Slavery and human trafficking

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Nigeria: "L’80% delle ragazze arrivate in Italia vittima di traffico sessuale"

La denuncia di mons. Ignatius Ayau Kaigama, presidente dei vescovi nigeriani, alla Conferenza internazionale contro il traffico di esseri umani in Africa conclusa oggi ad Abuja

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“L’80% delle ragazze nigeriane che arrivano in Italia è vittima di traffico sessuale”. Lo ha affermato mons. Ignatius Ayau Kaigama, arcivescovo di Jos e presidente della Conferenza Episcopale della Nigeria, alla Conferenza internazionale contro il traffico di esseri umani in Africa che si conclude oggi, 7 settembre, ad Abuja. La conferenza è organizzata dalla Caritas in collaborazione con Coatnet (Christian Organisations Against Trafficking in Persons Network).
Come ricordato da mons. Kaigama nel suo intervento, riportato da Fides,“ogni anno nella sola Africa centinaia di migliaia di persone sono vittime della tratta degli esseri umani. Il 79% del numero totale delle vittime sono sfruttate sessualmente, la maggior parte sono donne; il restante 21% sono costrette al lavoro forzato, per la maggior parte sono maschi”.
“Il fatto più sconvolgente è che in alcune parti dell’Africa Occidentale la maggior parte delle vittime della tratta sono addirittura bambini al di sotto dei 18 anni. Questa conferenza deve trovare i modi per porre fine al lavoro minorile in tutte le sue forme” ha rincarato l’arcivescovo.
Ha quindi lanciato un appello al governo nigeriano “perché consideri il problema del traffico delle persone come una disgrazia nazionale e prenda misure urgenti e durevoli per affrontare le cause alla radice. Questo specialmente alla luce del fatto che recenti rapporti affermano che l’80% delle ragazze nigeriane che arrivano in Italia, lo fanno per motivi di traffico sessuale”.
Mons. Kaigama ha ricordato inoltre che la Nigeria ha stabilito un’apposita agenzia per lottare contro la tratta (National Agency for Prohibition of Traffic in Persons and other Related Matters,NAPTIP) e che il defunto Presidente Umaru Musa Yar’Adua aveva avviato una politica per assistere le vittime dello sfruttamento sessuale e del traffico di esseri umani.
“Questi sforzi, insieme a quelli di altre agenzie pubbliche e private, sono indicativi della serietà del governo. Ma alla luce della situazione attuale, il governo deve dimostrare che la NAPTIP non è una di quelle agenzie che fanno numero” ha affermato il presidente dei vescovi nigeriani, che ha concluso chiedendo al governo di destinare risorse maggiori per affrontare il problema.

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ZENIT Staff

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