Lettura
La prima lettura ci ricorda il contesto in cui collocare la memoria della Beata Vergine Maria Addolorata: la morte di Gesù. Ci vengono proposti due brani evangelici tra cui scegliere. Nel Vangelo di Giovanni siamo invitati a contemplare Maria sotto la croce di Gesù. Nel Vangelo di Luca, Simeone, tenendo il bambino Gesù tra le braccia, riconosce in lui un segno di contraddizione, e annuncia a Maria che una spada le trafiggerà l’anima.
Meditazione
Gesù è in croce, ma anche in quel momento di profonda sofferenza si prende cura delle persone che gli stanno accanto. Vedendo Maria e il discepolo che ama, egli costruisce una nuova relazione tra loro. Nelle sue parole, Gesù dona alla madre il discepolo amato come figlio, generandola come “madre” di tutti coloro che si mettono alla sua sequela. Allo stesso tempo, dona al discepolo amato Maria come sua madre, generandolo come suo figlio. La nuova relazione che Gesù dona loro, e a ciascuno di noi, è dunque quella di maternità e figliolanza. Maria è e rimane la madre di Gesù, ma, proprio per questo, ora è chiamata a essere madre dei discepoli, “incarnando” in essi i tratti del Figlio. Dall’altra parte, se ogni discepolo riconosce in Maria la propria madre, scopre che la sequela del Risorto lo apre ad una relazione di fraternità. Nel Vangelo di Luca, invece, Gesù è un bambino tra le braccia del vecchio Simeone, che riconosce in lui la consolazione di Israele. L’espressione italiana “è qui” traduce un verbo greco che significa “giacere” e che è utilizzato in riferimento al segno dato ai pastori, un bambino avvolto in fasce e “giacente” nella mangiatoia, e alla sepoltura di Gesù, per descrivere il sepolcro in cui nessuno era ancora “giaciuto”. È in questi due momenti della sua vita che Gesù è segno di contraddizione, capace di svelare i pensieri presenti nei nostri cuori, perché è nel momento della nascita e della morte che lo scandalo dell’incarnazione, di un Dio che si fa carne per amore, si svela in tutta la sua forza. Alla luce di questo, Simeone annuncia a Maria che una spada “passerà” nella sua anima: parole che sembrano svelare che il “segno di contraddizione” produrrà in lei la morte di qualcosa. Questo qualcosa viene evocato in Lc 8,21, dove Gesù afferma che “sua madre” sono tutti coloro che “ascoltano e compiono” la sua parola. Davanti al segno di contraddizione che è suo Figlio, Maria scoprirà che ciò che la rende sua madre non è l’averlo fisicamente generato, ma l’obbedienza fattiva alla parola di Dio.
Preghiera
«Sii per me una roccia di rifugio, un luogo fortificato che mi salva. Perché mia rupe e mia fortezza tu sei, per il tuo nome guidami e conducimi» (Sal 31,3b-4): chiedo al Signore la grazia di radicarmi in lui, quando la croce si presenta nella mia vita.
Azione
Cercherò di donare un po’ del mio tempo per stare accanto a qualcuno che è nel dolore.
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Meditazione a cura di Marzia Blarasin, tratta dal mensile Messa Meditazione, per gentile concessione di EdizioniART. Per abbonamenti: info@edizioniart.it.
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Meditazione della Parola di Dio di giovedì 15 settembre 2016 – XXIV settimana del Tempo Ordinario