L’Enciclica Laudato si’ di Papa Francesco, emanata il 24 maggio 2015, ha destato – come è noto – una pluralità di consensi, sia da parte di pensatori cattolici che di intellettuali laici, per il suo approccio “integrale” in grado di affrontare in modo innovativo i gravi problemi del nostro tempo.
Un modo innovativo perché in controtendenza rispetto all’orientamento iperspecialistico delle scienze moderne, che troppo spesso frantumano il reale in una serie di monadi isolate, perdendo di vista il senso dell’insieme.
Anche per questo l’Enciclica Laudato si’ è diventata un documento di punta della riflessione contemporanea, dando luogo ad un fiorire di dibattiti e incontri convegnistici sulle problematiche e i temi in essa trattati.
In occasione della stampa degli Atti del convegno, editi da Cesab Ricerche, vogliamo richiamare la memoria di uno di questi incontri, svoltosi presso la Diocesi di Frascati il 16 novembre 2015. Un convegno di cui ZENIT ha già dato notizia, ma sul quale vale la pena ritornare per approfondire un angolo visuale che la pubblicazione degli Atti ha contribuito a mettere in rilievo.
Il libro tratto dal convegno s’intitola Chiesa, Scienza, Impresa – Il percorso comune tracciato dalla Laudato si’, e l’angolo visuale che vogliamo evidenziare è quello della comunicazione etica e ambientale. È questo l’argomento sviluppato dal giornalista Giampiero Valenza, responsabile comunicazione del CESAB (Centro Ricerche in Scienze Ambientali e Biotecnologie), con un intervento dal titolo: Comunicare e informare sull’ambiente: alcuni spunti dalla Laudato si’.
Per introdurre l’argomento ricordiamo ciò che scrive Papa Francesco nell’Enciclica: “Le dinamiche dei media e del mondo digitale, quando diventano onnipresenti, non favoriscono lo sviluppo di una capacità di vivere con sapienza, di pensare in profondità, di amare con generosità. Questo ci richiede uno sforzo – sottolinea il Pontefice – affinché tali mezzi si traducano in un nuovo sviluppo culturale dell’umanità e non in un deterioramento della sua ricchezza più profonda”.
Un auspicio raccolto da Giampiero Valenza che, nel suo intervento, afferma: “Oggi la ‘sostenibilità della comunicazione’, grazie a Internet, rende possibile il superamento dei confini nazionali e permette lo sviluppo dell’uomo come protagonista della comunità intesa come insieme di tutti gli abitanti del pianeta”.
“Una corretta comunicazione ambientale – continua il giornalista – deve essere inclusiva. Deve cercare di creare un processo di valori condivisi che possano alimentare un percorso open source, cioè ‘a sorgente aperta’. Non c’è reale processo comunicativo se non abbiamo a che fare con un mittente, un destinatario, un messaggio e un feedback”.
Valenza si sofferma poi sul ruolo delle parrocchie che, per la loro funzione di “primarie agenzie sociali, educative e formative delle comunità, sono in prima linea per divulgare una buona informazione”.
“Le parrocchie devono essere promotrici di una coscienza critica e analitica dei fatti che accadono, tenendo presente l’esigenza di dare ai ragazzi la possibilità di accedere ad un genere di informazione a loro dedicata. Dando soprattutto ai più giovani quelle regole di base che permettano di navigare in sicurezza nella rete e di gestire correttamente i loro profili sociali. Le parrocchie possono fornire adeguati stimoli informativi e offrire strumenti per interpretare il mondo”.
“Il ruolo internazionale, ecumenico e di dialogo interreligioso della Chiesa – sottolinea Valenza – agevola molto questo genere di percorso. Aprire il confronto su temi solidali, partendo dalle esperienze internazionali, può aprire le coscienze nella direzione di una ‘casa comune’ che altro non è che l’intero pianeta”.
“La rete del volontariato – conclude il giornalista – può essere inoltre fondamentale per mettere a sistema tutta una serie di iniziative che possano riguardare un percorso virtuoso in campo informativo e comunicativo. L’importante è perseguire la creazione di una rete che non sia locale ma glocale (la somma di globale e locale)”.
L’intervento di Giampiero Valenza s’inserisce in una dinamica in atto (che lo stesso CESAB sta contribuendo a incentivare) che vede nel ruolo del mondo cattolico e nella territorialità delle parrocchie un nucleo prioritario per ricostruire il rapporto – oggi in crisi – fra la verità dell’informazione e la vita reale della gente.
Sulla stessa linea l’intervento di P. Pedro Barrajón L.C., che proprio al ruolo delle parrocchie ha dedicato la sua riflessione dal titolo: Le parrocchie e le sfide della Laudato si’. “Ogni comunità di fedeli – afferma Barrajón – deve vivere in ogni momento della storia le peculiari situazioni in cui si trova per capire quali siano i segni dei tempi e interpretarli secondo l’azione dello Spirito e la guida del Magistero della Chiesa. La parrocchia dovrà diventare quel luogo dove i cristiani prendono coscienza di ciò che sta accadendo a casa nostra non in chiave catastrofista ma realista…”.
All’intervento di P. Pedro Barrajón L.C. dedicheremo un altro e più approfondito articolo, ma già da questi brevi estratti degli interventi dei due relatori emerge chiaramente che, nell’ambito del cambiamento culturale invocato da Papa Francesco, la comunicazione è chiamata a svolgere un ruolo di primo piano. In naturale simbiosi con l’ambito ecologico che, nel corso del convegno citato, è stato trattato dai relatori Ercole Amato, Antonio Gaspari, Alberto Carrara L.C., Massimo Losito, Luigi Raparelli, Ernesto Maria Giuffrè, con la regia del vescovo mons. Raffaello Martinelli.
Le parrocchie per una rete “glocale”
Il ruolo internazionale, ecumenico e di dialogo interreligioso della Chiesa può aprire le coscienze nella direzione di una “casa comune”