Servizio Fotografico © L'Osservatore Romano

Papa Francesco, 40 minuti di colloquio privato con il presidente Hollande

Dopo il colloquio col Papa anche l’incontro con il Segretario di Stato Parolin nella Prima Loggia, insieme a mons. Gallagher e al ministro degli Interni francese Cazeneuve

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È durato circa 40 minuti il colloquio tra Papa Francesco e il presidente francese François Hollande, avvenuto oggi pomeriggio in Vaticano dove il capo di Stato è stato ricevuto in udienza privata dal Pontefice intorno alle 16.45. Entrato in macchina dal Cancello del Perugino, Hollande è stato accolto al Largo Giovanni Paolo II dal prefetto della Casa Pontificia, mons. Georg Gänswein. Nel seguito del presidente erano presenti Bernard Cazeneuve, ministro degli Interni; Philippe Zeller, ambasciatore presso la Santa Sede; Jacques Audibert, consigliere diplomatico; Frédéric Billet, capo del Protocollo.
Il Papa e Hollande avevano avuto recentemente un colloquio telefonico a seguito del barbaro assassinio del sacerdote 80enne Jacques Hamel, sgozzato il 26 luglio scorso da due terroristi francesi di origini maghrebine mentre celebrava la Messa nella parrocchia di Saint-Etienne-du-Rouvray, in Normandia. Era stato Hollande a telefonare al Papa per esprimergli la sua vicinanza, affermando che “quando un prete è attaccato tutta la Francia è colpita, viene profanata la Repubblica che tutela tutti i culti”. “Il messaggio della laicità francese non è un messaggio che divide ma che unisce” aveva aggiunto il presidente, assicurando che avrebbe fatto “tutto il possibile” per proteggere le chiese e i luoghi di culto in Francia. Da parte sua Bergoglio aveva ringraziato “in modo speciale” Hollande, sul volo verso la Polonia, per averlo contattato “come un fratello”.
Riguardo all’udienza di oggi, la Sala Stampa vaticana non ha dato alcuna informazione circa i temi affrontati durante il colloquio avvenuto alla presenza di un interprete, al termine del quale, nell’Auletta attigua, ha avuto luogo la presentazione del Seguito e lo scambio dei doni.
Il presidente Hollande – informa la nota vaticana – ha donato al Papa una porcellana di Sèvres, con lo stemma della Francia. Il Santo Padre a sua volta ha donato al capo di Stato francese una scultura in bronzo tonda, opera dell’artista Daniela Fusco, che intende rappresentare in modo visibile la profezia di Isaia: “il deserto diverrà un giardino”. Il ramo secco e spinoso che si copre di foglie e di frutti rappresenta il passaggio dall’egoismo alla collaborazione, dalla guerra alla pace.
Il Pontefice ha anche consegnato una copia dell’Enciclica Laudato Si’ e delle Esortazioni Apostoliche Amoris laetitia ed Evangelii gaudium. Dopo l’udienza con il Santo Padre, Hollande ha avuto un colloquio con il cardinale Segretario di Stato, Pietro Parolin, alla Prima Loggia del Palazzo Apostolico, al quale hanno partecipato anche mons. Paul Richard Gallagher, segretario per i Rapporti con gli Stati, Cazeneuve e Audibert. Il corteo presidenziale ha lasciato il Vaticano verso le 18,30.
Prima di recarsi in Vaticano, l’inquilino dell’Eliseo aveva fatto tappa nel primo pomeriggio a San Luigi dei Francesi, la chiesa nazionale francese al centro di Roma. Nella cappella del crocifisso, dove dal novembre 2015 è stato creato un “luogo di preghiera per le vittime degli attentati” e dove, dal 26 luglio, è esposta anche una foto di padre Hamel, Hollande si è raccolto in preghiera per alcuni istanti, da solo, in piedi e in silenzio con le mani dietro la schiena.
All’uscita della Chiesa il presidente, rispondendo ad alcune domande dei giornalisti, ha spiegato di essere giunto a Roma dal Papa per portare “un messaggio di riconoscenza, di gratitudine, perché dopo la terribile prova rappresentata dall’assassinio di padre Hamel, dopo gli attentati di Nizza, ha avuto parole molto confortanti”. “Tutte le sue parole – ha aggiunto, sempre in riferimento al Pontefice – e anche quello che hanno fatto i responsabili della Chiesa di Francia, sono state molto importanti in questo periodo perché hanno contribuito a ricordare l’unità della Francia, il rassemblement che si deve fare, e anche la solidarietà del mondo intero nei confronti della Francia vittima di attentati terroristici”.
Il capo di Stato francese ha spiegato di essere venuto “per evocare con il Papa la questione dei cristiani di Oriente: abbiamo la stessa vocazione, ognuno al suo posto, la Francia perché siamo tra i protettori dei cristiani di Oriente e il Papa ovviamente perché sa quanto i cristiani di Oriente contribuiscono all’equilibrio della regione. Farò in modo di parlare con lui della situazione in Medio Oriente, della crisi che ne deriva, e dei rifugiati, una situazione che chiede parole che devono essere di visione che si vuole avere del mondo e non solo di risposte di paura”.
“Ecco perché – ha proseguito – è importante, a nome di tutti i francesi, i cattolici ovviamente, particolarmente provati dalla vicenda di Hamel sgozzato nella sua chiesa, ma di tutti i francesi, al di là della convinzione, della sensibilità, dell’ateismo anche, tutta la Francia quale che siano le proprie convinzioni religiose, la propria condizione, è molto importante che io venga a dire al Papa quanto siamo stati sensibili alle sue parole e alle sue azioni che confortano la nostra visione dell’umanità”.
Papa Francesco aveva già ricevuto François Hollande il 24 gennaio 2014. In quell’occasione, da entrambe le parti era stato rilevato “il contributo della religione al bene comune” ed era stato ribadito “il reciproco impegno a mantenere un dialogo regolare tra lo Stato e la Chiesa cattolica e a collaborare costruttivamente nelle questioni di interesse comune”. Tra gli altri argomenti affrontati durante quell’udienza – riferiva la Sala Stampa vaticana – c’era anche la difesa e la promozione della dignità umana, la famiglia, la bioetica, il rispetto delle comunità religiose e la tutela dei luoghi di culto, insieme a temi di carattere internazionale, quali la povertà e lo sviluppo, le migrazioni e l’ambiente.

[A cura di Salvatore Cernuzio]

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ZENIT Staff

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