San Domenico

La regalità nascosta del Figlio di Dio

Meditazione quotidiana di Lunedì 8 Agosto 2016 – San Domenico, Sacerdote (memoria)

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Lettura
La visione di Ezechièle, profeta scelto da Dio negli anni dell’esilio del popolo d’Israele in Babilonia, nel VI secolo a. C., costituisce un conforto per il popolo abbattuto e un segno di speranza in mezzo alla prova. Tale speranza avrà pieno compimento in Gesù Cristo, quando la gloria di Dio farà irruzione nel mondo, in un modo umile e silenzioso, quasi scandaloso nella sua debolezza, ma enormemente efficace per la nostra salvezza.
Meditazione
“Il Figlio dell’uomo sta per essere consegnato”. I Vangeli spesso citano questa espressione che Gesù amava usare per fare riferimento a se stesso. È un’espressione profonda che trae le sue origini proprio da alcuni testi dell’Antico Testamento, come il libro di Daniele e come questo brano del profeta Ezechièle.
Il termine “Figlio dell’uomo” nasconde due significati che, nella persona di Cristo, si uniscono mirabilmente: quello di un uomo come gli altri e, allo stesso tempo, quello della figura divina già descritta dal profeta Daniele. Così la regalità possente del Dio dell’Antico Testamento di fronte al quale Ezechièle cade con la faccia a terra, ora si è fatta presente nel mondo, ma in un modo nuovo, inconcepibile per la mente umana, e che si comprende solo alla luce della considerazione dell’amore infinito del Creatore per le sue creature, fino a farne i propri figli amati.
La domanda rivolta da Gesù a Simon Pietro vuole proprio aiutare a comprendere questo mistero: lui è il vero figlio del Re; ma per la sua condiscendenza ha voluto sottoporsi al cammino di un semplice “figlio dell’uomo”, soggetto ai tributi umani. Così Egli ci insegna la strada della vera redenzione dell’uomo, della sua vera realizzazione, nell’umiltà, nel servizio e nell’amore.
Oggi, memoria di san Domenico, fondatore dell’ordine dei frati predicatori, contemporaneo di san Francesco, vediamo realizzato in lui l’ideale tracciato dal Vangelo, con un brano tratto dalla storia dell’Ordine: “Domenico era dotato di grande santità ed era sostenuto sempre da un intenso impeto di fervore divino. Bastava vederlo per rendersi conto di essere di fronte a un privilegiato della grazia.
La grazia che più insistentemente chiedeva a Dio era quella di una carità ardente, che lo spingesse a operare efficacemente per la salvezza degli uomini. Riteneva infatti di poter arrivare a essere membro perfetto del corpo di Cristo solo qualora si fosse dedicato totalmente e con tutte le forze a conquistare anime. Voleva imitare in ciò il Salvatore, offertosi tutto per la nostra salvezza”.
Preghiera:
Grazie, Signore Gesù, per l’esempio della tua umiltà e donazione per noi, che si riflette nei tuoi santi. Aiutaci a seguire le tue orme con coraggio e amore per tutti.
Agire:
Mediterò sulla regalità umile di Gesù Cristo, e cercherò di mettere in pratica la mia condizione di figlio di un tale Re, servendo tutti i miei fratelli, come Lui.
***
Meditazione a cura di Padre Paolo Cerquitella, L.C., tratta dal mensile Messa Meditazione, per gentile concessione di EdizioniART. Per abbonamenti: info@edizioniart.it

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ZENIT Staff

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