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Farsi bambini per il Regno

Meditazione quotidiana sulla Parola di Dio — Mc 10,13-16

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Lettura
Gesù torna ai bambini: stavolta il problema non sono i posti, primi o ultimi, ma la possibilità di ingresso nella famiglia di Gesù. I bambini, in realtà, non accolgono, neanche potrebbero: essi semplicemente vogliono, perché non avvertono nessuna distanza fra loro e il mondo, per cui prendono e così si individuano. Gesù, però, parla a dei “grandi”, li esorta a purificare la loro “adultità” a misura di bambino, che sente di non appartenersi, ma di essere affidato alle cure di qualcun altro. Il discepolo maturato nella semplicità è chiamato ad accogliere, cioè a prendere come colui che già si distacca, che subito rinuncia, perché ha capito che nel Regno tutto, per lui, è dono.
Meditazione
Il mondo occidentale vede nei bambini, come nei giovani, dei potenziali consumatori di prodotti, per questo si affanna a promuovere una visione dell’infanzia come periodo bellissimo, di totale disponibilità all’affidamento e non di rado applica questo modello al rapporto con Dio. Ma la realtà non è così felice e non solo nei Paesi poveri: l’abuso sui minori, la pedofilia, la pedopornografia, la sottrazione di bambini, la loro strumentalizzazione nei litigi fra adulti è purtroppo cronaca quotidiana. Al minore, forse, non si negano, eppure non si riconoscono nei fatti, alcuni diritti fondamentali, soprattutto perché egli ancora non produce. Lo stesso termine infanzia nasconde una crudeltà, il piccolo sarebbe un in-fans, cioè un non-parlante, e questo solo perché non si esprime come un adulto. In greco lo stesso vocabolo designa il bambino, il figlio ma anche il servo. Nel Benedictus di Zaccarìa viene proclamato bambino il neonato Giovanni, ma anche Davide ed Israele ricevono la stessa attribuzione, tradotta poi con servo. Se essere bambini è una età della vita, diventare come loro è il cammino del discepolo. Il seguace di Gesù, capace di identificarsi con il bambino-servo, accetta che Egli parli prima di lui, che il Signore decida prima che lo faccia lui, lascia che il Maestro gli dia un nome nuovo, più vero di quello che lui già conosceva. Il seguace non sceglie il proprio posto, non si attacca al suo ruolo, ma gioisce di essere semplicemente persona ad immagine del Maestro, è così già pronto, per quando sarà vecchio, quando il Risorto gli cingerà la veste e lo porterà anche dove egli non vorrebbe, solo per dare gloria al Padre (Gv 21,18s.)
Preghiera
Maria, Virgo veneranda! O Maria, in te tutta la Creazione giunge alla perfezione, sei l’Immagine della libertà dal peccato; venerando te onoriamo insieme le creature e il Creatore, in te vediamo la nostra sorte futura, nello sguardo rivolto a te desideriamo la beatitudine del Cielo: sostieni la nostra speranza.
Agire
Guardando a Maria, dalla quale abbiamo ricevuto l’Autore della vita, mi compiacerò della mia piccolezza, nella quale Gesù mi accoglie, per accogliere tutti come io sono preso fra le sue braccia.
Meditazione del giorno a cura di don Marco Simbola, tratta dal mensile “Messa Meditazione”, per gentile concessione di Edizioni ART. Per abbonamenti info@edizioniart.it

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ZENIT Staff

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