Uno dei primi a commentare l’annuncio di una probabile visita di papa Francesco sui luoghi terremotati è stato il sindaco di Amatrice, Sergio Pirozzi, che ha espresso la speranza di un intero paese, il più danneggiato dalla sciagura.
“Il Papa rappresenta la mia religione, una religione che dà speranza, che dà perdono, che dà anche la possibilità di andare in un mondo migliore, il Paradiso”, ha dichiarato Pirozzi alla Radio Vaticana.
“Se più gente possibile avesse quei capisaldi morali, umani per potere andare in Paradiso sarebbe sicuramente un mondo migliore – ha aggiunto il sindaco -. Per questo è importante la presenza qui di Sua Santità”.
Il primo cittadino di Amatrice ha poi confidato che, in questa fase, il suo ruolo è quello di “infondere speranza” e quanto sia importante evitare il vittimismo. Ha poi aggiunto: “Posso permettermi di piangere quando la sera sono da solo”.
Pirozzi ringrazia, infine, tutti coloro che hanno messo in moto la gara di solidarietà per i terremotati e per la ricostruzione del suo paese. “Sono persone che mi danno speranza; sono convinto che riusciremo a mettere in piedi questo paese, questa comunità; recupereremo le chiese storiche che sono i simboli che non vanno mai abbattuti ma vanno rimessi al loro posto perché rappresentano la nostra identità, il nostro senso di appartenenza alla comunità”, ha poi concluso.
Da parte sua il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, visitando i terremotati, ha promesso: “Non vi lasceremo soli”. Il Capo dello Stato si è recato presso l’ospedale di Ascoli dove sono ricoverati 52 feriti. Alla piccola Giorgia, nota ormai alle cronache per il suo miracoloso salvataggio, avvenuto dopo 16 ore di operazioni di soccorso, Mattarella ha regalato una bambola, in occasione del suo quarto compleanno.
Il vescovo di Rieti, monsignor Domenico Pompili, ha invece dichiarato alla Radio Vaticana quanto questo primissimo momento del dopo sisma sia ancora la “fase del dolore e in un certo senso della vicinanza”, nella speranza che, possa arrivare presto il momento concreto della ricostruzione, andando al di là delle “buone intenzioni”. Auspicio del presule è che le autorità politiche, possano “effettivamente dar seguito concretamente a tali progetti”.
In questo momento, ha sottolineato monsignor Pompili, i terremotati cercano una risposta alla domanda: “Che ne sarà di noi”.
Il vescovo ha accolto come una “buona notizia” l’intenzione del Pontefice di visitare Amatrice. “Tutti in realtà desideravamo questo. Il fatto che lui lo abbia manifestato esplicitamente è di sicuro incoraggiamento in questo momento. Penso che un po’ tutti non aspettiamo altro che questo”, ha poi concluso.
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Amatrice: sindaco e vescovo grati al Papa per la possibile visita
Per la piccola Giorgia, simbolo dei sopravvissuti al sisma, un dono da parte del presidente Mattarella