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Gioco d’amore

Giocando il bambino esprime la gioia di essere con la mamma e, stando in braccio alla mamma, racconta e riassapora le sorprese del gioco

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Di fronte al comportamento del bambino, l’adulto rimane spesso incantato e impara a vivere. Per il bambino la vita risulta un gioco. Lui vuol sempre giocare. È al gioco, ma pensa alla mamma; è con la mamma, ma pensa al gioco. Giocando il bambino esprime la gioia di essere con la mamma e, stando in braccio alla mamma, racconta e riassapora le sorprese del gioco. Non ha voglia di giocare se il pensiero dominante non è la mamma, né corre dalla mamma se non per poter tornare a giocare con felicità accresciuta.
È tale la frequenza di questi passaggi che non sa più distinguere il gioco dallo stare con la mamma; si potrebbe dire che mentre gioca sta con la mamma e mentre sta con la mamma continua a giocare. La sua mente, di tanto in tanto, è attraversata da qualche nube, ansia, paura. Quelli sono i momenti in cui, con più intensità, fissa il volto, gli occhi della mamma che puntualmente gli invia la risposta rassicurante: un sorriso, un cenno di attenzione, una carezza, un gesto di gioia; in una parola: l’amore.
Ricordo un bel canto che invita l’adulto a diventare bambino per stare al gioco con Dio: “Vengo, continuo a giocare; solo m’importa d’amare”. Allora la mia vita come la tua è tutta un “gioco d’amore”.

Ciao da padre Andrea
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Andrea Panont

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