Ha lasciato a bocca aperta molti utenti del web, l’immagine della statua della Madonna rimasta intatta a Pescara del Tronto, in mezzo alle macerie del terremoto del 24 agosto. Per molti è un segno del divino, nel cuore di una tragedia che i nostri tempi, dominati dall’incredulità e dall’incapacità di accettare la sofferenza, ha gettato milioni di italiani in uno sgomento forse ancora più cupo rispetto ad analoghe e non meno imponenti catastrofi del passato.
Gli edifici umani crollano ma le icone cristiane resistono. Interi paesi sventrati, scenari che ricordano l’attuale Siria. Da noi, però, è difficile trovare un nemico cui dare la colpa. C’è chi polemizza – forse giustamente – per la scuola crollata nonostante l’edificazione secondo le norme antisisma. C’è chi auspica progressi della scienza, che permettano un giorno la previsione dei terremoti. C’è chi, forse oppresso da paure ancestrali, parla di punizioni divine.
Il Male e la Morte hanno però il connotato dell’oscurità. Sono imperscrutabili, difficilmente incasellabili in schemi umani. È anche per questo che è difficile farci i conti.
Ed è così che, mentre ad Amatrice, Accumoli, Arquata e Pescara del Tronto si scava ancora in uno scenario apocalittico, dove la vista regala i corpi pietosamente coperti delle vittime e l’udito il lamento sommesso degli illesi, avvengono dei piccoli miracoli che non salvano la vita delle persone ma lasciano, per chi ci crede, una sorta di monizione su ciò che è eterno e ciò che non lo è.
Le cronache raccolte da Pescara del Tronto in questi giorni riferiscono di come la statua mariana sia rimasta completamente integra, nonostante la caduta della teca che la conteneva. E di una immagine di Padre Pio emersa tra le macerie dello stesso paese.
Non è la prima volta che succede. Vivissimo nell’immaginario collettivo è il recupero della statua della Madonna in trono con Bambino, risalente ai primi del XVI secolo, rimasta intatta dopo la distruzione della chiesa di San Pietro Apostolo a Onna, città simbolo del terremoto abruzzese del 6 aprile 2009. Immagine venerata dagli onnesi, che continuano a portarla in processione ogni 10 maggio. Dopo il sisma la statua mariana è stata esposta al G8 dell’Aquila e poi ha girato tutta Italia.
Aveva fatto il giro del mondo anche l’immagine del grande crocifisso che si stagliava sulle rovine del terremoto di Haiti del gennaio 2010.
Segni misteriosi ma, al tempo stesso, molto chiari ed espliciti. Accanto ad una materia destinata alla dissoluzione, c’è lo Spirito che mai muore. Proprio in un tempo in cui, l’uomo occidentale si vergogna delle proprie radici e, per molteplici motivi, tende ad occultarle, egli è forse inconsapevole che quel che si nasconde, non necessariamente finisce distrutto.
La Madonna è ancora lì, quasi a vegliare e piangere i corpi dei suoi figli, come aveva fatto con suo Figlio in croce. Anche Gesù crocefisso è significativamente evidente in questi luoghi, con le braccia tese verso chi – cattivo o buon ladrone – sta morendo come Lui e insieme a Lui.
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Quelle madonne e quei crocifissi che non temono alcun terremoto
Ha fatto il giro del web l’immagine della statua mariana rimasta intatta a Pescara del Tronto. I precedenti ad Onna e ad Haiti