Per il secondo anno consecutivo ha avuto luogo a Cortina d’Ampezzo, presso il Grand Hotel Savoia, un appuntamento culturale con il prof. Giovanni Maria Flick per la presentazione del nuovo volume “Elogio del patrimonio. Cultura, arte, paesaggio” della Libreria Editrice Vaticana. Un evento che rientra nella settimana della LEV, con il supporto di Euro 92 Editoriale ed Eventi, che si terrà a Pordenone dal 25 al 29 ottobre 2016.
A presentare il relatore e introdurre il tema del volume è stato il giornalista Michelangelo De Donà, dottorando dell’Università degli Studi di Pavia, che ha evidenziato tra gli aspetti positivi la bellezza delle Dolomiti “patrimonio dell’umanità Unesco” dal 2009, dove san Giovanni Paolo II trascorse per diversi anni i propri soggiorni estivi a Lorenzago di Cadore mentre tra gli elementi di criticità ambientale ha fatto cenno alla tragedia del Vajont e alla scarsa manutenzione del territorio.
L’autore del volume, già vicepresidente e presidente della Corte Costituzionale, ministro della giustizia nel governo Prodi I, con grande passione e chiarezza ha presentato i contenuti del libro suscitando interesse e apprezzamento tra i partecipanti.
Il prof. Flick ha infatti sottolineato il filo conduttore, ovvero il patrimonio non quello dei soldi e del profitto ma quello culturale e storico, ambientale e paesaggistico che è alla base dell’articolo 9 della Costituzione italiana, una delle norme più importanti alla base di un arricchimento essenziale dell’identità e della dignità di ciascuno, per guardare al passato, alle nostre tradizioni per capire e progettare il futuro, in particolare l’ambiente e il territorio dove viviamo.
Il legame con il territorio è quindi essenziale in un mondo nel quale la globalizzazione con il suo bagaglio di problematiche, rischia di attentare alle due componenti dell’identità e della dignità: il rapporto del territorio nello spazio e nel tempo e la memoria. L’autore ha fatto riferimento all’enciclica Laudato si’ di Papa Francesco dove si parla di ecologia come “casa comune”.
Il papa di fronte alla società odierna del consumismo e del superfluo, condanna la cultura dello scarto e nel richiamo a rendere effettiva la dignità di tutti porta all’attenzione la categoria dei “migranti ecologici” che scappano dai loro territori depredati delle loro ricchezze o perché manca cibo e acqua.
E collegandosi a temi e luoghi del bellunese si è soffermato sulla diga del Vajont, monumento dell’idiozia umana, la montagna si è ribellata all’orgoglio e al tecnicismo umano.
“Questa del Vajont – ha ribadito Flick – è una vicenda emblematica prima per le acrobazie compiute per dimostrare che non c’era nessun rischio e poi per le acrobazie tecnico-giuridiche per dimostrare che non c’erano responsabilità”.
Numerosi gli altri spunti proposti dall’ex presidente della Corte costituzionale e dal dibattito con il pubblico: il bosco e la sua gestione, la sussidiarietà e il patrimonio ambientale e culturale in particolare per le funzioni del terzo settore, il ruolo dell’Europa.
Infine il prof. Flick ha avvertito la necessità non tanto di un uomo nuovo quanto di una nuova umanità, cioè di un nuovo tipo di relazioni tra le persone e le cose e tra le persone in quanto tali, che si possono ricondurre al concetto di dignità.