La logica del cristianesimo non è appiattita sul presente ma guarda sempre al domani o, meglio ancora, “dopodomani” della Resurrezione. Lo ha affermato papa Francesco nell’omelia di stamattina alla Casa Santa Marta, prendendo spunto dalla Prima Lettura (1Cor 15,12-20), in cui San Paolo afferma: “Se Cristo non è risorto dai morti, neppure noi lo saremo”.
“È facile per tutti noi – ha detto il Pontefice – entrare nella logica del passato, perché è concreta”, così come è “facile entrare nella logica del presente, perché lo vediamo”.
Tutt’altro che semplice è, invece, “entrare nella totalità di questa logica del futuro”, poiché il futuro suscita spessissimo la classica reazione del “meglio non pensare” o del “tutti moriremo”.
San Paolo, al contrario, si prende il coraggio di annunciare la “logica del dopodomani”, quella della “resurrezione”: Cristo è risorto, non è un fantasma e dice: “Toccatemi. Datemi da mangiare”. La logica del dopodomani è quindi “la logica nella quale entra la carne”, ha affermato il Santo Padre.
Molti di noi, ha aggiunto, sono traditi da “un certo gnosticismo”, che insinua che “sarà tutto spirituale”, poiché “abbiamo paura della carne”.
Non è un caso se la “prima eresia” fu quella condannata dall’Apostolo Giovanni: “Chi dice che il Verbo di Dio non è venuto in carne è dell’Anticristo”.
“Abbiamo paura di accettare e portare alle ultime conseguenze la carne di Cristo – ha proseguito il Papa -. È più facile una pietà spiritualistica, una pietà delle sfumature; ma entrare nella logica della carne di Cristo, questo è difficile”.
Anche per i primi cristiani era difficile comprendere l’essenza della Resurrezione: secondo Francesco “nella fede della resurrezione della carne, hanno la radice più profonda le opere di misericordia, perché c’è un collegamento continuo”.
Gesù, del resto, “si è fatto vedere e toccare e ha mangiato con i discepoli dopo la resurrezione”, dando così vita alla “logica del dopodomani, quella che noi troviamo difficoltà a capire, in cui troviamo difficoltà ad entrare”.
Se comprendere la “logica del passato”, “quella dell’oggi” e finanche quella “del futuro”, è un “segno di maturità”, per capire la logica del dopodomani, “ci vuole una grazia grande”: sarà quello il momento della “trasformazione, quando Lui verrà e ci porterà tutti trasformati sulle nuvole per rimanere sempre con Lui”, ha quindi concluso il Pontefice.
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Santa Marta: “La logica del ‘dopodomani’ è quella della Resurrezione”
Nell’omelia del mattino, papa Francesco prende le distanze da una “pietà spiritualistica” che nulla ha a che spartire con la “carne di Cristo”