Stanislao Papczynski (Wikimedia Commons)

Stanislao Papczynski (Wikimedia Commons)

Stanislao Papczynski: un “pastorello” diventato “pastore di popoli”

Domani la canonizzazione del fondatore dei Chierici Mariani dell’Immacolata Concezione. Con largo anticipo sui tempi credette fermamente nel ruolo dei laici nella Chiesa

Share this Entry

Nell’Anno della Misericordia, avrà grande risalto il viaggio di papa Francesco in Polonia, in occasione della Giornata Mondiale della Gioventù di Cracovia, durante la quale, presumibilmente, il Pontefice ricorderà in modo speciale due grandi santi di quella terra: Giovanni Paolo II e Faustina Kowalska.
È significativo che, a meno di due mesi dall’atteso evento, la Chiesa polacca si arricchirà di un nuovo canonizzato: si tratta di Stanislao Papczynski (1631-1701), fondatore della congregazione dei Chierici Mariani dell’Immacolata Concezione.
Papczynski diventerà santo domenica 5 giugno, durante la solenne canonizzazione presieduta in San Pietro dal Papa. Assieme lui sarà elevata agli altari Elisabetta Hesselblad (1870-1957), fondatrice delle Suore di Santa Brigida, nota anche per la sua conversione dal luteranesimo al cattolicesimo.
In comune con il suo conterraneo Karol Wojtyla, Papczynski ha anche il giorno e mese di nascita: venne alla luce il 18 maggio 1631 a Podegrodzie e studiò a lungo retorica e filosofia dai gesuiti.
Entrato nell’ordine degli Scolopi nel 1654, emise i voti nel 1656, dopo due anni di noviziato, assumendo il nome religioso di Stanislao di Gesù Maria. Sacerdote dal 1661, Papczynski si distinse come rinomato predicatore, docente di retorica e confessore di personaggi illustri, tra cui il nunzio apostolico in Polonia, Antonio Pignatelli (1615-1700), diventato poi papa Innocenzo XII.
La svolta nella vita di padre Stanislao avviene tra il 1670 e il 1671, quando, in dissenso con gli Scolopi – in quegli anni particolarmente divisi al loro interno sul giusto livello di osservanza alla regola – fonda una nuova congregazione, i Chierici Mariani dell’Immacolata Concezione.
È proprio verso l’Immacolata Concezione che i religiosi di Papczynki, noti per il loro abito bianco, facevano professione di fede, con due secoli di anticipo sulla proclamazione del relativo dogma (1854) da parte del beato Pio IX. Al tempo stesso, per l’Immacolata Concezione, effettuavano il cosiddetto “voto di sangue”, ovvero la disponibilità a difendere tale verità di fede fino al sacrificio della vita.
Papczynski diventa superiore del nuovo ordine nel 1673, ricevendo l’erezione canonica nel 1679. Due anni prima, aveva ottenuto una seconda casa per la congregazione, denominata “Nuova Gerusalemme” e sita in Góra Kalwaria, dove il fondatore si stabilì fino alla morte. Nel 1699, papa Innocenzo XII conferì l’approvazione pontificia alla regola dei Chierici Mariani, facendone l’ultimo ordine dei chierici regolari della storia della Chiesa.
Padre Stanislao muore il 17 settembre 1701, pronunciando le medesime parole di Cristo agonizzante in Croce: “Nelle tue mani, Signore, consegno il mio spirito”.
Papczynski ebbe sia le caratteristiche del mistico che del “santo sociale”. Aveva particolarmente a cuore le anime del purgatorio, per le quali costantemente pregava e faceva pregare.
In un secolo segnato da guerre e pestilenze per la Polonia, padre Stanislao fu sempre accanto ai malati e ai poveri, scontrandosi talora con l’aristocrazia e i suoi privilegi. In particolare si batté contro la piaga dell’alcolismo, imponendo l’astinenza nella sua congregazione.
Per il santo polacco, la nobiltà dipendeva più dall’ordine morale che dalla stirpe di nascita. Per questo raccomandava di valutare l’elezione delle autorità pubbliche, sulla base di criteri di virtù e di istruzione.
Con notevole anticipo sui tempi, fu anche un fautore della santità nel laicato, come emerge anche dal suo trattato Templum Dei Misticum, dove auspica che ogni battezzato “con grande diligenza noti la magnificenza del suo stato originale e riconosca in se stesso l’immagine della Santissima Trinità, degna di venerazione, e tenda a raggiungere la dignità della somiglianza con Dio, mediante l’integrità dei costumi e la pratica delle virtù”.
Papczynski desiderava che tutti gli uomini raggiungessero la felicità, pertanto promuoveva una chiamata universale alla santità, diffondendo un messaggio precursore dei principi del Concilio Vaticano II. Non è un caso che, per molto tempo, l’attività apostolica di padre Stanislao si concentrò soprattutto sulle confraternite, composte in gran parte da laici.
A Dio, il fondatore dei Chierici Mariani offriva sempre ogni fatica e sofferenza per i propri peccati e per “allontanare dalla mia patria ogni sventura”.
Denunciò la corruzione e l’inerzia della classe politica del suo tempo, dichiarandosi sempre contrario alle guerre offensive e appoggiando, al contrario, soltanto i conflitti difensivi che fossero in grado di ristabilire la pace. “La più degna di lode – scriveva – è la gioia causata dal trionfo dei salvatori della patria, e il più grande trionfo è quello che riportano i salvatori della patria”.
La storia della congregazione fondata da Stanislao Papczynski si presenta piuttosto travagliata. Più volte sul punto di essere sciolta, nel XIX secolo rischiò la soppressione a causa dell’ondata persecutoria contro le opere dei religiosi, avvenuta in larga parte dell’Europa. Al giorno d’oggi, tuttavia, i Chierici Mariani contano oltre 500 membri, operativi in 18 paesi di tutti e cinque i continenti.
L’iter per la beatificazione del fondatore è stato particolarmente lungo, travagliato e soggetto a varie interruzioni. Dopo un primo avvio, verso la fine del XVIII secolo, il processo diocesano è formalmente ripreso soltanto nel 1953. Nel 1992, la Congregazione delle Cause dei Santi emanò il decreto sull’eroicità delle virtù di Stanislao Papczynski, mentre nel 2006, il medesimo dicastero ha riconosciuto il miracolo ottenuto per sua intercessione.
È stato beatificato il 16 settembre 2007 – vigilia della sua memoria liturgica – a Lichén, in Polonia. A presiedere la celebrazione liturgica, l’allora cardinale Segretario di Stato, Tarcisio Bertone, che ha definito padre Stanislao, un “pastorello”, diventato poi “pastore di popoli, un grande evangelizzatore, in un momento cruciale della storia della Polonia, della storia della Polonia e della storia dell’Europa centrale”.

Share this Entry

Luca Marcolivio

Roma, Italia Laurea in Scienze Politiche. Diploma di Specializzazione in Giornalismo. La Provincia Pavese. Radiocor - Il Sole 24 Ore. Il Giornale di Ostia. Ostia Oggi. Ostia Città (direttore). Eur Oggi. Messa e Meditazione. Sacerdos. Destra Italiana. Corrispondenza Romana. Radici Cristiane. Agenzia Sanitaria Italiana. L'Ottimista (direttore). Santini da Collezione (Hachette). I Santini della Madonna di Lourdes (McKay). Contro Garibaldi. Quello che a scuola non vi hanno raccontato (Vallecchi).

Sostieni ZENIT

Se questo articolo ti è piaciuto puoi aiutare ZENIT a crescere con una donazione