Più di un’ora di faccia a faccia ad Hangzhou, in Cina, tra Barack Obama e Vladimir Putin. In occasione del G20, i presidenti di Stati Uniti e Russia hanno provato a trovare un accordo di cessate il fuoco per la Siria e a gettare le basi per un negoziato in Ucraina.
Il lungo colloquio non si sarebbe tuttavia concluso positivamente. Obama ha spento le speranze parlando a margine di “mancanza di fiducia”. Il capo di Stato statunitense ha sottolineato che il confronto è stato “franco e diretto”, ma ha aggiunto che al momento non si è raggiunta un’intesa.
Putin, dal canto suo, in conferenza stampa post-colloquio ha spiegato che Russia e Stati Uniti sulla questione siriana “si sono avvicinate in qualche modo e contro ogni previsione e vi sono delle intese su cosa potremmo fare per allentare le tensioni e ottenere soluzioni accettabili per entrambi”.
“Siamo sulla strada giusta”, ha garantito Putin. “Possiamo dire – ha aggiunto – che il nostro lavoro congiunto con gli Stati Uniti nella lotta contro le organizzazioni terroristiche, anche in Siria, sarà notevolmente migliorato e intensificato”. I rispettivi ministri degli Esteri, il russo Sergei Lavrov e lo statunitense John Kerry, dovranno aggiornarsi tra qualche giorno.
Mentre nella lontana Cina le potenze mondiali cercano un’intesa per giungere alla pace, il sangue continua a scorrere sulle strade della Siria. Sale a 38 uccisi il bilancio di una serie di attentati compiuti in varie regioni siriane controllate dalle forze governative. Lo riferisce l’agenzia di Stato Sana. Le esplosioni a Tartus, Damasco, Homs e Hasake.
Vladimir Putin and Barack Obama - Wikimedia Commons
G20: prove di intesa sulla pace in Siria
Lungo colloquio tra Obama e Putin ad Hangzhou, ma ancora nessun accordo sulla tregua. Intanto una serie di attentati fa 38 vittime in Siria