Quando la Madonna a Fatima indicò l’orrore delle ideologie  

Presentato al Congresso Mariologico internazionale, il libro “I misteri di Fatima. Il più grande segreto del XX secolo”

Print Friendly, PDF & Email
Share this Entry

Nel corso del Congresso Mariologico Internazionale che si è svolto a Fatima dal 6 all’11 settembre è stato presentato il libro  “Fatima Misteries – Mary’s Message to the modern Age (I misteri di Fatima – Il messaggio di Maria all’età moderna)”, scritto dai Polacchi Grzegorz Gorny e Janusz Rosikon e pubblicato in Polonia da Rosikon Press  e negli Stati Uniti da Ignatius Press.
Gorny è  reporter, saggista, pubblicista produttore di film per il grande schermo e per la televisione. Rosikon è un noto fotografo, membro dell’Associazione Polacca dei Giornalisti. Si è occupato per la prima volta della Madonna di Fatina, 40 anni fa quando stava indagando sui santuari mariani.
Nel presentare il loro libro, i due autori hanno ricordato come nel 2010 Benedetto XVI evidenziò l’attualità delle apparizioni di Fatima ed il loro potenziale profetico. A Fatima, la Madre di Dio ha messo in guardia i bambini contro gli errori che sarebbero provenuti dalla Russia e sparsi in tutto il mondo. Da questa prospettiva vale la pena osservare il comunismo, così come fece Papa Pio XI.
Per l’allora Pontefice, il comunismo sovietico non era solo un sistema politico, sociale od economico, ma aveva anche una valenza spirituale. Nella sua enciclica Divini Redemptoris definì il comunismo addirittura come la più grande eresia di tutti i tempi. Se si prova a confrontare le ipotesi e la pratica del comunismo con i Dieci Comandamenti, si scopre, infatti, che è la negazione assoluta del Decalogo.
Primo comandamento: “Non avrai altro Dio all’infuori di me” – Il comunismo, nonostante tutte le dichiarazione fragorose circa l’ateismo, è una sorta di religione laica. Invece dei dogmi cristiani appare la dottrina marxista. Il magistero della Chiesa lascia il posto al Comitato Centrale del Partito Comunista (bolscevico). Il santuario più sacro del comunismo rimane il Mausoleo di Lenin a Mosca, in cui regna il pio silenzio e la concentrazione quasi mistica. Infine il posto dedicato a Dio come legislatore supremo sostituisce l’uomo stesso, o meglio la sua rappresentazione collettiva: il Partito.
Secondo comandamento: “Non nominare il nome di Dio invano” – Nel 1922, le autorità sovietiche hanno fondato l’Associazione di Militanti senza Dio. L’organizzazione è guidata dalle indicazioni di Marx, che ha definito la religione l’oppio per il popolo, e proclamò che l’unico ostacolo per la rivoluzione comunista mondiale è Gesù Cristo. Nello stesso anno inizia la stampa del proprio organo di diffusione – il quotidiano “Senza Dio” la cui tiratura raggiunge le 200.000 copie. Inoltre esce il settimanale “Atieist” e “Antirielioznik”,  diffuso in modo imponente con 1,5 milioni di copie.
Terzo comandamento: “Ricordati di santificare le feste” –  I comunisti distruggono le chiese cristiane. Soltanto a Kiev demoliscono 98 chiese. Il 5 dicembre 1931 è stato fatto saltare in aria il più grande edificio ecclesiastico in Russia – la Cattedrale di Cristo Salvatore, costruita come ringraziamento per la vittoria contro Napoleone. Molti templi e monasteri vengono chiusi e trasformati in edifici di utilità pubblica. In tutto il paese rimane aperta qualche chiesa ortodossa e una manciata di chiese romano – cattoliche. Le autorità vietano di pregare e di celebrare le feste in pubblico. La domenica sono spesso organizzati i lavori pubblici, cosiddette opere sociali, per impedire alla gente di celebrare questo giorno festivo. A Natale e Pasqua per le strade principali della città marciano “carnevali anti-religiosi”, in cui i partecipanti prendono in giro Gesù e Vergine Maria. Soltanto a Leningrado nel Natale del 1924 si svolgono venti  parate mascherate. Alcune terminano con la distruzione delle icone bruciate in pubblico. Da casa a casa passano le truppe degli attivisti chiamati “udarnik” che intimidiscono le persone e le costringono a firmare una petizione per chiedere la chiusura di qualche chiesa ortodossa o cattolica.
Quarto comandamento: “Onora il padre e la madre” –  La propaganda comunista vuole che la fedeltà al partito sia più importante della lealtà nei confronti dei genitori. Un esempio di tale atteggiamento rappresenta la storia di Pavlik Morozov, un ragazzo di 14 anni, proveniente da un villaggio Gierasimowka, nella provincia di Tobolsk. E’ considerato in tutto il paese come un eroe poiché ha denunciato il proprio padre dopo aver scoperto che ha nascosto il suo grano a causa della quota obbligatoria. La denuncia si conclude con l’arresto del genitore, ma il traditore minorenne viene ucciso da suo nonno. Da quel momento viene indicato come un esempio da seguire ai giovani sovietici, diventando un martire del comunismo. I suoi ritratti vengono appesi nelle scuole, si fanno dei film biografici, vengono pubblicati libri su di lui. Lo scrittore Maxim Gorky ammira Morozov, sottolineando che l’amore verso il Partito è diventato più importante dei legami familiari. Ben presto, questo esempio assume la forma di un articolo nel codice penale. Si legge “Sul tradimento della patria” del 1934 che è prevista la responsabilità legale- inclusa la pena di morte – per le persone sopra i 12 anni di età in caso di mancata denuncia anche dei propri genitori.
Quinto Comandamento: “Non uccidere” – Omicidi di massa diventano non solo un modo per ottenere il potere, ma, per molti anni, fanno parte integrante del funzionamento del sistema comunista. Lo storico britannico Robert Conquest, sulla base dei dati d’archivio, calcola che durante tutto il periodo dell’Unione Sovietica sono morti nel Gulag circa 42 milioni di persone, e si calcola che tra i 10 ed i 30.000.000 potevano morire durante il trasporto per raggiungere i campi, o per sfinimento dopo aver lasciato i campi. La Grande Carestia (Holodomor), indotta artificialmente dai comunisti in Ucraina, ha provocato la morte di circa 6-7 milioni di esseri umani negli anni 1932-1933. Di tanto in tanto il Partito effettuava le grande purghe, nei quali hanno perso la vita altri milioni di persone. Inoltre l’Unione Sovietica è stato il primo paese del mondo, a legalizzare l‘aborto. Questo accade il 18 Novembre del 1920. Da allora, l’aborto è stato trattato in URSS, come un contraccettivo. Il secondo paese al mondo a legalizzare l’uccisione di bambini non nati sarà il Terzo Reich, anche se solo nei territori da loro conquistati. Il 9 marzo 1943, Hans Frank nel Governatorato Generale, cioè nei territori polacchi occupati, permetterà di eseguire gli aborti, ma soltanto tra i rappresentanti delle nazioni di “razza più bassa “, soprattutto gli Slavi.
Sesto comandamento: “Non commettere atti impuri” –  Già nel 1905, al III Congresso del Russo Socialdemocratico Partito Bolscevico dei Lavoratori, ad uno dei capi del gruppo, Leon Trotsky, viene affidato il compito di sviluppare una nuova teoria dei rapporti sessuali, che deve essere introdotta dopo la vittoria della rivoluzione proletaria. Nel “Manifesto” scrivono che, il matrimonio è uno strumento di sfruttamento delle donne mentre la famiglia un istituzione capitalista, che nel regime comunista dovrebbe essere eliminata. Già nel 1904, Lenin proclamò che la condizione per la vittoria del socialismo è la liberazione della sessualità dalle catene della famiglia.
Il 19 dicembre 1917 le autorità comuniste introducono due decreti: “Sullo scioglimento del matrimonio” e “Sul matrimonio civile, sui bambini e sulla registrazione del matrimonio.” I nuovi atti legislativi equiparano il matrimonio con le coppie di fatto mentre il divorzio è una formalità, che si può realizzare via postale per tre rubli, anche senza avvisare l’ex coniuge. Il primo commissario popolare  per le questioni sociali nel governo bolscevico è Alexandra Kollontaj, che lancia l’idea della rivoluzione sessuale. Inizia una campagna chiamata “l’amore come un bicchiere d’acqua.” Secondo lei il rapporto sessuale è una cosa così banale e ovvia come soddisfare la sete e il completamento dei liquidi nell’organismo.
Poco dopo la presa del potere da parte dei comunisti in molte città sovietiche sono apparsi i Commissariati  dell’Amore Libero, che invitavano i cittadini ai rapporti sessuali frequenti. Accade che le donne che rifiutano i rapporti sessuali con uomini indicati dai commissariati sono punite con la fustigazione. In Saratov le autorità locali ordinano un regolamento sulla “nazionalizzazione delle donne”. Si obbliga tutte le donne dai 17 ai 30 anni, indipendentemente dallo stato civile, di concedere il loro corpo ai “cittadini uomini.” A ciascun lavoratore, che scaricava il 2 per cento del suo reddito in un fondo speciale, è stato garantito il sesso con qualsiasi “donna cittadina” tre volte a settimana.
Nel 1924, il sanguinario capo della polizia bolscevica CZEKA – Feliks Dzierżyński, raccoglie nella caserma di Bolszewo 1.000 minorenni criminali, di cui 300 ragazze di età compresa tra 12 a 18 anni, per poi incoraggiarli al sesso di gruppo.
L’artista Sergei Mierkurow inventa “L’alfabeto sovietico erotico”, concepito come un manuale per insegnare la lettura e la scrittura agli analfabeti. I disegni pornografici dovevano incoraggiare i ragazzi analfabeti per esplorare l’alfabeto. Nei cinegiornali in quel periodo è possibile vedere la gente che impara la lingua russa con questo particolare libro.
Il direttore dell’Istituto dell’Igiene Sociale di Mosca Grigorij Batkis, autore del libretto “La rivoluzione sessuale nell’Unione Sovietica.” scrive che la famiglia borghese composta da un marito ed una moglie deve essere sostituita dalla ˮComune di Komsomolsk”, in cui coesiste insieme una dozzina di persone, poiché solo in questo modo è possibile conciliare i sentimenti personali con i grandi compiti sociali. La guerra contro il matrimonio e la famiglia porta conseguenze disastrose. Conduce alla regressione demografica della popolazione e ad un forte aumento del numero dei bambini “di nessuno”. Nel 1922 nell’Unione Sovietica ci sono addirittura 7 milioni di “orfani” abbandonati dai propri genitori. A seguito di tutto questo, nel 1926, il successore di Lenin – Stalin, ordina il ritiro dalla politica di promozione della promiscuità sessuale.
Settimo comandamento: “Non rubare” – L’intero sistema comunista è basato su sottrazioni. Uno dei suoi principi fondamentali è l’eliminazione della proprietà privata, cioè privare i legittimi proprietari della loro proprietà: dei terreni, delle fabbriche, dei magazzini, dei macchinari, e talvolta anche degli alloggi, e infine nazionalizzare le loro proprietà. Ai sequestri sono sottoposti non solo i ricchi, ma anche il ceto medio. Nella prima fase della rivoluzione, uno dei leader comunisti, “il preferito del Partito” Mikolaj Bucharin, lancia lo slogan “Sequestra ciò che è rubato.”
Ottavo Comandamento: “Non dire falsa testimonianza” – La propaganda sovietica in gran parte si basa su menzogne, false accuse e calunnie. Molte persone e le comunità neutre nei confronti del comunismo vengono presentate come i nemici del sistema. Gli oppositori del regime, reali o presunti, sono accusati di crimini immaginari. I sacerdoti cattolici vengono presentati come degli agenti del Vaticano mentre gli alti ufficiali dell’Armata Rossa (durante le purghe in 1937-1939) come le spie del Terzo Reich. I processi dimostrativi si svolgono sulla base di prove artefatte di colpevolezza. Questo porta ad una situazione in cui gli accusati si accusavano nelle aule dei tribunali, ammettendo crimini immaginari e non commessi.
Nono comandamento: “Non desiderare la donna d’altri” –  La fedeltà coniugale è considerata come una obsoleta pratica borghese. Di conseguenza, crescono l’acquiescenza e la possibilità di tradire il proprio coniuge.
Decimo comandamento: “Non desiderare la roba d’altri” – I marxisti sostengono che una delle principali forze motrici della storia è la lotta di classe. E’ un conflitto che si protrae da secoli.  Tra i ceti approfittatori e quelli sfruttati, tra i ricchi e i poveri, borghesia e proletariato, capitalisti e lavoratori. Si rende necessaria la rivoluzione militare per estirpare questa ingiustizia. Le masse dei prevaricati, riusciranno a ribellarsi cruentemente soltanto se spinte da rabbia e odio. Così, è inevitabile sbarazzarsi di qualsiasi influenza cristiana e dalle fantasie sull’umiltà, la misericordia o la ricompensa post mortem. A completare i dieci comandamenti nella religione cristiana è il comandamento che Gesù ha lasciato ai suoi discepoli: “Amerai il Signore Dio tuo con tutto il tuo cuore, con tutta la tua anima e con tutta la tua forza e il tuo prossimo come te stesso.” E ‘difficile trovare una negazione più vigorosa  di queste parole se non attraverso quel che avviene durante il comunismo.
Riepilogando, Pio XI aveva ragione quando disse che il comunismo è la più grande eresia di tutti i tempi. C’è un rimedio sempre efficace che Maria ha proposto. La Madonna ha detto ai pastori che esistono due condizioni per la conversione della Russia. La prima è la consacrazione della Russia al Cuore Immacolato di Maria da parte del Santo Padre, la seconda è la celebrazione liturgica di riparazione nei cinque primi sabati del mese. La prima condizione è stata rivolta al Papa e ai vescovi, mentre la seconda a tutto il Popolo di Dio.
 

Print Friendly, PDF & Email
Share this Entry

ZENIT Staff

Sostieni ZENIT

Se questo articolo ti è piaciuto puoi aiutare ZENIT a crescere con una donazione