«Quando tornerete a casa, dite al popolo venezuelano che non ci siamo dimenticati di loro!».
Sollevando gli occhi dall’omelia, a braccio e con tono accorato, il segretario di Stato vaticano, cardinale Pietro Parolin, stamane ha rivolto questo appello ai ragazzi arrivati dal Venezuela.
Hanno raggiunto le pendici del Gran Sasso e il santuario di san Gabriele dell’Addolorata, per partecipare alla 36esima Tendopoli, dopo essere stati a Cracovia, alla Giornata Mondiale della gioventù.
«La mia venuta tra di voi», ha detto il cardinale, «ha riacceso in me, nella mente e nel cuore, il ricordo del mio primo incontro con Tendopoli, a Valencia, in Venezuela, dove ero Nunzio Apostolico, quando padre Francesco (Cordeschi, il passionista ideatore della Tendopoli, ndr) mi invitò nel 2011, come ora, a celebrare la S. Messa conclusiva.
Sappiamo che in queste ore il Venezuela si dibatte in pesantissime difficoltà sociali, politiche ed economiche, che stanno procurando grandi sofferenze a quella cara popolazione. Preghiamo per loro! Preghiamo perchè i protagonisti della vita pubblica e le componenti della società siano saggi e coraggiosi per trovare soluzioni pacifiche alla presente crisi e prevalgano in tutti il senso del bene comune, della giustizia, della solidarietà e dell’amore».
Il Segretario di Stato coltiva quest’attenzione per il Venezuela da tempo, e non solo per via dell’esperienza alla Nunziatura. Come riportato da Zenit lo scorso 23 luglio, il segretario generale dell’Unione delle nazioni sudamericane, Ernesto Samper, ha annunciato che il governo venezuelano ha accettato l’invio di un rappresentante della Santa Sede per discutere sulla crisi economica e umanitaria del Paese (anche se, come precisato dalla Sala stampa vaticana, non esiste ancora alcun accordo formale con la Nunziatura).
Dopo quell’annuncio, non c’è stata nessuna reazione della Segreteria di Stato, fino alla rassicurazione di stamane: «Non ci siamo dimenticati del popolo venezuelano».
Una rassicurazione inserita in un discorso più ampio ai giovani, presenti a centinaia nel santuario di San Gabriele, con i quali il cardinale Parolin ha ragionato di Tendopoli e Gmg, congiungendole idealmente in un unico abbraccio.
«è con grande gioia che mi ritrovo in mezzo a voi», ha detto ai rgazzi che, come ogni anno, sono arrivati da ogni parte del mondo (oltre a quella del Venezuela, c’era una delegazione della Colombia), «a poche settimane dalla Giornata Mondiale della Gioventù di Cracovia». Una esperienza «esaltante e indimenticabile», quella, che papa Francesco ha definito «un vero e proprio Giubileo dei giovani a livello mondiale».
«Quando, in nome di Cristo, la Chiesa convoca un giubileo», ha affermato Parolin, alla presenza del vescovo di Teramo-Atri, monsignor Michele Seccia, del vicario generale della diocesi don Davide Pagnottella, del rettore del santuario di San Gabriele padre Natale Panetta e del superiore regionale dei passionisti, padre Dario Di Giosia, «siamo invitati a vivere uno straordinario tempo di grazia.
Mi auguro, pertanto, che anche questa edizione della Tendopoli, che ha avuto per tema la misericordia – “La misericordia si è fatta tenda” – sia stata uno straordinario tempo di grazia nel segno del Giubileo».
Il cardinale Parolin ha offerto, ai giovani tendopolisti, una «mappa per il futuro», ripercorrendo alcuni punti salienti dell’insegnamento di papa Francesco sulla misericordia.
Ricordando che «celebrare il Giubileo della Misericordia significa innanziatutto fare esperienza in prima persona della misericordia di Dio». Per questo, «toccati dalla misericordia del Signore che ci ama sempre per primo, saremo veramente beati, felici, soltanto se entreremo nella logica divina del dono, dell’amore gratuito, se scopriremo che Dio ci ha amati infinitamente per renderci capaci di amare come Lui, senza misura».
Un obiettivo che può essere raggiunto riscoprendo, come invita a fare papa Francesco, le opere di misericordia corporale e spirituale («Io», ha precisato Parolin,
«vi invito a fare un’opera di misericordia spirituale, l’ultima dell’elenco: pregare Dio per i vivi e per i morti»). E, con le parole di Santa Faustina, l’apostola della Divina MIsericordia, il cardinale ha incitato i giovani a compiere l’opera più difficile: quella del perdono.
«Voi», ha spiegato ancora ai giovani, «siete creativi e concreti, e non vi mancherà certo la fantasia per trovare il modo di esercitare in maniera sempre nuova le opere di misericordia. Ricordate che, in un certo senso, la Tendopoli inizia oggi, come diceva il Papa ai giovani della Gmg di Cracovia».
E ancora: «Cari amici, siete venuti fino a qui con i vostri zaini pieni di oggetti necessari alla vita quotidiana, ma anche colmi di richieste, di interrogativi, di disagi e di problemi da risolvere. è uno zaino che ha bisogno di essere vuotato, di venire rovesciato a terra con tutto il suo contenuto. Solo così Cristo potrà riempirlo.
Egli non vi propone soluzioni facili, ma vi offre la pienezza di vita. Vi richiama a quei valori che nessuno potrà togliervi. Vuole colmare i vostri zaini con la sua amicizia, con la sua presenza, con la sua pace. Sappiate che Gesù è accanto a voi e non vi abbandona mai, anche quando tutto sembra crollare, quando la prova diventa sempre più dura e all’apparenza non si vedono vie d’uscita».
Andando a braccio rispetto al testo scritto, ha poi ricordato: «Il Signore desidera abitare la nostra vita. Desidera che, tra i nostri contatti e le chat, ci sia al primo posto il filo d’oro della preghiera».
E ha richiamato l’esempio di san Gabriele dell’Addolorata, che «si è fidato e ha accolto l’invito del Signore», mettendosi alla scuola di san Paolo della Croce e facendosi «samaritano per tanti bisognosi», chinandosi «a fasciare le loro ferite» e dimostrando che «annunciare Cristo Crocifisso è condividere con gli altri il tesoro inesauribile della sua misericordia, ma anche farsi compagno di viaggio, piantare la tenda dove qualcuno soffre, è solo e ha bisogno di solidarietà».
Il cardinale ha invitato i giovani ad avere a cuore «il rispetto della dignità umana, perchè anche nell’ultimo dei fratelli si trova il riflesso del volto di Cristo»; a scoprire la vera felicità («Cosa vi ha spinto a compiere questo pellegrinaggio verso la Tendopoli? Cosa cercate? In fondo, sperate di trovare la vera felicità»).
E, riprendendo le parole del Papa a Cracovia, ha ammonito: «Non confondiamo la felicità con un comodo divano: la divano-felicità è la paralisi silenziosa che ci può rovinare». Invece, la vera felicità è «lasciarsi avvolgere dalla misericordia di Dio e diventare strumenti di misericordia». E alla fine un invito: «La solidarietà e i legami di amicizia che si creano in queste situazioni, devono continuare a caratterizzare le vostre vite una volta che la Tendopoli sia conlcusa.
Non tornate alla vostra routine quotidiana senza che queste giornate di condivisione fraterna, di riflessione e di festa non lascino una traccia». In questo cammino, due sono le bussole: la presenza di Maria e la Parola di Dio: «Non manchi mai», ha concluso il cardinale Parolin, «una Bibbia nei vostri zaini. Sia come una torcia che deve rischiararvi nell’oscurità, perché in essa troverete la fonte della vita e la risposta alle vostre domande».
Parolin a San Gabriele: "Dite al popolo venezuelano che non ci siamo dimenticati di loro!"
Il Segretario di Stato ha scelto il santuario di San Gabriele dell’Addolorata, per manifestare solidarietà al popolo del Venezuela