“Tolleranza zero” aveva annunciato Bergoglio riguardo alla piaga della pedofilia nella Chiesa, imboccando la strada già intrapresa con coraggio da Papa Ratzinger. Un impegno che, in quasi quattro anni di pontificato, si è reso concreto grazie soprattutto al contributo della Pontificia Commissione per la Tutela dei Minori che proprio ieri ha concluso la sua plenaria in Vaticano.
Due le importanti proposte avanzate dall’organismo al termine dei lavori iniziati il 5 settembre scorso, in linea con gli obiettivi stabiliti dal Motu Proprio istitutivo del 2014: “Realizzare tutto il possibile per assicurare che delitti come quelli già accaduti non si ripetano mai più nella Chiesa”.
Gli otto membri, capitanati dal cardinale di Boston Sean O’Malley, hanno quindi proposto l’istituzione una Giornata mondiale di preghiera per le vittime di abusi e la realizzazione di un modello guida da diffondere in tutte le Conferenze Episcopali per combattere tali crimini. A darne notizia è un comunicato diffuso oggi dalla stessa Commissione, che annuncia anche il prossimo lancio di un sito web ufficiale.
L’idea di una Giornata di preghiera è stata sollecitata da uno dei consultori, l’irlandese Mary Collins, in passato anch’ella vittima di abusi da parte di un sacerdote. Alla base dell’iniziativa c’è la certezza della Commissione che “la preghiera è parte del processo di cura dei sopravvissuti e della comunità dei credenti”. “La preghiera pubblica – si legge nella nota – è una forma importante per dimostrare una maggiore presa di coscienza da parte della Chiesa”.
Il Papa ha approvato e ha chiesto alle Conferenze Episcopali nazionali di scegliere un giorno appropriato per pregare per le vittime. Sono già numerose le diocesi che hanno garantito la loro adesione: ad esempio, la Chiesa australiana ha fatto saper di aver fissato la celebrazione per l’11 settembre, in concomitanza con la Giornata Nazionale per la protezione dell’infanzia; mentre la Conferenza Episcopale del Sudafrica dedicherà tre giornate all’iniziativa dal 2 al 4 dicembre, seconda domenica di Avvento. Altri paesi celebrano da tempo una ricorrenza simile, come ad esempio l’Italia, da circa 20 anni, grazie alla fondazione Meter promossa da don Fortunato Di Noto.
Oltre alla Giornata di Preghiera, il team anti-abusi ha affrontato diverse altre questioni. Punto di riferimento è stato il Motu Proprio del Papa ‘Come una madre amorevole’, pubblicato il 4 giugno scorso, che sottolinea la responsabilità dei vescovi e introduce la “negligenza” rispetto ai casi di pedofilia tra le “cause gravi” previste dal Diritto canonico per la rimozione dei pastori.
“Abbiamo riflettuto sulla base del Motu proprio del Santo Padre ‘Come una madre amorevole’ – spiega il comunicato della Commissione – poiché la responsabilità nello scandalo degli abusi sessuali sui minori da parte del clero rappresenta una delle principali preoccupazioni fin dall’inizio. Nel febbraio 2015 – si legge – la Commissione ha presentato una proposta al Santo Padre sulle responsabilità del vescovo”; nel Motu Proprio, il Pontefice “va oltre la responsabilità dei vescovi, estendendola ad altri livelli della Chiesa. La Commissione ha accolto con favore questo punto”.
La settimana di consultazioni è stata suddivisa in gruppi di lavoro in base ad un ordine tematico: linee-guida, attenzione e protezione, educazione, formazione, teologia e spiritualità, normative civili e canoniche. Dall’approfondimento sono scaturite nuove proposte da presentare al Santo Padre, come, ad esempio, l’elaborazione di un modello standard di indicazioni per la protezione di bambini, adolescenti e adulti vulnerabili.
Durante la plenaria è stato anche ribadito l’impegno per l’educazione definita “la chiave” dell’intero operato. Punti principali della plenaria sono state infatti le segnalazioni dei membri sull’avanzamento di programmi di formazione già in corso, sia in Vaticano che a livello locale. Iniziative, queste, frutto degli sforzi della Commissione per rendere un adeguato servizio al Santo Padre e alla sua linea “senza sconti né privilegi” verso i casi di abusi e per mettere le proprie conoscenze a disposizione delle Chiese locali o dei leader religiosi.
In quest’ottica, i membri della Commissione sono invitati a tenere conferenze e partecipare a vari incontri, assemblee e workshop nei cinque continenti. Sono già numerosi gli appuntamenti ai quali parteciperanno in diverse parti del mondo nei prossimi mesi: in Australia e in Nuova Zelanda, nelle Filippine e in Colombia, in Tanzania e in Madagascar, e anche in Argentina, Italia ed Est Europa.
Come riferito da padre Hans Zollner, uno dei membri della Pontificia Commissione, alla Radio Vaticana: “In questi ultimi mesi, almeno 70-80 incontri si sono svolti nelle parti più diverse del mondo: dall’Europa all’America, sino all’Oceania. Abbiamo visto come ora in molte parti del mondo, in cui finora non si parlava del tema dell’abuso e della sua prevenzione, si stiano muovendo molto persone all’interno della Chiesa e anche fuori; e che la Chiesa in queste zone è veramente la parte più attiva e più importante proprio grazie al sistema delle scuole cattoliche, grazie a tutto il sistema educativo e al lavoro con i giovani e le famiglie”. Lo stesso Zollner ha rivelato che Papa Francesco, lo scorso sabato a margine dell’udienza giubilare, ha incontrato per sua volontà due donne italiane vittime di abusi compiuti da preti.
In Vaticano, gli otto consultori della Commissione – di cui, ricordiamo, non fa più parte l’inglese Peter Saunders dopo i duri attacchi al cardinale George Pell – hanno partecipato ad alcuni incontri promossi dalla Pontificia Accademia Ecclesiastica e dalla Congregazione per la Vita consacrata. La prossima settimana la loro agenda sarà fitta di impegni, come il corso di formazione per i vescovi organizzato dalla Congregazione per l’Evangelizzazione dei Popoli, l’incontro della Congregazione per il Clero e quello dedicato ai nuovi presuli appartenenti alla Congregazione per i Vescovi.
Altri appuntamenti formativi sono in programma nei prossimi mesi in Messico, Ecuador e con la Conferenza Episcopale colombiana. La Commissione è stata inoltre richiesta per “istruire” la Conferenza dei Superiori del Ramo maschile negli Stati Uniti e per realizzare un progetto con la Federazione delle Conferenze Episcopali dell’Asia (FABC).
Quanto al sito web, non è stata ancora resa nota una data di lancio ma la Commissione precisa che avverrà al più presto nei prossimi mesi, perché “consideriamo fondamentale la nostra presenza nel mondo digitale” al fine di “collaborare con le Chiese locali e diffondere l’importanza della protezione e della salvaguardia dei minori”. L’obiettivo rimane quello ribadito da sempre: “Rendere la Chiesa e la società un luogo sicuro per tutti”.