Vincitore del Premio della Giuria dei Giornalisti 2016 al Fiuggi Film Festival, la pellicola “Coconut hero” sviluppa, in modo divertente e paradossale, un racconto adolescenziale sulla scoperta dell’amore e del senso della vita.
Mike Tyson ha 16 anni e vive con la madre nella città canadese Faintville. Non ha amici e non conosce suo padre. Per dare uno scopo alla sua vita decide di suicidarsi, ma fallisce nel suo goffo tentativo e contemporaneamente scopre di avere un tumore al cervello. Se curato potrebbe guarire.
Con la morte certa in mente, egli impara a sentire gioia e dolore. Mike Tyson è lo stravagante nome del sedicenne, atipico protagonista di questo film. In realtà il ragazzo non ha nulla a che fare con il pugile, al contrario ha una struttura fisica e un aspetto del tutto opposti al nome che porta.
Mike non è particolarmente inserito nel gruppo dei suoi coetanei e a scuola è bullizzato persino dai ragazzi più piccoli di lui; vive con una mamma stravagante e un po’ distratta e del padre, che non ha mai conosciuto, sa solo che vive in Germania. Eppure nonostante tutto ciò Mike sembra all’apparenza un ragazzo mite e sereno, semplicemente in cerca di uno scopo che dia senso alla sua esistenza.
Il regista Florian Cossen si diverte a raccontare una storia densa di contenuti ed emozioni ma in cui tutto è generato per ironici contrasti. Per Mike infatti la sola cosa che dia davvero senso alla sua vita è riuscire nell’obiettivo di porvi termine. Intento in cui fallisce ma che lo porta alla scoperta di un tumore al cervello che, se non curato, lo porterà a morte certa.
Bizzarramente lieto della notizia Mike dedica tutte le sue energie al suo nuovo obiettivo: la preparazione della propria morte. Ciò genera una serie di situazioni tra il divertente e toccante. Lungo questo suo percorso in vista della propria dipartita infatti Mike si trova a fare delle surreali chiacchierate con un sacerdote in cui il senso del discorso sulla morte è esattamente opposto per mittente e destinatario.
Stringerà una stravagante amicizia con un impresario delle pompe funebri e, inaspettatamente, riallaccerà i rapporti con il padre. Al di sopra di tutto però l’impegno e la perseveranza nel ricercare il proprio obiettivo per contrappunto lo porteranno a conoscere il valore dell’amicizia, del dono di sé e l’emozione del primo amore.
Il tema delicato e doloroso della morte diventa il divertente pretesto attraverso cui illuminare in modo simpatico, originale ma assai serio, argomenti importanti come l’adolescenza, l’amicizia, l’amore e il rapporto genitori-figli
Il film non sempre riesce a sostenere il ritmo brioso che l’impostazione drammaturgica richiederebbe, a volte infatti la narrazione rallenta penosamente e apre la strada a troppi generi diversi, compreso il musical. La sceneggiatura però è assai originale e la fotografia meritevole.
“Coconut hero” potrebbe far pensare ad altri famosi film di questo genere divenuti un cult come Harold e Moude, Il giardino delle vergini suicide o La vita di Adele, ma in esso, a parte il tema del suicidio, ogni dettaglio è trattato con una freschezza del tutto nuova e originale, che non scade mai nel patetico nonostante la storia riceva poi un forte impatto drammatico.
Mike compie un cammino di crescita profonda che lo porta a diventare un giovane adulto capace di affrontare la vita e le emozioni, belle e brutte, che essa comporta senza cercare di evadere dalla realtà.
“Coconut hero” è stato presentato in anteprima al Festival di Monaco e lanciato il 13 agosto 2015 nei cinema tedeschi.
*
Titolo Originale: Coconut Hero
Paese: Canada-Germania
Anno: 2015
Regia: Florian Cossen
Sceneggiatura: Elena di Saucken
Produzione: Paul Scherzer, Fabian Untermaubach, Jochen Laube
Durata: 97
Interpreti: Alex Ozerov; Bea Santos; Krista Bridges; Sebastian Schipper; Jim Annan
"Coconut Hero". La vita che conta quando vuoi lasciarla
Un film sul paradosso di chi scopre il vero senso della vita nel momento in cui vuole togliersela