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L’invito al banchetto del Regno

Meditazione quotidiana della Parola di Dio – Mt 22, 1-14

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Lettura
Il modo di agire di Dio, come rivela anche l’Antico Testamento, non si realizza solo nella giustizia, ma ha il suo vertice nella sua azione misericordiosa. Egli non cessa di invitare tutti gli uomini ad una comunione profonda di amore, significata nel Vangelo con la figura del banchetto di nozze del figlio del re. Tuttavia, anche in questo caso l’uomo può volgere il suo sguardo più alle creature che all’autore di ogni dono.
Meditazione
«Molti sono chiamati, ma pochi eletti»: questa è l’affermazione che chiude la parabola con la quale Gesù istruisce la folla ed anche i capi del popolo che lo ascoltano. Essa fa comprendere la grandezza dell’amore gratuito di Dio, che nel corso della storia della salvezza è stato proprio come un re munifico, generoso, che non solo ha guidato e sostenuto il suo popolo, ma ha anche elargito le sue grazie in abbondanza.
Di questo i capi del popolo ebraico erano ben consci. La parabola, quindi, tocca nel vivo il cuore degli israeliti che l’ascoltavano. A quel banchetto speciale di grazia, infatti, era stato invitato innanzitutto il popolo dei discendenti di Abramo. Ma essi nel corso della storia più volte avevano rotto l’alleanza con Dio e si erano rivolti agli idoli.
Con questa parabola Gesù annuncia la “nuova ed eterna alleanza”, preconizzata dai profeti, in cui avrà accesso alla piena comunione con Dio chi, essendo chiamato, avrà risposto con prontezza e avrà indossato l’abito che garantisce l’ingresso nel Regno, cioè la fede schietta, e non le prerogative di appartenenza ad un popolo o qualsiasi altro elemento esterno.
È la fede in Dio Padre, che ha inviato suo Figlio nel mondo, comunicando lo Spirito Santo, che permette all’uomo di trovare pienamente se stesso. Una fede che è apertura, rinuncia ai propri egoismi, per fare spazio pieno all’azione sempre nuova e sorprendente di Dio nella propria vita. Diceva un giorno Gesù misericordioso a santa Faustina: «Oh, quanto Mi è gradita la fede viva! Desidero che nel momento presente ci sia in voi più fede». E lei rispondeva: «Prego ardentemente il Signore che si degni di fortificare la mia fede, affinché nella grigia vita quotidiana non mi regoli secondo considerazioni umane, ma secondo lo spirito.
Oh, come tutto attira l’uomo verso la terra! Ma una fede viva mantiene l’anima in una sfera più alta ed assegna all’amor proprio il posto che gli spetta, cioè l’ultimo. Signore Misericordioso, Ti ringrazio per il santo Battesimo e la grazia della fede. Di nuovo grido: Signore, credo in Te, rafforza la mia fede!».
Preghiera:
O Signore, concedici il dono di una fede viva, operante e luminosa. Una fede che ci aiuti a sentire la tua mano misericordiosa protesa sempre verso di noi, tanto nelle situazioni che ci rallegrano e consolano, come nelle prove.
Agire:
Oggi chiederò il dono di una fede viva, operante e luminosa e cercherò di metterla in pratica.
Meditazione a cura di Padre Paolo Cerquitella, L.C., tratta dal mensile Messa Meditazione, per gentile concessione di EdizioniART. Per abbonamenti: info@edizioniart.it

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ZENIT Staff

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