La festa è cominciata. Mancano ormai pochi giorni a quello che, dopo l’esposizione delle reliquie di Padre Pio e San Leopoldo Mandic, si segnala come l’evento culminante del Giubileo della Misericordia: la canonizzazione di Madre Teresa. La santa dei poveri, la mamma di Calcutta, la “piccola matita nelle mani di Dio” come lei stessa amava definirsi, sarà elevata agli onori degli altari la prossima domenica 4 settembre in una grande celebrazione in piazza San Pietro alla quale si prevede la partecipazione di centinaia di migliaia di fedeli, pellegrini e devoti della suora albanese.
“Oltre centomila biglietti sono già stati distribuiti, ma è impossibile prevedere quanta gente ci sarà” ha affermato oggi il direttore della Sala Stampa della Santa Sede Greg Burke, nella conferenza di presentazione dell’evento. “Siamo in una festa spirituale, un tempo di preghiera, perché questa canonizzazione avviene per la santità di Madre Teresa e non per il lavoro sociale, nonostante questi vadano di pari passo”.
Al momento, sono attesi 13 capi di stato e di governo alla cerimonia, tra i quali spicca il Primo Ministro Indiano e una delegazione dagli Stati Uniti nominata oggi dal presidente Barack Obama. In particolare, il portavoce vaticano ha sottolineato l’interesse mediatico per la canonizzazione, testimoniato dai circa 600 giornalisti accreditati da tutto il mondo, 125 dei quali corrispondenti televisivi.
Per l’occasione, tra l’altro, la Segreteria per la Comunicazione, in collaborazione con Mc360 Photo, realizzerà lo speciale progetto Io c’ero. Si tratta di una ripresa panoramica ad altissima risoluzione della folla presente in San Pietro che, dalla visione generale dell’intera piazza, consentirà lo zoom sul volto di ogni singolo partecipante. Ognuno potrà quindi taggare il proprio volto su Facebook e gli altri social e, nei giorni successivi, ritrovare le altre foto sul sito www.motherteresasaint.com.
Un evento, dunque, al passo coi tempi. Anche dal punto di vista tecnico si prospettano diverse novità rispetto al passato, come riferito in conferenza dal direttore del Centro Televisivo Vaticano, Stefano D’Agostini. La canonizzazione sarà infatti trasmessa attraverso 9 telecamere del CTV in mondovisione su rete satellitare in 4K ultra HD con 120 enti televisivi collegati. Sarà poi possibile seguire la diretta streaming attraverso i canali ufficiali di CTV, Radio vaticana (anche in lingua albanese), Tv2000 e Youtube. Una impresa titanica, riuscita anche grazie alla collaborazione con i Cavalieri di Colombo.
Per quanto riguarda le misure di sicurezza saranno tutte quelle previste appuntamenti analoghi: “Via della Conciliazione sarà chiusa”, ha spiegato Burke, “gli aspetti della sicurezza sono stati tutti considerati”. Alcune sono scattate già dal 1° settembre.
Non ci si poteva, d’altronde, far trovare impreparati davanti ad un appuntamento come la canonizzazione di questa donna che, già alla sua morte nel 1997, era stata proclamata ‘Santa’ dal popolo: i poveri, i deboli, i malati che aveva assistito con amore fino alla loro morte; le suore che ne avevano riverberato il carisma; i volontari che avevano abbracciato la sua stessa vocazione.
“Madre Teresa è una Santa per tutti: poveri, ricchi… in questo mondo devastato dalle violenze” ha affermato padre Brian Kolodiejchuk, M.C., superiore generale dei Padri Missionari della Carità e postulatore della Causa di canonizzazione. “Il suo messaggio – ha aggiunto – è che ‘Calcutta è ovunque’. Lei parlava di una povertà interiore, la ‘Calcutta del cuore’, che la Santa riconosceva in sé stessa e nel mondo”. Madre Teresa “era consapevole delle debolezze umane, a partire dalle proprie” ha proseguito il postulatore; per questo “si confessava regolarmente, almeno una volta a settimana, non come abitudine o routine ma perché aveva bisogno di misericordia”
Lei “aveva ricevuto tanta misericordia”, aveva fatto “esperienza di tenebre” e questo la faceva “dipendere dalla misericordia di Dio”. E proprio perché “così consapevole della necessità di perdono e misericordia, era sempre pronta a mostrarla agli altri”. Madre Teresa, ha rimarcato padre Brian, “ha dimostrato davvero che le nostre miserie possono essere perdonate, che le oscurità possono essere superate”. Dunque questa canonizzazione, che per volere del Papa coincide proprio nell’Anno della Misericordia, è secondo il religioso “un remainder di fronte a Dio che siamo tutti mendicanti che hanno bisogno di amore, perdono, misericordia”. E che “Dio ama tutti”.
Una frase, questa, ripetuta dal miracolato Marcílio Haddad Andrino, 43 anni, venuto dal Brasile insieme alla moglie Fernanda Nascimento Rocha per testimoniare la straordinaria guarigione avvenuta per intercessione della Beata da un’infezione al cervello che lo aveva portato ad avere il lato sinistro del corpo interamente paralizzato, oltre a continui mal di testa e perdite di conoscenza. Marcílio guarì prima di subire un delicato intervento medico, dopo le incessanti novene a Madre Teresa della famiglia, dei suoi parrocchiani e soprattutto della moglie che gli poggiava sulle parti malate del cervello una reliquia ricevuta dal parroco di Aparecida. Dopo soli sei mesi l’uomo è tornato a casa e a lavoro e, nonostante le diagnosi mediche che sentenziavano la possibilità dell’1% di poter avere figli, ha avuto anche due bambini. “Siamo grati a Madre Teresa per la nostra famiglia”, ha detto oggi commosso ai giornalisti.
A far da eco suor Mary Prema Pierick, superiora generale delle Missionarie della carità, terza in linea di successione dopo la stessa Madre Teresa e suor Nirmala scomparsa lo scorso anno. La religiosa ha voluto ribadire soprattuto “l’amore per Gesù” che la fondatrice “ha sempre messo in pratica”; proprio “da questo profondo e autentico amore per il Signore” derivava “il suo lavoro per i più poveri tra i poveri”.
“Madre Teresa – ha detto suor Prema – viveva la vita religiosa come un privilegio e condivideva lo stesso dormitorio con noi senza preoccuparsi di aver una stanza per sé. Di fronte ai fallimenti ci incoraggiava a continuare, ci faceva sentire vicina l’esperienza dell’Eucaristia. Era la prima ad arrivare in cappella alle 5 per la preghiera del mattino e ogni giorno ci dava indicazioni su come vivere in modo pratico questa esperienza di abbandono totale nel Signore. Il suo sorriso era il miglior regalo per Gesù e per noi tutte”.
In linea con le indicazioni di Papa Francesco (che tuttavia non ha mai conosciuto personalmente) la suora albanese era “sempre pronta ad essere presente nelle periferie fisiche ed esistenziali”, ha detto la superiora. E la sua testimonianza “è stata esempio di unità, tolleranza, accettazione e amore verso gli altri” in una terra come l’India segnata da episodi di intolleranza religiosa e di radicalismo indù specie verso i cristiani.
“Ai suoi funerali c’erano tutti – ha ricordato suor Prema -. Tutti hanno riconosciuto la santità di questa donna. L’India ha grande rispetto per Madre Teresa”. Non solo l’India ma anche il mondo intero, innamorato di questa Santa che ha saputo insegnare come la morte stessa, anche quella dell’ultimo povero di Calcutta, è comunque “un momento sacro” da sostenere con la preghiera.
“Madre Teresa ci ha insegnato a pregare per le persone che stavano morendo, ci ha chiesto di essere buone samaritane e di alleviare ogni povertà, quelle fisiche come quelle del cuore”, ha concluso suor Prema. “Oggi, sul suo esempio, dobbiamo continuare la sua eredità”.