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Nigeria. “La liberazione delle ragazze di Chibok è un segno importante”

Secondo il cardinale Onaiyekan, “finalmente l’organizzazione di Boko Haram sta crollando”

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“Se iniziamo a trovare le ragazze di Chibok è un segno che finalmente l’organizzazione di Boko Haram sta crollando”. Lo ha detto a Fides il card. John Olorunfemi Onaiyekan, arcivescovo di Abuja, commentando la recente liberazione di due delle 219 ragazze rapite nella notte del 14 aprile 2014 nella loro scuola a Chibok nel nord della Nigeria da parte della setta islamista Boko Haram.
“La domanda che dobbiamo porci è: come mai fino adesso non le abbiamo trovate a due anni dal loro rapimento?”, ha detto il cardinale. “Sappiamo – ha aggiunto – che diverse centinaia di donne e bambini rapiti da Boko Haram sono stati liberati in questi ultimi mesi grazie alle operazioni condotte dall’esercito”.
Secondo l’arcivescovo di Abuja, “le ragazze di Chibok hanno un valore speciale, a causa della mobilitazione mediatica internazionale in loro favore, per cui sembra che Boko Haram le nasconda con maggior cura rispetto agli altri rapiti. Quindi se iniziamo a trovare le ragazze di Chibok è un segno che finalmente l’organizzazione di Boko Haram sta crollando”
Il porporato si è poi detto “preoccupato per le condizioni di salute di queste povere ragazze che hanno subito violenze profonde. Gli uomini di Boko Haram sono infatti ricompensati dalla loro organizzazione non tanto con denaro ma con le ragazze da loro rapite”.
Nonostante l’impegno delle forze militari nel dare la caccia agli estemisti, le condizioni sicurezza generali della Nigeria rimangono preoccupanti. Lo stesso Onaiyekan di recente è stato coinvolto in un agguato stradale attribuito a pastori Fulani. “Non posso dire se fossero pastori fulani coloro che hanno sparato alla mia vettura, perché hanno sparato dalla foresta verso la strada e non ho visto nessuno” ha spiegato.
“Sicuramente si è trattato di un agguato stradale come ce ne sono purtroppo tanti in Nigeria e non di un attentato mirato alla mia persona. Le violenze dei pastori Fulani sono un problema che va risolto, cercando l’interesse di tutti, ma è la situazione di insicurezza generale nella quale vive il Paese ad essere maggiormente preoccupante”.
 

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ZENIT Staff

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