Mohammed VI of Morocco - Commons Wikimedia

Appello del re del Marocco: fronte comune delle religioni per contrastare odio e fanatismo

Nel suo discorso ai concittadini che risiedono all’estero, Mohammed VI ha condannato il fenomeno jihadista che sfrutta i giovani e compie orrori in nome del Corano

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“Di fronte alla proliferazione della diffusione dell’oscurantismo in nome della religione, tutti i musulmani, cristiani ed ebrei, devono costruire un fronte comune per contrastare il fanatismo, l’odio e l’isolazionismo in tutte le sue forme”. È il vigoroso appello lanciato da Mohammed VI, re del Marocco, nel discorso al Paese pronunciato sabato 20 agosto.
Rivolgendosi in particolare ai 5 milioni di cittadini residenti all’estero, il sovrano ha chiesto di “mantenere l’impegno sui valori della loro religione così come le loro antiche tradizioni” come risposta al fenomeno jihadista del tutto “estraneo a loro “. Esso – ha detto – “sfrutta alcuni giovani musulmani, in particolare in Europa, approfittando della loro ignoranza della lingua araba e del vero Islam, per trasmettere loro messaggi e promesse false e sbagliate”.
“Condanniamo con forza l’uccisione di persone innocenti” ha affermato poi re Mohammed, riferendosi specialmente al cruento “assassinio di un sacerdote” in una chiesa in Francia che ha definito una “follia imperdonabile”. “Coloro che incitano all’omicidio e all’aggressione, usando il Corano, non sono musulmani”, ha sottolineato. “I terroristi che agiscono in nome dell’Islam – ha soggiunto – sono individui fuorviati condannati all’inferno per sempre”.
Il monarca ha poi puntato il dito contro anche “molti gruppi e istituzioni islamiche” che pretendono di incarnare “il vero Islam” e finiscono per promuovere la “diffusione di un’ideologia estremista”. Nella sua allocuzione ha quindi esortato i cittadini a dar il buon esempio preservando la buona reputazione che da sempre contraddistingue il Marocco, come pure la loro fama di saper essere pazienti nelle situazioni difficili. Un invito anche ad essere sempre in prima fila tra i sostenitori della pace e dell’armonia e a saper vivere insieme con gli altri nei loro Paesi di residenza.
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ZENIT Staff

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