anche il sito web del Vaticano e rende operativa la fusione dei diversi media vaticani. Il Papa lo ha consegnato personalmente al prefetto Viganò

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Anche la Segreteria per la Comunicazione vaticana ha ora il suo Statuto: pubblicato oggi, ma con data del 16 settembre 2016, è stato approvato ad experimementum per tre anni e “assumerà anche il sito web istituzionale della Santa Sede e la titolarità della gestione nelle reti sociali della presenza del Romano Pontefice”. Entrerà in vigore il prossimo 1° ottobre.

Il Papa ha consegnato personalmente il documento nelle mani del prefetto mons. Dario Edoardo Viganò che ha incontrato oggi, alle 17, insieme al segretario, mons. Lucio Adrián Ruiz, e ai membri del Consiglio della Spc, con i quali si è intrattenuto con grande cordialità.

Il maxi Dicastero rappresenta uno dei punti cruciali  della riforma della Curia romana voluta dal Papa argentino. Istituito nel giugno 2015 con il Motu proprio “L’attuale contesto comunicativo”, in esso, secondo una “norma transitoria”, confluiranno “nei tempi e secondo le modalità stabilite o da stabilire”: il Pontificio Consiglio delle Comunicazioni Sociali, la Sala Stampa della Santa Sede, il Servizio Internet Vaticano, la Radio Vaticana, il Centro Televisivo Vaticano, L’Osservatore Romano, la Tipografia Vaticana, il Servizio Fotografico e la Libreria Editrice Vaticana. 

Queste entità, rimarca lo Statuto, “proseguiranno nelle loro rispettive attività, osservando le proprie norme in vigore, attenendosi però alle indicazioni date dal Prefetto, fino alla data in cui confluiranno nella Segreteria per la Comunicazione, momento a partire dal quale saranno abrogate”.

Tale “riorganizzazione”, volta principalmente “all’integrazione e gestione unitaria”, si è resa necessaria – spiega il documento – per rispondere “all’attuale contesto comunicativo caratterizzato dalla presenza e dallo sviluppo dei media digitali, dai fattori della convergenza e dell’interattività”. L’obiettivo è quindi di rispondere “in modo coerente alle necessità della missione evangelizzatrice della Chiesa” e, in futuro, accogliere eventuali “modelli e innovazioni tecniche e forme di comunicazione”.

La Segreteria – si legge ancora – agisce “in collaborazione con i restanti “Dicasteri competenti”, in particolare con la Segreteria di Stato. All’organismo spetta quindi di supportare i Dicasteri curiali, le istituzioni legate alla Santa Sede, il Governatorato e gli altri organismi residenti in Vaticano che “dipendono dalla Sede Apostolica nella loro attività di comunicazione”.

Per quanto riguarda la struttura del nuovo ufficio, spiega il documento, essa segue “le disposizioni in vigore sulla composizione dei Dicasteri”; precede quindi le figure di un prefetto, un segretario, membri e consultori. Il prefetto, nominato dal Papa ad quinquennium, “regge, dirige e sovrintende” all’attività della Segreteria e la rappresenta anche nei rapporti con entità esterne alla Santa Sede. Tra le sua facoltà rientra quella di “proporre alla superiore autorità, per il tramite della Segreteria di Stato, l’istituzione di altre entità o di enti collegati con la Santa Sede, connessi alla Segreteria per la Comunicazione, al fine di salvaguardare particolari esigenze di natura giuridica, editoriale o economica”.

Il segretario, invece, “assiste e coadiuva” il prefetto nel trattare gli affari della Segreteria, “nel dirigere il personale e le attività a lui affidate”. Tra i consultori, anch’essi nominati dal Pontefice ad quinquennium, “sono annoverati chierici ed altri fedeli di diversa provenienza, esperti nelle attività peculiari” svolte dalla Segreteria. I membri, invece, “vengono convocati per le questioni che presentano carattere di principio generale” o per altre stabilite dal prefetto; saranno convocati “tempestivamente” per le Sessioni plenarie, da celebrare almeno ogni due anni. Mentre per le sessioni ordinarie, sono sufficienti i membri già a Roma.

La Segreteria per le Comunicazione, spiega inoltre lo Statuto, è articolata in cinque Direzioni: per gli Affari Generali, Editoriale, Tecnologica, Teologico Pastorale e direzione della Sala Stampa della vaticana. Queste dipendono direttamente da prefetto e segretario e sono “paritetiche nell’esercizio della loro attività”, assicurando “collaborazione e interazione nelle materie e attività comuni”.

Ognuna ha un proprio direttore nominato dal Papa su proposta del prefetto o della Segreteria di Stato. Attualmente tali incarichi sono così ricoperti: Paolo Nusiner, direttore generale per gli Affari Generali, vice Giacomo Ghisani; Nataša Govekar alla guida del Dipartimento Teologico-Pastorale, mentre l’ingegnere Francesco Masci a quello Tecnologico; Greg Burke direttore della Sala Stampa vaticana, con Paloma Garcia Ovejero come vicedirettrice.

Il prefetto “doterà le singole direzioni dell’organizzazione interna adatta al raggiungimento delle funzioni assegnate, istituendo eventualmente servizi autonomi e designando i responsabili secondo le norme vigenti”. Egli potrà eventualmente istituire anche altre Direzioni, se necessario. Direttori e vicedirettori, insieme ovviamente a prefetto e segretario, partecipano al Consiglio della Segreteria, a cui spetta di “elaborare le linee guida generali” del Dicastero.

Più nel dettaglio, riguardo gli ambiti di competenza, alla Direzione per gli Affari Generali compete (sotto la guida del segretario): cura e gestione degli affari comuni; amministrazione, organizzazione e formazione delle risorse umane; controllo di gestione e sviluppo delle procedure interne; affari legali; amministrazione delle attività tecnico produttive; coordinamento delle iniziative e delle partecipazioni di carattere internazionale.

La Direzione Editoriale decide “l’indirizzo e il coordinamento di tutte le linee editoriali”, insieme allo “sviluppo strategico delle nuove forme di comunicazione” e alla “integrazione efficace dei media tradizionali con il mondo digitale”. La Sala Stampa deve “pubblicare e divulgare le comunicazioni ufficiali, attenendosi alle indicazioni della Segreteria di Stato”; poi, “ospitare e moderare conferenze stampa e briefing; rispondere in modo ufficiale alle domande dei giornalisti”.

Piattaforme e servizi tecnologici sono affidati invece alla Direzione tecnologica che li gestisce in modo integrato “a supporto dell’evoluzione dei mezzi di comunicazione della Santa Sede”, progettando “nuovi servizi” e sviluppando “quelli esistenti”, anche “in relazione alle differenti condizioni di sviluppo delle Chiese particolari”.

Infine, la Direzione Teologico Pastorale elabora “una visione teologica della comunicazione a cui conformare il contenuto di ciò che si comunica”. Tra i suoi compiti anche quello di promuovere “l’attività pastorale” del Papa, in parole e immagini”; promuovere la formazione teologico-pastorale, “tessendo una rete con le Chiese particolari e con le associazioni cattoliche”; “sensibilizzare il popolo cristiano affinché prenda coscienza dell’importanza dei mezzi di comunicazione, nella promozione del messaggio cristiano e del bene comune”.

Su personale e consulenti esterni, lo Statuto spiega che essi “sono scelti tra persone di comprovata reputazione, libere da ogni conflitto di interesse e dotate di un adeguato livello di formazione ed esperienza professionale”. Anzi, “ogni conflitto di interesse, che dovesse sorgere durante il loro mandato, deve essere reso noto e devono essere adottate misure idonee a risolverlo”.

Per quanto riguarda nomine, assunzioni e impiego del personale si rimanda al Regolamento Generale della Curia Romana o altre disposizioni della Sede Apostolica.

Tutti i documenti, i dati e le informazioni in possesso della Spc “sono usati unicamente per gli scopi previsti dalla legge; protetti in modo da garantire la loro sicurezza, integrità e confidenzialità; coperti dal segreto d’ufficio”. La Segreteria è anche dotata di “un archivista responsabile” dei suoi archivi da custodire “in un luogo sicuro all’interno dello Stato della Città del Vaticano o in una zona extraterritoriale vaticana”.

Al prefetto spettano anche “direttive e procedure” per “l’ottimale custodia e conservazione dei documenti (anche audiovisivi e sonori, in formato analogico e/o digitale)” di “rilevanza legale e storica”, in consultazione con la Commissione Centrale per gli Archivi della Santa Sede.

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Salvatore Cernuzio

Crotone, Italia Laurea triennale in Scienze della comunicazione, informazione e marketing e Laurea specialistica in Editoria e Giornalismo presso l'Università LUMSA di Roma. Radio Vaticana. Roma Sette. "Ecclesia in Urbe". Ufficio Comunicazioni sociali del Vicariato di Roma. Secondo classificato nella categoria Giovani della II edizione del Premio Giuseppe De Carli per l'informazione religiosa

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