Si è aperto oggi a Doorn, nei Paesi Bassi, il Congresso cristiano sociale olandese dal titolo “La forza della connessione”. A tutti i partecipanti che si confronteranno sul tema del primato della persona umana in un mondo globalizzato, è giunto oggi per iscritto il saluto di Papa Francesco.
In un messaggio, a firma del cardinale segretario di Stato Pietro Parolin, il Pontefice richiama alcuni passaggi della sua enciclica Laudato Si’ ed esorta “a promuovere una maggiore consapevolezza della dignità particolare delle relazioni umane”, all’insegna della stima e del rispetto reciproco, con una maggiore attenzione alle preoccupazioni degli ultimi della società.
Francesco nel testo – riportato da L’Osservatore Romano – ricorda anche che quando il pensiero cristiano rivendica per l’essere umano un peculiare valore al di sopra delle altre creature, “dà spazio alla valorizzazione di ogni persona umana, e così stimola il riconoscimento dell’altro”. Invita pertanto a porre “i diversi campi del sapere, compresa l’economia, al servizio di una visione più integrale e integrante” che includa anche “i poveri e gli emarginati”, per far sì che “ogni sistema economico, politico e sociale sia a servizio delle esigenze e del progresso di tutti i popoli, e proteggere il creato che Dio ha affidato all’umanità”.
Temi ripresi e approfonditi dal cardinale Peter Kodwo Appiah Turkson, che ha tenuto la relazione di apertura del congresso nella quale ha inquadrato le “sfide attuali” che il movimento cristiano sociale è chiamato ad affrontare, alla luce sempre della Laudato Si’. Una enciclica dalla “forza rivoluzionaria”, la “Rerum novarum del XXI secolo” l’ha definita il porporato, proprio oggi nominato dal Papa prefetto del nuovo Dicastero per il Servizio dello Sviluppo umano integrale.
Viviamo in un’epoca in cui “diverse forze convergono per rendere la globalizzazione una minaccia senza precedenti al progresso umano”, ha osservato Turkson. Si tratta di “forze economiche, finanziarie, politiche e tecnologiche che sollevano lo spettro inquietante di una progressiva robotizzazione di uomini, donne e bambini nelle loro prospettive e comportamenti”.
Di fronte a tutto ciò, il cardinale ha posto un quesito cruciale: “Siamo inevitabilmente nella morsa di queste forze, incapaci di controllare il nostro destino, oppure l’umanità può plasmare e controllare queste forze?”. È da qui che deve partire l’impegno di ognuno per fronteggiare le sfide di un “mondo multipolare” in cui le persone “rischiano di perdersi in mezzo a rumori e banalità”.
Il porporato ha sollecitato a superare questa sorta di “inquinamento mentale” e recuperare “rapporti reali con gli altri”, saper utilizzare i progressi tecnologici senza far diventare gli uomini “ingranaggi di una macchina”. Fondamentale, in tal senso, è il ruolo del dialogo per promuovere “solidarietà e sussidiarietà” e lavorare”«per il bene comune, la destinazione universale dei beni e l’opzione preferenziale per i poveri e per la terra”.
In un messaggio, a firma del cardinale segretario di Stato Pietro Parolin, il Pontefice richiama alcuni passaggi della sua enciclica Laudato Si’ ed esorta “a promuovere una maggiore consapevolezza della dignità particolare delle relazioni umane”, all’insegna della stima e del rispetto reciproco, con una maggiore attenzione alle preoccupazioni degli ultimi della società.
Francesco nel testo – riportato da L’Osservatore Romano – ricorda anche che quando il pensiero cristiano rivendica per l’essere umano un peculiare valore al di sopra delle altre creature, “dà spazio alla valorizzazione di ogni persona umana, e così stimola il riconoscimento dell’altro”. Invita pertanto a porre “i diversi campi del sapere, compresa l’economia, al servizio di una visione più integrale e integrante” che includa anche “i poveri e gli emarginati”, per far sì che “ogni sistema economico, politico e sociale sia a servizio delle esigenze e del progresso di tutti i popoli, e proteggere il creato che Dio ha affidato all’umanità”.
Temi ripresi e approfonditi dal cardinale Peter Kodwo Appiah Turkson, che ha tenuto la relazione di apertura del congresso nella quale ha inquadrato le “sfide attuali” che il movimento cristiano sociale è chiamato ad affrontare, alla luce sempre della Laudato Si’. Una enciclica dalla “forza rivoluzionaria”, la “Rerum novarum del XXI secolo” l’ha definita il porporato, proprio oggi nominato dal Papa prefetto del nuovo Dicastero per il Servizio dello Sviluppo umano integrale.
Viviamo in un’epoca in cui “diverse forze convergono per rendere la globalizzazione una minaccia senza precedenti al progresso umano”, ha osservato Turkson. Si tratta di “forze economiche, finanziarie, politiche e tecnologiche che sollevano lo spettro inquietante di una progressiva robotizzazione di uomini, donne e bambini nelle loro prospettive e comportamenti”.
Di fronte a tutto ciò, il cardinale ha posto un quesito cruciale: “Siamo inevitabilmente nella morsa di queste forze, incapaci di controllare il nostro destino, oppure l’umanità può plasmare e controllare queste forze?”. È da qui che deve partire l’impegno di ognuno per fronteggiare le sfide di un “mondo multipolare” in cui le persone “rischiano di perdersi in mezzo a rumori e banalità”.
Il porporato ha sollecitato a superare questa sorta di “inquinamento mentale” e recuperare “rapporti reali con gli altri”, saper utilizzare i progressi tecnologici senza far diventare gli uomini “ingranaggi di una macchina”. Fondamentale, in tal senso, è il ruolo del dialogo per promuovere “solidarietà e sussidiarietà” e lavorare”«per il bene comune, la destinazione universale dei beni e l’opzione preferenziale per i poveri e per la terra”.