In un tempo in cui il terrorismo dei fondamentalisti miete vittime e alcuni imam e sacerdoti cattolici affermano di voler imperdire la strumentalizzazione delle religioni, ci sono molte parti del mondo dove Croce e Corano collaborano per opere di bene.
Tra queste l’amicizia tra “il frate ed il califfo”, tra il medico chirurgo missionario Fra Fiorenzo Priuli dell’Ospedale del Fatebenefratelli di St. Jean de Dieu di Tanguiétà (Benin) e il capo spirituale musulmano Moussa Aboubakar Hassoumi, Califfo di Kiota, una grande città del Niger.
Tutto è iniziato trenta anni fa quando un malato di Kiota è stato assistito e guarito da Fra Fiorenzo nell’ospedale di Tanguiétà. Come nella parabola del buon samaritano, il musulmano guarito è tronato a casa ed ha raccontato tutto al suo capo spirituale.
Da allora il capo spirituale musulmano Moussa Aboubakar Hassoumi ha cominciato a mandare i malati da Fra Fiorenzo.
Ciascun malato è accompagnato da una lettera personale del Califfo che descrive sommariamente il caso clinico, lo affida alle sue cure e promette un ricordo nella preghiera del venerdì nella Moschea.
Fra Fiorenzo dirige l’ospedale di Tanguiétà, un presidio medico di frontiera, un avanposto della sanità, in una regione dove il diritto alla salute è un privilegio per pochi.
Moussa Aboubakar Hassoumi, il Califfo di Kiota, è una delle più importanti guide spirituali della Tijaniyya, confraternita musulmana sufi che ha avuto un ruolo decisivo nella diffusione dell’Islam nel Maghreb e in Africa occidentale, ma anche nel creare un dialogo con le culture e le tradizioni locali.
Kiota dista circa 700 chilometri da Tanguiétà, ma nonostante le difficoltà il Califfo ha inviato a Fra Fiorenzo centinaia di malati nel corso degli anni.
Una volta che Fra Fiorenzo è andato a trovare il Califfo ha ricevuto l’accoglienza di un Principe.
Il Califfo ha mobilitato migliaia di persone. Un benvenuto ed una festa incredibile.
In una dichiarazione rilasciata ad Avvenire fra Fiorenzo ha raccontato: “Non dimenticherò mai l’unica visita che ho fatto al califfo di Kiota. Mi sono presentato in maniera molto discreta e ho trovato l’accoglienza di un presidente! Il califfo aveva mobilitato migliaia di persone. Tutti i miei pazienti! Un benvenuto e una festa che non mi sarei mai aspettato”.
Ed il Califfo ha piegato che questa amicizia, nata dal comune senso di responsabilità per una popolazione poverissima che spesso non ha i mezzi per curare le malattie più banali, si è consolidata attraverso un legame di solidarietà, come “solo due uomini di fede possono tesserlo”,.
L’amicizia tra fra Fiorenzo e lo cheikh di Kiota è diventata anche una mostra fotografica: Il frate e il califfo. Storia di un’amicizia oltre ogni frontiera ed è stata realizzata dal Gruppo Solidarietà Africa di Seregno, che sostiene l’ospedale di Tanguiéta, con le immagini di Bruno Zanzottera.
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Per vedere la mostra: http://www.gsafrica.it/FrateCaliffo.pdf
Per maggiori informazioni “Africa nel cuore sempre” vent’anni di storia dell’Associazione U.T.A (1996-2016)
Fra Luca Beato Fatebenefratelli Brescia – indirizzo mail: uta96@fatebenefratelli.eu
Africa. La cura dei malati unisce cristiani e islamici
Un frate medico in Benin, una guida spirituale musulmana in Niger, è la storia di un’amicizia trentennale che ha salvato la vita a centinaia di persone