Manca poco all’apertura del Meeting per l’Amicizia tra i Popoli e uno spazio preponderante della fiera sarà dedicato a Madre Teresa di Calcutta, sia perché il prossimo 4 settembre sarà proclamata santa da papa Francesco, sia perché, in quest’anno Giubilare, nessuno, come lei, è stata nel corso del XX Secolo l’immagine stessa della Misericordia.
Dal 19 al 25 agosto, giorni in cui si svolgerà la 36° edizione del grande evento di Rimini, sarà aperta al pubblico una mostra sulla vita e le opere di carità della celebre Beata di origini albanesi.
“L’idea è stata quella di costruirla come un percorso personale, per dare a tutti i visitatori la possibilità di conoscere davvero Madre Teresa – spiega Marina Ricci, la giornalista che ha assistito la Postulazione Generale nell’organizzare l’esposizione -. Ci saranno pannelli con le sue fotografie, da quando era giovane, fino alla sua morte. Il tutto sarà accompagnato da testi, anche privati, come se fosse lei stessa a raccontare la sua storia”.
Due sono gli aspetti che avranno maggiore rilevanza ed entrambi sono stati appresi dopo la sua scomparsa, grazie alle lettere indirizzate al suo confessore e all’Arcivescovo di Calcutta. Il primo riguarda l’esperienza del 10 settembre 1946, il cosiddetto “Giorno dell’Ispirazione”, come lo chiamava lei stessa. La religiosa si stava recando in treno a Darjeeling, dove doveva svolgere dieci giorni di esercizi spirituali. Fu lì che sentì la voce di Gesù. Il Salvatore le chiese di fondare un nuovo Ordine, rivolto ai più poveri tra i poveri, in modo tale da portare la luce di Cristo tra di loro. Le indicò anche il classico sari bianco bordato d’azzurro che oggi conosciamo come quello classico delle Missionarie delle Carità. Lui voleva che le suore saziassero la sete di amore di Gesù per gli uomini. “Il Dio cristiano – aggiunge Marina Ricci – è un Dio particolare. Ha bisogno dell’amore degli uomini. Non rimane nell’alto dei cieli a guardarci”.
Il secondo aspetto è quello dell’oscurità. A partire dal 1949 e fino alla sua morte, Madre Teresa ha vissuto un periodo buio dove convivevano in lei due sentimenti contrastanti: il forte desiderio di Dio e la paura di sentirsi abbandonata e rifiutata da Dio stesso. “È arrivata persino alla tentazione del dubbio – specifica Marina Ricci – e ha sofferto molto per questa condizione”. Solo grazie al suo confessore è riuscita a capire che stava sperimentando la sofferenza di Gesù sulla Croce e nell’Orto degli Ulivi. “Noi siamo abituati ai Santi che patiscono le ferite fisiche della Passione, come magari è stato per Padre Pio – prosegue Ricci -. Madre Teresa, invece, ha portato nell’anima la sofferenza spirituale di Gesù, tutto ciò che lui ha patito nei suoi ultimi giorni, in primis la sensazione di rifiuto. Cristo non le chiese di portare il pane ai poveri, anche se poi ha fatto anche quello. Le chiese di portare Egli stesso nelle case dei poveri. E lei lo ha fatto, non per amore dei poveri, ma per amore di Gesù Cristo”.
A rendere speciale questa donna così minuta, ma così grande, premio Nobel per la Pace, Beata e, a breve, anche Santa, è proprio questa sua condivisione della sofferenza umana e di tutte le oscurità che vivono nel nostro cuore.
La mostra, infatti, vuole sottolineare anche il buio in cui vivono molte città occidentali. “Lo spazio dell’esposizione – afferma Marina Ricci – è stato diviso in modo tale da creare un città stilizzata. Non si tratta solo di Calcutta ma di tutti i luoghi in cui è stata. In particolare, lei era colpita dalla povertà spirituale di queste società urbane occidentali. È un modo per ricordare che questa donna ha attraversato l’oscurità del mondo ma è sempre rimasta legata a Gesù”.
Terminato il cammino della mostra, in fondo, ci sarà la riproduzione della cappella che si trova in tutte le Case di Madre Teresa. “Chi è cristiano potrà pregare – dice Ricci – chi non è credente potrà fermarsi a pensare. Sotto la Croce pensiamo di mettere i nomi delle suore martirizzate in Sierra Leone e in Yemen”.
Infine, il 25 agosto, ultimo giorno della mostra, ci sarà un incontro in cui saranno presenti il Padre Postulatore, la suora missionaria che accompagnò Madre Teresa al Meeting di Rimini del 1986 e Marcilio Haddad Andrino, l’ingegnere brasiliano che nel 2008 guarì da un male incurabile al cervello per intercessione di Madre Teresa. In sostanza, fu il miracolo che aprì la strada della Beata verso la Santificazione.
Insomma, nella mostra saranno presenti tanti aspetti di Madre Teresa. “Quale di questi mi è personalmente più caro? – conclude Marina Ricci –. Che è una Santa per tutti, soprattutto per quelli che hanno abbastanza saggezza e umiltà per riconoscere la povertà che c’è in ognuno di noi”.
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Tra amore e oscurità: la mostra su Madre Teresa al Meeting di Rimini
Fotografie, scritti, ricordi: un’esposizione che racconta la vita straordinaria di un’icona della Misericordia nel XX Secolo