Don Vittorio Massetti, un profeta che ha anticipato il Concilio Vaticano II

Condannato dal Sant’Uffizio durante il pontificato di Pio XII, il teologo sanbenedettese recuperò la pienezza del sacerdozio sotto Paolo VI

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Venerdì 27 maggio, presso il centro Biancazzurro si è svolta la presentazione del libro L’Amore che guarisce, di Giulia Ciriaci e Ascenza Mancini che hanno presentato al numeroso e variegato pubblico l’esperienza di vita e di fede di Francesco Vittorio Massetti, sacerdote sambenedettese tanto grande quanto purtroppo sconosciuto.
Le autrici hanno così tratteggiato la figura di don Vittorio, un vero profeta che ha anticipato con la sua vita e le sue opere quanto sarebbe poi sbocciato col Concilio Vaticano II: ba sti pensare al tema della chiamata universale alla santità, all’importanza data ai laici e in particolar modo alle donne, alla proposta di vita comunitaria per i sacerdoti. Queste intuizioni hanno preso consistenza a partire dal binomio che più ha connotato la sua esistenza: l’affidamento alla Provvidenza e la gratuità dell’azione svolta a favore degli ultimi.
L’incontro è stato impreziosito dalla presenza di don Gianni Anelli, canonico penitenziere della Cattedrale di San Benedetto del Tronto, che ha conosciuto don Vittorio ed è rimasto influenzato dal suo carisma. Durante il suo intervento, don Gianni ha espresso tutta la sua gratitudine alle autrici per questo volume che restituisce alla Chiesa la figura di don Vittorio nella sua interezza. Don Gianni è stato la fonte alla quale le autrici hanno attinto per riportare alla luce la figura di don Vittorio e l’anziano sacerdote si è prestato a questo lavoro sentendolo come una sorta di debito verso don Vittorio.
Al prof. Giancarlo Brandimarte e a Giuseppe Gregori sono stati affidate le letture di alcuni brani che hanno consentito ai partecipanti una più diretta introduzione nel vissuto di questo sacerdote chiamato “Vitto” dai sambenedettesi, “Franz” dagli studenti del collegio Augustinianum della Cattolica a Milano di cui è stato direttore, nome quest’ultimo che gli era stato dato dal Beato Piergiorgio Frassati, suo compagno di studi universitari.
Ma la figura di don Vittorio, così come è tratteggiata nel libro, ha da dire ancora qualcosa alla gente di oggi oppure quella delle autrici è una semplice rievocazione storica? Questa è la domanda che Giulia Ciriaci e Ascenza Mancini hanno fatto all’inizio dell’incontro e che ha accompagnato l’intera presentazione. Alla fine la risposta è venuta da sola: la vita dell’uomo, prima ancora che del sacerdote, è stata tutta poggiata su Cristo e pertanto essa risulta vera, autentica e capace dunque di valicare i limiti del tempo.
Al termine della serata ha preso la parola il vescovo Mons. Carlo Bresciani che ha detto come la storia narrata nel libro gli abbia consentito di ripercorrere alcuni momenti della sua vita e di poterli ricollegare alla figura di don Vittorio. Infatti, don Vittorio, che sotto il pontificato di Pio XII era stato condannato dal Sant’Uffizio, recuperò la pienezza del sacerdozio sotto Paolo VI, ma preferì trasferirsi a Brescia presso l’amico don Re, prete che l’allora giovane sacerdote Carlo Bresciani frequentava. Ora, improvvisamente, Mons. Bresciani è riuscito a dare un nome a quel sacerdote anziano e spesso silenzioso che gli vedeva accanto: si trattava proprio di don Francesco Vittorio Massetti! Infine, il vescovo ha sottolineato come tra le tante cose realizzate da don Vittorio, la più grande sia stata quella di rimanere fedele alla Chiesa durante tutta la persecuzione subita.
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Fonte: L’Ancora online

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Nicola Rosetti

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