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Santa Marta: “Gesù comprensivo con i peccatori ma la verità non si vende mai”

Durante l’omelia del mattino, papa Francesco mette in guardia dalla logica dei farisei, che riducono la pienezza di Dio a una “equazione casistica”

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La carità deve sempre andare a braccetto con la verità e viceversa. Lo ha ribadito papa Francesco durante l’omelia di stamattina alla Casa Santa Marta, traendo spunto dal passo odierno del Vangelo (Mc 10,1-12), in cui Gesù discute sull’adulterio con i farisei.
A Gesù viene domandato se sia lecito per un uomo ripudiare la propria moglie e Lui evita tutte le trappole della “casistica” da parte di un “piccolo gruppetto di teologi illuminati”, convinti di avere “tutta la scienza e la saggezza del popolo di Dio”.
Già in precedenza, Gesù aveva risposto ai sadducei, con riferimento alla donna che aveva avuto sette mariti, ricordando che al momento della Resurrezione non si è sposi di nessuno, perché in cielo non si prende “né moglie, né marito”. Mentre in quest’ultimo caso, si riferisce alla “pienezza del matrimonio”, con i farisei, Gesù “va alla pienezza dell’armonia della creazione”, ovvero alla Genesi: “Dio li creò maschio e femmina”; “i due saranno una carne sola”.
In altre parole, Gesù ricorda: “l’uomo non divida quello Dio ha congiunto”. La differenza con i “teologi illuminati”, è che “Gesù mai negozia la verità”, mentre loro la “negoziavano”, riducendola a “casistica”.
Rimane il fatto che “Gesù è tanto misericordioso, è tanto grande, che mai, mai, mai chiude la porta ai peccatori”. Al tempo stesso, non si limita ad enunciare la verità ma invita i farisei a ribadire cosa Mosè abbia stabilito nella legge: gli viene risposto che, contro l’adulterio è lecito il “ripudio” ma Gesù controreplica che quella norma era stata scritta “per la durezza del vostro cuore”. Gesù ha voluto distinguere tra la verità e la “debolezza umana”, senza troppi “giri di parole”.
Al giorno d’oggi, in un mondo segnato dalla “cultura del provvisorio”, la realtà del peccato è “tanto forte”, ha sottolineato il Papa, tuttavia è sempre Gesù a ricordarci alla “durezza del cuore”, si possono opporre “il perdono, la comprensione, l’accompagnamento, l’integrazione, il discernimento di questi casi”, fermo restando che “la verità non si vende mai”.
Al tempo stesso, “Gesù è capace di dire questa verità tanto grande e allo stesso tempo essere tanto comprensivo con i peccatori, con i deboli”, ha aggiunto il Santo Padre.
“Verità e comprensione” sono due realtà che, messe insieme, sfuggono alla logica dei “teologi illuminati”, che riducono tutto alla “equazione matematica” del “si può/non si può”, quindi sono “incapaci sia di orizzonti grandi sia di amore”. Tutto il contrario di Gesù, che, con “delicatezza”, dice all’adultera: “Neanch’io ti condanno; va e d’ora in poi non peccare più”.
La preghiera finale del Pontefice è perché “Gesù ci insegni ad avere con il cuore una grande adesione alla verità e anche con il cuore una grande comprensione e accompagnamento a tutti i nostri fratelli che sono in difficoltà”, evitando di “ridurre la pienezza di Dio ad una equazione casistica”.
 

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Luca Marcolivio

Roma, Italia Laurea in Scienze Politiche. Diploma di Specializzazione in Giornalismo. La Provincia Pavese. Radiocor - Il Sole 24 Ore. Il Giornale di Ostia. Ostia Oggi. Ostia Città (direttore). Eur Oggi. Messa e Meditazione. Sacerdos. Destra Italiana. Corrispondenza Romana. Radici Cristiane. Agenzia Sanitaria Italiana. L'Ottimista (direttore). Santini da Collezione (Hachette). I Santini della Madonna di Lourdes (McKay). Contro Garibaldi. Quello che a scuola non vi hanno raccontato (Vallecchi).

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