Ancora una volta un attentato terroristico ha sconvolto la Turchia. Ieri una violenta esplosione ha devastato una sala in cui si svolgeva una festa di matrimonio di curdi a Gaziantep, non lontano dal confine con la Siria. Almeno 50 persone hanno perso la vita e 94 sono rimaste ferita, ma il bilancio continua ad aggravarsi.
La polizia ha ritrovato sul luogo i resti di un gilet esplosivo, ma sono ancora da chiarire dinamiche e movente dell’attacco. La festa era stata organizzata in onore di un membro del partito turco filocurdo Hdp, come riferisce in una nota il partito stesso. Un funzionario locale riferisce che gli sposi non sono fra le vittime, ma lo sposo è rimasto ferito; un cronista locale parla di una esplosione così forte da essere stata udita dall’altro capo della città.
Presto hanno iniziato a circolare immagini dell’attentato sui social network, poi bloccate dal governo. Le foto mostravano donne e bambini con il volto coperto di sangue, la sala completamente distrutta con sedie e tavoli finiti in strada, decine di ambulanze e tanti corpi a terra.
Secondo quanto confermato dal governo turco, si tratta di un attacco di matrice jihadista, finora, tuttavia, non è giunta alcuna rivendicazione da parte dello Stato Islamico. Dura la condanna del presidente Receip Erdogan che, in un messaggio alla nazione all’indomani della strage, ha assicurato: “I terroristi, che non possono sopraffare la Turchia, non vinceranno”. “Non c’è differenza – ha aggiunto il presidente – tra i seguaci di Gülen, il Pkk e l’Is. Il nostro Paese non può che reiterare un unico messaggio ai terroristi: sarete sconfitti”.
Intanto giungono messaggi di solidarietà da tutto il mondo. L’Alto rappresentante della politica estera dell’Unione Europea, Federica Mogherini, ha espresso solidarietà alla Turchia promettendo che l’Europa resterà al fianco della popolazine nella lotta al terrorismo.
Anche Papa Francesco, durante l’Angelus di oggi in piazza San Pietro, ha detto: “Mi ha raggiunto la triste notizia dell’attentato sanguinario che ieri ha colpito la cara Turchia. Preghiamo per le vittime, per i morti e i feriti e chiediamo il dono della pace per tutti”.
Già in passato la Turchia meridionale è stata più volte colpita, e non si dimenticano l’attentato all’aeroporto di Istanbul a fine giugno durante il quale tre kamikaze dell’Isis hanno ucciso 44 persone e la bomba ad una manifestazione ad Ankara a marzo che ha provocato una cinquantina di vittime. Gli attacchi nel Paese si sono comunque intensificati dopo il tentato golpe del 15 luglio.