"Amoris Laetitia" / ZENIT - HSM, CC BY-NC-SA

Amoris Laetitia. Il Papa: “Non ci sono altre interpretazioni possibili"

Francesco invia una lettera inviata ai vescovi argentini, in risposta al documento “Criteri fondamentali per l’applicazione del capitolo VIII di Amoris laetitia”

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“Non ci sono altre interpretazioni” dell’Amoris Laetitia, soprattutto per quanto riguarda l’VIII capitolo che esorta ad “accompagnare, discernere e integrare la fragilità” delle famiglie ferite. A chiarirlo è il Papa in persona in una lettera inviata ai vescovi della regione pastorale di Buenos Aires, in risposta al documento «Criterios básicos para la aplicación del capítulo VIII de Amoris laetitia. Criteri fondamentali per l’applicazione del capitolo VIII di Amoris laetitia».

Nella missiva, indirizzata al delegato mons. Sergío Alfredo Fenoy, il Pontefice esprime il suo apprezzamento ai presuli per il testo da essi elaborato che – assicura – “farà molto bene”, soprattutto per quella “carità pastorale” che lo attraversa interamente.

È infatti la carità pastorale, afferma il Santo Padre nella lettera – riportata in stralci da L’Osservatore Romano -, a spingere ad “uscire per incontrare i lontani e, una volta incontrati, a iniziare un cammino di accoglienza, accompagnamento, discernimento e integrazione nella comunità ecclesiale”.

In tal senso, il documento dei pastori della Chiesa argentina è “un vero esempio di accompagnamento ai sacerdoti” rimarca il Pontefice, ribadendo ancora la necessità della vicinanza “del vescovo al suo clero e del clero al vescovo”. Infatti, scrive, “il prossimo ‘più prossimo’ del vescovo è il sacerdote e il comandamento di amare il prossimo come se stesso comincia per noi vescovi precisamente con i nostri preti”.

Intesa come tensione continua alla ricerca dei lontani, la carità pastorale diventa dunque un impegno faticoso. Si tratta di una pastorale “corpo a corpo” che non può ridursi a “mediazioni programmatiche, organizzative o legali, sebbene necessarie”, afferma il Santo Padre. Riconoscendo poi che delle quattro “attitudini pastorali” indicate – accogliere, accompagnare, discernere e integrare – la meno e praticata è il discernimento, Papa Bergoglio considera “urgente” la formazione nel “discernimento, personale e comunitario, nei nostri seminari e presbiteri”.

Infine, tornando sull’Amoris laetitia, Francesco spiega che essa è stata “frutto del lavoro e della preghiera di tutta la Chiesa, con la mediazione di due Sinodi e del Papa”. Pertanto raccomanda una catechesi completa sull’esortazione apostolica che “certamente aiuterà la crescita, il consolidamento e la santità della famiglia”.

Proprio questa era la raccomandazione di fondo del testo dei vescovi argentini che, focalizzandosi appunto sull’VIII capitolo del documento papale, affronta anche l’annosa questione dell’accesso ai sacramenti da parte dei divorziati-risposati. “Non conviene parlare di ‘permesso’ per accedere ai sacramenti, ma di un processo di discernimento accompagnato da un pastore” che deve essere “personale e pastorale”, precisano i vescovi.   

Dunque un itinerario che richiede la carità pastorale del sacerdote, il quale “accoglie il penitente, lo ascolta attentamente e gli mostra il volto materno della Chiesa, mentre accetta la sua retta intenzione e il suo buon proposito di collocare la vita intera alla luce del Vangelo e di praticare la carità”.

Questo cammino, avvertono i vescovi, non termina necessariamente nei sacramenti ma può orientarsi in altre forme di integrazione nella vita della Chiesa, come una maggiore presenza nella comunità, la partecipazione a gruppi di preghiera o riflessione, l’impegno in diversi servizi. “Quando le circostanze concrete di una coppia lo rendano fattibile, specialmente quando entrambi siano cristiani con un cammino di fede – si legge nel documento – si può proporre l’impegno di vivere in continenza”.

L’Amoris Laetitia – annotano – “non ignora le difficoltà di questa opzione e lascia aperta la possibilità di accedere al sacramento della riconciliazione quando si manchi a questo proposito”. In altre circostanze più complesse, e quando non si è potuto «ottenere una dichiarazione di nullità – sottolinea il testo – l’opzione menzionata può non essere di fatto praticabile».

È possibile, tuttavia, compiere ugualmente “un cammino di discernimento”: “Se si giunge a riconoscere che, in un caso concreto, ci sono limitazioni che attenuano la responsabilità e la colpevolezza, particolarmente quando una persona consideri che cadrebbe in una ulteriore mancanza provocando danno ai figli della nuova unione, Amoris Laetitia apre alla possibilità dell’accesso ai sacramenti della riconciliazione e dell’Eucaristia”.

Non bisogna pertanto intendere tale possibilità come un “accesso illimitato ai sacramenti, o come se qualsiasi situazione lo giustificasse”, chiariscono i vescovi, ciò che si propone è piuttosto un discernimento che “distingua adeguatamente ogni caso” e che “non si chiude” ma rimane “sempre aperto a nuove tappe di crescita e a nuove decisioni che permettano di realizzare l’ideale in maniera più piena”.

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ZENIT Staff

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