Lettura
Rivolgendosi ai cristiani di Corinto, Paolo esprime la propria opinione rispetto a cosa è bene fare dal momento che il ritorno di Cristo è percepito come imminente. Nel Vangelo, Gesù proclama quattro beatitudini e quattro ammonimenti, per provocare una conversione nei suoi uditori, affinché imparino a guardare la realtà con gli stessi occhi di Dio.
Meditazione
Mettendo a confronto poveri e ricchi, affamati e sazi, piangenti e coloro che ridono, Gesù ci provoca a prendere posizione davanti al capovolgimento dei criteri di valutazione da lui proposto: da che parte stiamo? A quale gruppo apparteniamo? In particolare, è la prima contrapposizione quella che ci invita a fare verità su di noi: «Beati voi, poveri, perché vostro è il Regno di Dio. Guai a voi, ricchi, perché avete già ricevuto la vostra consolazione». Per capire perché i poveri sono proclamati beati è utile guardare al “guai” rivolto ai ricchi. Essi sono descritti come coloro che hanno già ricevuto la loro consolazione e quindi non aspettano più nulla. Il problema non sono le ricchezze in sé, ma il modo in cui ci si rapporta con esse. Il ricco Zaccheo, infatti, una volta accolto Gesù nella sua casa, sceglie di condividere le sue ricchezze con i poveri e la salvezza entra nella sua casa. Mentre, in due parabole troviamo: un ricco senza nome, il quale non si lascia toccare dalla situazione del povero Lazzaro che sta alla sua porta (Lc 16,19-31); e un ricco che accumula i suoi tesori, al quale viene chiesta la sua vita (Lc 12,16-21). Il “guai” rivolto ai ricchi svela, dunque, la trappola in cui essi possono cadere: fare della ricchezza la propria consolazione, porre in essa la propria fiducia. Alla luce di questo, dunque, i poveri non sono beati a causa della loro povertà, ma perché Dio sceglie di ricolmare le loro mani vuote con il dono del suo Regno. Se vogliamo trovare i segni della presenza di Dio nella storia, della sua regalità, è necessario andare tra i poveri, tra gli ultimi, gli affamati e i piangenti che la nostra società spesso mette ai margini. Lasciamoci provocare da quel “voi”: se sento di appartenere ai gruppi proclamati “beati”, ringrazio il Signore per aver rivolto il suo sguardo sulla mia povertà. Se sento di appartenere ai gruppi a cui è rivolto il “guai”, cerco di mettere in discussione il mio modo di relazionarmi con i beni, aprendomi alla condivisione.
Preghiera:
«Confida nel Signore con tutto il tuo cuore e non affidarti alla tua intelligenza; riconoscilo in tutti i tuoi passi ed egli appianerà i tuoi sentieri» (Prv 3,5-6): chiedo al Signore la grazia di confidare solo in lui, di porre solo in lui la mia speranza.
Azione:
Cercherò di condividere i miei beni con i poveri che ne hanno bisogno.
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Meditazione a cura di Marzia Blarasin, tratta dal mensile Messa Meditazione, per gentile concessione di EdizioniART. Per abbonamenti: info@edizioniart.it.
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Beati voi … Guai a voi
Meditazione della Parola di Dio di mercoledì 7 settembre 2015 – XXIII Settimana del Tempo Ordinario