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Fiori ed erbacce

“Maria, mamma nostra, infondi in noi la misericordia che sa attendere la maturazione anche degli ‘uomini-erbacce’ che, prima o poi, sono chiamati a fiorire nel tuo giardino”

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Quando diciamo la parola fiori, ci corre alla mente qualcosa di gentile, bello, colorato e quasi ne sentiamo il profumo, tanto che ci sorprende il desiderio di formarne subito un mazzo da portare a chi amiamo.
Quando sentiamo parlare di erbacce, pensiamo subito a qualche cosa di inopportuno, dannoso, sgradito…maleodorante…insomma ci appare una pianta da toglierci d’attorno perché nata in posti impensati senza che alcuno la volesse e cresciuta a dispetto di chi ha perfino tentato di falciarla se non di estirparne le radici.
Passando per la strada in questo periodo di primavera, guardo tra l’asfalto e il muricciolo e vedo crescere una riga di erbe, figlie solo della prepotente vitalità propria della stagione.
Osservo lo “stradino” intento ad estirpare le erbacce per “far pulizia” lungo la strada. Zappa, sradica, strappa ma trascura di pulire un angolo su cui si posa il mio sguardo. Proprio là, angolo trascurato e dimenticato, quelle “erbacce” hanno avuto altro tempo e altro sole, altra pioggia e altro tepore per crescere tanto bene fino a maturazione.
Quelle erbacce, ormai fiorite, le ho raccolte in un vaso, ne ho potuto comporre un “mazzolin di fiori” che ho portato in chiesa ad onorare l’altare di Maria in questo mese di maggio.
All’esterno del mazzetto, su un nastrino di carta ho scritto: “Maria, tu che sei mamma nostra, donaci la saggezza, la sapiente pazienza di Dio; infondi in noi quella misericordia che sa attendere la crescita, la maturazione anche degli ‘uomini-erbacce’ che, prima o poi, sono tutti chiamati a fiorire nel tuo giardino”.
Ciao, da padre Andrea

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Andrea Panont

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