La nascita del rosario

Dall’ascolto di Radio Maria la storia del Rosario. Don Antonio Mattatelli spiega nascita ed evoluzione della preghiera cattolica e mariana per eccellenza

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Che Radio Maria sia un servizio apprezzato dai cattolici di tutto il mondo, lo si sapeva già da tempo. Che le sue rubriche siano ormai diventate, per molti, un appuntamento fisso, da non perdere, è arcinoto. Che l’ascolto della stessa induca i radioascoltatori alla riflessione e all’approfondimento è altrettanto lampante. E che la voce di padre Livio Fanzaga sia, ormai, considerata inconfondibile, è un dato ormai acquisito. Insomma, è sempre piacevole, oltre che utile, ascoltare la radio cattolica per eccellenza.
Qualche giorno fa, per esempio, si parlava della preghiera preferita dai santi e dai cattolici in generale, tanto da essere il segno distintivo della fede cattolica. Vale a dire “il Rosario”. A farlo è stato don Antonio Mattatelli, che si è soffermato, nella seconda parte del suo programma, su “Il messaggio di Fatima nel magistero di Giovanni Paolo II”.
Il Rosario si sviluppa in grembo all’ordine dei domenicani. Secondo la tradizione di quest’ordine, è la Madonna stessa a consegnare a S. Domenico di Guzmàn la forma embrionale dello stesso. All’epoca S. Domenico si trovava in Francia, per combattere contro le eresie dei Catari. In un momento di grande difficoltà si rivolse alla Madonna, la quale gli insegnò la recita del rosario. Ovviamente, all’inizio, la preghiera non era così come noi oggi la conosciamo.
Non aveva, per esempio, i misteri che conosciamo oggi. Si componeva delle sole “Ave Maria” e queste ultime erano composte solo della prima parte, cioè del saluto dell’Arcangelo Gabriele “Ave o Maria piena di grazia il Signore è con te” accanto al saluto di Elisabetta “Benedetta Tu fra le donne e benedetto il frutto del tuo grembo”. Successivamente fu aggiunto il nome di Gesù e poi si inserì l’altra parte della preghiera che la Chiesa volle fosse presente cioè: “Santa Maria madre di Dio prega per noi peccatori adesso e nell’ora della nostra morte, amen”.
Quindi, se orientativamente vogliamo fornire una datazione, possiamo dire che il rosario nasce a cavallo tra il XII e XIII secolo con S. Domenico. La preghiera mariana però trova una sua prima forma di sistematizzazione con un altro personaggio domenicano, Alano de la Roche (fondatore della confraternita del Rosario, che preferì chiamare le preghiera mariana “Salterio della Vergine”.
La stessa si diffuse inizialmente in tutte le chiese domenicane europee, per raggiungere, successivamente, tutto il popolo cristiano).
Ma il rosario raggiunge la forma attuale con i misteri, il “Pater Noster” e le dieci “Ave Maria” con un altro domenicano, il Papa San Pio V (che invitò il popolo cristiano a respingere l’assalto dei Turchi, vincendo la nota battaglia di Lepanto nel 1571). È importante notare, inoltre, che nella preghiera dell’Ave Maria, il nome di Gesù è posto al centro, è questo è molto significativo.
Il racconto di Bernadette è importante in tal senso. La stessa disse che, quando recitava il rosario a Lourdes, la Madonna faceva scorrere i grani del rosario tra le sue mani senza muovere le labbra nella parte a Lei dedicata, in quanto non poteva pregare se stessa, ma quando arrivava al “Pater Noster” ed al “Gloria” la Madonna “Pregava”, perché tutta la preghiera dell’Ave Maria è incentrata sul nome di Gesù.
Come disse Papa Pio XII, il rosario può essere definito come il compendio del Vangelo. È una sintesi efficace e semplice e proprio per questo è accessibile a tutti. Il rosario, ancora, è una preghiera ecclesiale, perché il dato biblico è filtrato, ordinato, sistematizzato e arricchito dalla mediazione della Chiesa.
Nel recente passato, San Giovanni Paolo II, ha aggiunto i “Misteri della luce”. Il numero e la struttura dei misteri sono stati stabiliti dalla Chiesa. È importante capire che la preghiera non è pura tecnica, come erroneamente propongono alcune filosofie orientali che pretendono di pregare emettendo particolari suoni in determinate posizioni. La preghiera è l’incontro tra due libertà.
La libertà di Dio e dell’uomo. Ma nello stesso tempo, il rosario è anche, se lo si vuole, una particolare tecnica di preghiera. È una ripetizione che giova all’anima ed al cuore. È una ripetizione considerata come il “respiro dell’amore”.
Un consiglio: cliccando il link di seguito, è possibile riascoltare l’intera trasmissione di don Antonio Mattatelli affinché si abbiano ulteriori approfondimenti. Capiremo che il rosario non è la preghiera degli anziani, ma di tutti.
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Domenico De Angelis

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