Riprendono i Centri Estivi di Aleppo, interrotti a causa di una nuova escalation di violenza dei giorni scorsi. Nella zona del collegio francescano di Sant’Antonio (tra i luoghi della Custodia sostenuto in questi anni dall’Associazione pro Terra Sancta) sono state lanciate decine di razzi da parte dei jihadisti. Nessun danno al convento, ma il quartiere è stato gravemente danneggiato.
Dalla città ormai simbolo della guerra siriana fra Firas Lutfi aveva scritto all’Associazione pro Terra Sancta:
“Un razzo è caduto in un Luna Park causando la morte di molti bambini che si divertivano durante la festa musulmana del sacrificio. L’ospedale davanti al nostro collegio non riusciva a soccorrere tempestivamente tutti i feriti e i mutilati, la maggior parte bambini. Quella notte non siamo riusciti a dormire per tutta la notte. Spari e bombardamenti ininterrottamente. Una delle donne impegnate del mio convento ha perso la casa a causa di un missile che ha distrutto praticamente tutto. […] Insomma, tutto sembra ancora non risolto. Si parla di tregua, ma è un’idea abortita prima che sia stata concepita! Siamo comunque nelle mani del Signore. Pregate per noi affinché il Signore ci conceda la Pace, tanto attesa e sperata”.
Le vittime sono almeno 40, mentre i feriti oltre 200. Per questo le attività dei centri estivi sono ricominciate con una visita dei ragazzi ai propri amici e compagni feriti. Perché, come spiega ancora fra Firas, “la carità è il primo comandamento; anzi è l’unico. Questo è ciò che insegniamo ai ragazzi del campo estivo”.
Come si legge in una nota dell’Associazione pro Terra Sancta, “anche in un momento così terribile per la Francia e il mondo intero, l’incessante testimonianza della comunità di Aleppo, lascia senza parole. Sostenere questa presenza di misericordia, che è la vera reazione al male, rappresenta una possibilità concreta per consegnare alla Siria la speranza di un domani più bello e più giusto”.
Aleppo - Associazione pro Terra Sancta
Segni di speranza ad Aleppo: riprendono i Centri Estivi
Proseguono le attività giovanili nella città siriana, martoriata da un conflitto che solo qualche giorno fa ha causato 40 vittime tra cui molti bambini