Uno dei problemi centrali del nostro tempo è il rapporto fra l’uomo e la tecnologia. Denso di prospettive futuristiche ma anche di possibili drammi incombenti. Che trovano spesso espressione in film di cassetta. D’altra parte oggi non è più epoca di luddisti, perché della tecnologia non si può fare a meno.
Prendiamo il caso di una grande città: il suo funzionamento assomiglia, in tutto e per tutto, a quello di una grande macchina. Ogni giorno entrano un gran numero di persone e di merci: combustibili, alimenti, macchinari, imballaggi. Le persone si muovono nel perimetro della città per i loro molteplici impegni, e poi la sera ritornano nei centri limitrofi o nei loro quartieri dormitorio. Le merci vengono trasformate durante l’uso e poi scaricate in rifiuti urbani che devono essere smaltiti limitando l’impatto sull’ambiente. Tutto questo in un ciclo organizzativo che deve supportare uffici, scuole, ospedali, abitazioni…
Un ecosistema complesso. Che può funzionare solo grazie alla presenza di una rete integrata di servizi basati su una struttura di trasporti, flussi energetici ed applicazioni tecnologiche. Nonché, naturalmente, sulla presenza di lavoro umano specializzato ed opportunamente coordinato.
“Ogni territorio – scrive l’ecologo Giorgio Nebbia nel suo saggio La società dei rifiuti – ha un suo limite di sopportazione, una sua carrying capacity delle attività, sia umane, sia biologiche naturali; tale limite è stato troppo spesso violato, nella rapida crescita dei decenni, per attività speculative o per mancanza d’informazione. Il ricupero, da parte dei cittadini, del controllo sul funzionamento delle città, sul verde, sulla bellezza, permetterà di lavorare e produrre e vivere con tutti i vantaggi del progresso, ma anche in un ambiente gradevole, progettato e amministrato sulla misura e per i bisogni degli esseri umani”.
Il problema è dunque etico e conoscitivo. E il rilancio della qualità della vita passa anche attraverso uno sviluppo sostenibile basato su una visione strategica complessiva. Una visione che è oggetto di riflessione e di studio da parte di diversi think tank di specialisti ed esperti. Tra questi, un gruppo di giovani ricercatori, docenti, professionisti e dirigenti d’azienda che si sono riuniti in forma associativa per aggredire le sfide dello sviluppo. L’associazione è denominata Concreta-mente, è presieduta da Leonardo Bertini e i suoi progetti sono chiaramente illustrati sul sito web: www.concreta-mente.it
In un volume intitolato Concreta-Mente 2007-2017 (10 anni di idee e proposte), Leonardo Bertini illustra l’esigenza di un modello alternativo in grado di “passare dalla pro-testa alla pro-posta attraverso la produzione di idee e la realizzazione di progetti pilota” in grado di dimostrare la fattibilità delle riforme.
“Concreta-mente è una rete di capitale umano – scrive Bertini nell’introduzione al volume. Oggi a livello europeo sta emergendo proprio il ‘paradigma dell’investimento sociale’, cioè la necessità di investire su politiche sociali e istruzione, cioè per l’appunto sul capitale umano. Perché al centro di ogni cambiamento, al centro di ogni innovazione, c’è la persona, l’Uomo. Se crediamo davvero nell’idea di Europa disegnata a Lisbona (creare la società della conoscenza più forte al mondo) dobbiamo investire sul capitale umano, ridurre le disuguaglianze e creare un contesto dove l’innovazione sia compresa e sia ‘domandata’, non solo nei grandi magazzini in termini di tablet e smartphone, ma domandata anche nei programmi politici ed elettorali”.
Fra i progetti di lungo periodo illustrati nel volume edito dall’associazione – che può essere acquistato nell’edizione cartacea oppure scaricato in versione ebook dal sito www.concreta-mente.it – ce n’è uno dedicato alla “città eterna”, oggi alle prese con problemi, come la mobilità e i rifiuti, assolutamente contingenti.
Il progetto – intitolato La Roma al 2020 che vorremmo – descrive una città “sapiente” che mette al centro il cittadino e che utilizza le nuove tecnologie per migliorare la qualità della vita. Il progetto è strutturato in una serie di “idee concrete” redatte con l’apporto di esperti, ma propone anche una parentesi creativa che prova a immaginare un futuro non troppo lontano. Questa “fuga nel futuro” è rappresentata in termini di story-telling: una coppia di giovani romani – Luca e Vale – che, nell’anno 2020, dialogano in chat raccontandosi reciprocamente la loro vita quotidiana scandita dall’uso avanzato delle tecnologie.
Pubblichiamo integralmente il dialogo di Luca e Vale sia per la sua intrinseca piacevolezza discorsiva, sia in termini di auspicio, affinché le proposte in esso contenute possano attuarsi “concreta-mente” nel futuro che ci attende.
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LA ROMA AL 2020 CHE VORREMMO. STORY-TELLING IN UNA CHAT TRA DUE CITTADINI DEL FUTURO
Luca: Vale, mi sono completamente scordato!
Vale: Cosa??
Luca: di raccontarti stamattina a colazione del brutto incubo che ho fatto! Ho sognato che eravamo nel 2015: il traffico la mattina, incidenti, metro bloccate, gente che urlava, spazzatura ovunque, Roma senza Sindaco e continui arresti per tangenti…
Vale: OMG, scherzi?! Questo sì che è un incubo!
Luca: non puoi capire, stavo per uscire di casa, al solito alle 7.30, per andare al lavoro e… mezz’ora di ritardo del bus, gente nervosa alla fermata, uno “spingi-spingi” generale… compresso come una sardina… incidenti lungo le strade perché come immagini ogni buca sembrava una piscina per due gocce di pioggia! Un incubo, un incubo!
E poi… DRIN DRIN… la sveglia è suonata, mi sono scosso e ho pensato “Dai, era solo un sogno, siamo al 15 aprile 2020”… non sai il sollievo che ho provato!
Vale: Ci credo!!!
Luca: ho messo a fuoco l’evoluzione che c’è stata in questa città! Grazie al lavoro svolto da Concreta-Mente, assieme alle altre associazioni presenti sul territorio di Roma, quanti progetti pilota, dopo essere stati veicolati ai decisori istituzionali, sono stati realizzati! Davvero da protesta a proposta, un’azione dal basso, concreta e vincente.
Vale: Possiamo finalmente dire di vivere in una vera e propria Smart City! Luca, possiamo vivere una giornata “semplificata” ed efficiente!
A proposito…
Luca: Cosa?
Vale: Hai buttato la spazzatura?
Luca: Sì, prima di andare al lavoro, nei nuovi cassonetti intelligenti; sono troppo avanti! Appena ti avvicini a 1 metro di distanza ti riconoscono col cellulare, ti fanno pesare i sacchetti e li smistano. Così a fine anno paghi per l’immondizia che produci e non per i metri quadri di casa, capisci che rivoluzione? Poi hanno delle centraline che capiscono quando sono pieni o rotti, oppure dei sensori che avvertono odori e chiamano l’intervento. Avvicinarsi ai cassonetti non è più uno schifo come anni fa.
…la bambina? l’hai accompagnata a scuola?
Vale: Mi sa che non ti ricordi più in che anno siamo! È già uscita per andare a scuola con il PEDIBUS, il nostro “autobus umano di quartiere” che, a piedi, accompagna i nostri bambini da casa a scuola, attraverso un apposito percorso. Questo permette meno traffico nell’area davanti scuola, più aria pulita, l’esplorazione dei nostri paesaggi e una sicurezza per noi mamme!
Luca: sai che mi hai fatto venire in mente?
che sarebbe bello portarla a visitare il nuovo Parco Archeologico in 3D del porto di Traiano e Ostia Antica!
Vale: di cosa si tratta?? Mi sa che si prospetta un bel we!
Luca: è un progetto di realtà aumentata che permette di visitare interattivamente questi luoghi, ricostruisce con immagini 3D le aree come erano 2000 anni fa, con musica, suoni e voci narranti. Come imparare divertendosi, insomma!
Vale: WOW! Andata! Ma sei arrivato in ufficio?
Luca: Sì capisco che ancora non riusciamo a crederci ma oggi viviamo in una vera Smart City, grazie al sistema con telecamere e droni intelligenti tutto è sotto controllo: traffico, manifestazioni, sicurezza. Non solo, grazie ad una APP posso segnalare eventuali disfunzioni, buche, manifesti abusivi o graffiti ed intervengono alla svelta davvero, entro 3 giorni!
Vale: ma ti rendi conto quanto “siamo avanti” ormai! L’impegno paga, anziché continuare a protestare, con proposte concrete siamo riusciti a sviluppare un sistema efficiente!
Luca: questo vale anche per i politici…
Vale: Cioè?
Luca: che l’efficienza riguarda anche la nostra pubblica amministrazione. Ora sì che è una vera casa di vetro: trasparente, misurabile, responsabile, più vicina al cittadino.
Se vai sul sito del Comune di Roma, per ogni progetto e servizio, trovi la sua pagina che descrive i responsabili, le risorse stanziate, le tempistiche ed è possibile dare dei feedback… questo canale diretto con i decisori istituzionali dà a noi la possibilità di controllare e a loro di migliorare i servizi
Vale: mentre leggevo quanto mi hai descritto, mi sento finalmente orgogliosa di vivere in una città così evoluta!
Luca: è la stessa cosa che mi ha detto ieri sera il nonno mentre sono andato a trovarlo!
Vale: perché sei andato a trovarlo? non me lo hai detto a cena ieri, come sta? mi devo preoccupare?
Luca: tranquilla Vale, il suo braccialetto biometrico aveva rivelato qualche valore “fuori norma” e ha avvertito il soccorso e me, ma nulla di grave, quindi con il sistema di domotica che ha in casa gli ho fatto una visita virtuale… e come si diverte a parlare con quel coso e farsi monitorare i valori ora che ha imparato ad usarlo!
Vale: mi stavo per preoccupare!
Luca: come vedi tanti aspetti della nostra vita nella città che amiamo adesso sono più semplificati ed efficienti… questa è la Roma al 2020 che abbiamo voluto, un bacio amore, ci vediamo dopo a casa.
Una tecnologia virtuosa per la città del futuro
“La Roma al 2020 che vorremmo”: un progetto per il rilancio della Capitale a cura di Leonardo Bertini, presidente dell’associazione Concreta-mente