Dimissioni e Papa Emerito, cosa cambia?

Fra Maurizio Di Paolo, procuratore generale dei Frati Minori Conventuali, entra nel merito della discussione su ruolo, finalità e significato del Papa Emerito

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Casi di dimissioni di Papi si sono già verificati nella storia della Chiesa, ma la figura del Papa Emerito è una realtà del tutto nuova. La discussione sul ruolo e sul peso del Papa Emerito è ritornata di grande attualità nelle scorse settimane. La questione è complessa e tocca sensibilità diverse. Per entrare nel merito dell’argomento, specie su ruolo, finalità e significato del Papa Emerito ZENIT ha intervistato Fra Maurizio Di Paolo OFM Conv, procuratore Generale dell’Ordine dei Frati Minori Conventuali.
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Dal punto di vista teologico come possono essere spiegate le dimissioni di un Pontefice?
Cercare nella teologia la spiegazione di un evento semplicemente umano mi sembra eccessivo. Si deve ricorrere al Diritto, che possiede una umanità pragmatica, per abituarsi all’idea che tutti i ministeri nella Chiesa sono affidati alle persone, ma per un tempo limitato. Il limite temporale, nel caso delle dimissioni di Papa Benedetto XVI, è dato dalla impossibilità fisica di portare il peso di un ministero così importante quale è il governo supremo della Chiesa universale. La norma giuridica ha il dovere di adeguarsi alla realtà oggettiva. La cessazione o rinuncia dell’ufficio ecclesiastico per raggiunti limiti di età, è una istituzione nota nella Chiesa per i vescovi e i parroci, come anche per gli altri incarichi.
Il Pontefice, Vicario di Cristo, è “servo dei servi”. Come si coniuga questa caratteristica con l’esercizio del potere della Chiesa di Roma nel mondo?
L’immagine che spiega questa apparente dicotomia è certamente nella Lavanda dei piedi dell’ultima cena. Il Pastore supremo ha espresso nel servizio la sua modalità di governo. In concreto dirigere la Chiesa, emanare direttive e documenti pastorali, individuare le persone più idonee come Pastori delle diocesi e stretti collaboratori, e, in ultima analisi, dover decidere sulla sorte della fede di milioni di persone, è un vero e proprio servizio. L’uomo elevato al Soglio Petrino, si spoglia di ogni altro interesse e di ogni libertà, per assumere nel suo cuore e nella sua mente un solo pensiero: la salvezza delle anime. Doversi assumere la responsabilità di numerose e gravi decisioni, esprimere il pensiero di Cristo e della Chiesa, comportarsi in maniera esemplare sempre e comunque, districarsi nelle complesse controversie internazionali, è tutt’altro che esercizio di un potere narcisistico e autoreferenziale. Ci sono due poteri, uno che serve il prossimo, e uno che si serve del prossimo. L’immagine del primo è il lavabo di Gesù, l’immagine del secondo è il lavabo di Pilato, in cui il governatore romano, pur di assicurarsi la sua posizione (il suo faldistorio) e di non mettere in discussione il favore della folla, fa scorrere, liquefatta, ciò che rimaneva della sua sbiadita coscienza.
Con le dimissioni di Benedetto XVI sono state sollevate questioni e ruoli nuovi. Per esempio come ci spiega la figura di Papa Emerito? Nella tradizione il Papa dimissionario lascia anche l’abito bianco e non vive nel recinto di Pietro. A questo proposito riportano le cronache che Celestino V “discese dalla cattedra, prese la tiara dal capo e la pose per terra; e mantello e anello e tutto se ne spogliò di fronte ai cardinali sbalorditi”, tornò semplice monaco, in totale ritiro dal mondo…
Parlare di tradizione per un solo evento, esula dal concetto consuetudinario latino. Sono ravvisabili a tutti le diverse contingenze storiche che rendono assai dissimili i due eventi. La scelta di conservare solo alcune delle forme esteriori legate al pontificato, quale è l’abito bianco e la dimora nella Città del Vaticano, sono dettate certamente dalla grande sapienza di Benedetto XVI. Quale luogo migliore della Città del Vaticano, protetto da occhi e orecchi indiscreti, e a pieno supporto del Pontificato regnante? Se il Papa avesse deposto l’abito bianco, quale avrebbe dovuto indossare? Forse il purpureo dei Cardinali? La saggezza ha suggerito altro al Papa Benedetto, e i fedeli sono contenti di questo. Prova ne è il fatto che le rarissime e fugaci apparizioni liturgiche del Papa Benedetto sono sempre accompagnate da un fragoroso e spontaneo applauso dei fedeli.
Intervenendo in un convegno alla  Gregoriana monsignor Gänswein, prefetto della Casa Pontificia e segretario di Ratzinger, ha affermato che con l’elezione di Papa Francesco non ci sono due Papi de iure, ma de facto. Così c’è un Papa attivo ed un Papa contemplativo. Qual è la sua opinione in merito?
La suggestiva immagine del Papa attivo e Papa contemplativo è sicuramente una lettura ispirata della realtà attuale, dovuta alla mente raffinata del Prefetto della Casa Pontificia. Più che parlare dell’istituzione del Papa emerito, preferirei pensare che siamo di fronte all’applicazione dell’istituto dell’emeritato alla autorità suprema della Chiesa. Ciò che qualche decennio fa era impensabile, ossia l’allungamento della vita e quindi della età senile, chiede in questo tempo alla prassi e al Diritto soluzioni nuove. Ovviamente Benedetto XVI è un “contemplativo”, tuttavia tipicizzare la presenza di due Pontefici, uno attivo e uno contemplativo, sebbene richiami immagini evangeliche incantevoli, esula dalla tradizione della Chiesa. Certamente Papa Benedetto non sarà l’ultimo pontefice che si avvarrà dell’istituto dell’emeritato: è probabile che altri pontefici dopo di lui, nelle sue condizioni, faranno la medesima scelta. L’importante è che non si dia mai adito a commistioni indebite ed identificazioni politiche tra ufficio e detentore: la successione apostolica impone a noi fedeli, chierici e laici, di esercitare la virtù dell’obbedienza al Pontefice che siede sul Soglio Petrino ed esercita questo Ministero, e non ad altri. Nella prassi e nel sentire dei fedeli tutto ciò appare chiaro, nonostante l’alternanza di ogni ufficio ecclesiastico porti con sé nostalgie e desideri legati alle figure dei predecessori e dei successori, come possiamo già verificare nel cambio dei parroci e dei vescovi alla guida delle comunità ecclesiali.
 

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Antonio Gaspari

Cascia (PG) Italia Studi universitari a Torino facoltà di Scienze Politiche. Nel 1998 Premio della Fondazione Vittoria Quarenghi con la motivazione di «Aver contribuito alla diffusione della cultura della vita». Il 16 novembre del 2006 ho ricevuto il premio internazionale “Padre Pio di Pietrelcina” per la “Indiscutibile professionalità e per la capacità discreta di fare cultura”. Il Messaggero, Il Foglio, Avvenire, Il Giornale del Popolo (Lugano), La Razon, Rai tre, Rai due, Tempi, Il Timone, Inside the Vatican, Si alla Vita, XXI Secolo Scienza e Tecnologia, Mondo e Missione, Sacerdos, Greenwatchnews. 1991 «L'imbroglio ecologico- non ci sono limiti allo sviluppo» (edizioni Vita Nuova) . 1992 «Il Buco d'ozono catastrofe o speculazione?» (edizioni Vita Nuova). 1993 «Il lato oscuro del movimento animalista» (edizioni Vita Nuova). 1998 «Los Judios, Pio XII Y la leyenda Negra» Pubblicato da Planeta in Spagna. 1999 «Nascosti in convento» (Ancora 1999). 1999 insieme a Roberto Irsuti il volume: «Troppo caldo o troppo freddo? - la favola del riscaldamento del pianeta» (21mo Secolo). 2000 “Da Malthus al razzismo verde. La vera storia del movimento per il controllo delle nascite” (21mo Secolo, Roma 2000). 2001 «Gli ebrei salvati da Pio XII» (Logos Press). 2002 ho pubblicato tre saggi nei volumi «Global Report- lo stato del pianeta tra preoccupazione etiche e miti ambientalisti» (21mo Secolo, Roma 2002). 2002 ho pubblicato un saggio nel nel Working Paper n.78 del Centro di Metodologia delle scienze sociali della LUISS (Libera Università Internazionale degli Studi Sociali Guido Carli di Roma) «Scienza e leggenda, l’informazione scientifica snobbata dai media». 2003 insieme a VittorFranco Pisano il volume “Da Seattle all’ecoterrorismo” (21mo Secolo, Roma 2003). 2004 ho pubblicato insieme a Riccardo Cascioli “Le Bugie degli Ambientalisti” (Edizioni Piemme). 2004 coautore con del libro “Emergenza demografia. Troppi? Pochi? O mal distribuiti?” (Rubbettino editore). 2004 coautore con altri del libro “Biotecnologie, i vantaggi per la salute e per l’ambiente” ((21mo Secolo, Roma 2004). 2006 insieme a Riccardo Cascioli “Le Bugie degli Ambientalisti 2” (Edizioni Piemme). 2008 insieme a Riccardo Cascioli il libro “Che tempo farà… Falsi allarmismi e menzogne sul clima (Piemme). 2008, è stata pubblicata l’edizione giapponese de “Le bugie degli ambientalisti” edizioni Yosensha. 2009. insieme a Riccardo Cascioli “I padroni del Pianeta – le bugie degli ambientalisti su incremento demografico, sviluppo globale e risorse disponibili” (Piemme). 2010 insieme a Riccardo Cascioli, è stato pubblicato il volume “2012. Catastrofismo e fine dei tempi” (Piemme). 2011 Questo volume è stato pubblicato anche in Polonia con l’imprimatur della Curia Metropolitana di Cracovia per le e3dizioni WYDAWNICTTWO SW. Stanislawa BM.

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