Lettura
Le due letture di oggi possono essere tenute insieme dalla frase: «la sapienza di questo mondo è stoltezza davanti a Dio». Se Paolo, infatti, invita a rinunciare a questo tipo di sapienza, Pietro, davanti alle parole di Gesù, che gli chiede di andare a pescare dopo una notte infruttuosa, si trova a dover scegliere tra la sua sapienza di pescatore e la sapienza del Signore.
Meditazione
Come si fa, nella vita di tutti i giorni, a non porre il proprio vanto negli uomini, a smascherare la sapienza di questo mondo per rinunciare ad essa? Proviamo a trovare una risposta a questa domanda nelle letture di oggi. La folla che fa ressa intorno a Gesù per ascoltare la parola di Dio ci svela il primo elemento necessario: desiderare ardentemente di ascoltare la parola del Signore. È questo il primo passo, perché solo così si può diventare “esperti” di ciò che piace al Signore, si possono scoprire i suoi “gusti” e, quindi, imparare a discernere ciò che è secondo la sapienza di Dio e ciò che è secondo la sapienza degli uomini. Questa realtà ci viene ribadita anche da Simon Pietro che afferma: «sulla tua parola getterò le reti». Pietro è un pescatore esperto e sa che si pesca bene solo di notte; così, davanti alle parole di Gesù, che lo invita a gettare le reti dopo una notte in cui non ha pescato nulla, è probabile che una parte di lui abbia pensato: “Ma che sta dicendo? Non ne capisce proprio niente di pesca!”. Ma un’altra parte di lui lo ha spinto a mettere davanti a Gesù il suo disappunto, la sua perplessità, e, così facendo, è arrivato ad affidarsi a lui, a fidarsi della sua parola e a fare ciò che la sua esperienza giudicava assurdo. I frutti del proprio operato dimostrano se si è seguita la sapienza divina o quella del mondo. Le reti e le barche si riempiono di pesci al punto di rompersi e affondare, ma nulla di tutto questo avviene: la sovrabbondanza di pesci non mette a rischio l’integrità di reti e barche. Quando seguiamo la vera sapienza, il nostro cuore si ritrova a sperimentare una pienezza sovrabbondante, che nessuna sapienza umana è in grado di provocare; una pienezza davanti alla quale, come Pietro, avvertiamo la nostra creaturalità, senza però esserne schiacciati, perché scopriamo che, davvero, tutto è nostro e noi siamo di Cristo e Cristo è di Dio.
Preghiera:
«Beato l’uomo che ha trovato la sapienza, l’uomo che ottiene il discernimento: è una rendita che vale più dell’argento e un provento superiore a quello dell’oro» (Prv 3,13-14): chiedo al Signore la grazia del discernimento.
Azione:
Alla fine della giornata farò memoria delle scelte compiute per scoprire i frutti che hanno prodotto.
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Meditazione a cura di Marzia Blarasin, tratta dal mensile Messa Meditazione, per gentile concessione di EdizioniART. Per abbonamenti: info@edizioniart.it.
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Sulla tua parola
Meditazione sulla Parola di Dio di giovedì 1 settembre 2016 – XXII Settimana del Tempo Ordinario