Nigeria. Unire le religioni per sviluppare il Paese

I vescovi del Paese africano invitano a liberare la religione dalle forze che l’hanno presa in ostaggio

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“La santità e la dignità della vita umana è costantemente minata nel nostro Paese” questa la denuncia dei Vescovi della Nigeria nel comunicato pubblicato al termine della loro Assemblea Plenaria, che si è tenuta presso il Domus Pacis Pastoral Centre, ad Akure, nello Stato di Ondo, dall’8 al 16 settembre.
Come riportato dall’agenzia Fides (www.fides,org) il documento dei Vescovi afferma che “Le persone, specialmente donne e bambini, sono ridotte a merce e sono trafficate dentro, attraverso e oltre il nostro Paese a fini di sfruttamento sessuale, schiavitù forzata e prelievo di organi”.
La causa di questa situazione deriva dalla povertà legata alle difficili condizioni economiche derivanti dal crollo del prezzo del petrolio, principale fonte di entrata del Paese. “L’economia è in recessione” costatano i Vescovi.
“Molte persone hanno perso il lavoro, e coloro che sono fortunati per averlo conservato non sono adeguatamente remunerati, alcuni non sono pagati come e quando dovuto”.
I Vescovi chiedono al governo di “diversificare l’economia, lanciare politiche fiscali e monetarie, stimolare gli investimenti, e impegnarsi per un’economia produttiva invece che consumistica”.
Lanciano poi un appello ai nigeriani “perché riducano gli sprechi, moderino le loro preferenze per i prodotti stranieri e siano più prudenti nelle spese”.
Nel comunicato si riafferma la preoccupazione dei Vescovi per la situazione politica e sociale della Nigeria, già espressa nel loro messaggio “Ristabilire la fiducia nella Nigeria” pubblicato poco prima della conclusione della Plenaria.
Si chiede al governo di affrontare le cause profonde delle violenze nel Delta del Niger e di quelle commesse dai pastori in diverse aree del Paese.
Sul piano religioso, il messaggio constata che “è triste vedere che la religione sia rappresentata come un problema della nazione invece che una soluzione”.
Questo a causa “del crescente numero di persone mal preparate che fondano chiese e moschee, e alle deleterie polemiche verbali tra aderenti a diversi gruppi religiosi che promuovono la loro miope agenda religiosa”.
“In questo tempo di sfida alla nostra storia come popolo, lanciamo un appello per sforzi comuni per superare lo spirito di malsana competizione, sospetto, negatività e atteggiamenti duri tra cristiani e musulmani. Chiediamo ai credenti nell’Unico Dio vero a non cedere nel ricercare la verità e nel difenderla. Insieme possiamo liberare la religione dalle forze che l’hanno presa in ostaggio”.

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ZENIT Staff

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